La mente prigioniera
La mostra, ispirata al libro di Czeslaw Milosz dal medesimo titolo, scritto a Maisons Lafitte nel 1951, vuole essere un ritratto fotografico della generazione degli artisti che si sono dovuti confrontare con il totalitarismo.
Comunicato stampa
Inaugurazione della mostra “La mente prigioniera” ispirata al libro di Czeslaw Milosz dal medesimo titolo, scritto a Maisons Lafitte nel 1951, vuole essere un ritratto fotografico della generazione degli artisti che si sono dovuti confrontare con il totalitarismo. Ricordando l’esperienza e le categorie storico-letterarie di Milosz si vuole costruire il ritratto di un’epoca, rappresentata da 50 opere dei migliori fotografi polacchi di quel periodo: Zdzisław Beksiński, Witold Dederko, Zbigniew Dłubak, Mariusz Hermanowicz, Jerzy Lewczyński, Krystyna Łyczywek, Marek Piasecki, Wojciech Plewiński, Zofia Rydet, Leonard Sempoliński, artisti che hanno voluto creare seguendo “l’ordine della coscienza”.