La meraviglia della natura morta (1830-1910)
La mostra presenta il genere della natura morta dell’Ottocento nell’Italia settentrionale ed è allestita nelle rinnovate sale espositive della Fondazione Cassa di Risparmio di Tortona, oggi polo di studio e di valorizzazione della pittura italiana tra Otto e Novecento, in particolare dell’esperienza divisionista.
Comunicato stampa
La mostra presenta il genere della natura morta dell’Ottocento nell’Italia settentrionale
ed è allestita nelle rinnovate sale espositive della Fondazione Cassa
di Risparmio di Tortona, oggi polo di studio e di valorizzazione della pittura italiana
tra Otto e Novecento, in particolare dell’esperienza divisionista.
La rassegna contiene una sessantina di opere e nasce da uno sguardo critico
sul rapporto tra il genere della natura morta, le Accademie di Belle Arti e la
nuova committenza borghese; il percorso espositivo è organizzato in quattro
aree ed è costruito a partire dagli anni Trenta dell’Ottocento, momento di un
rinnovato interesse sul genere rappresentato dalle tele di Francesco Hayez, di
Domenico Induno e di Francesco Inganni.
Il rapporto tra i collezionisti e il genere prende forma in un secondo spazio,
dove è ricostruita la sala del collezionista con le opere commissionate dall’editore
Giuseppe Treves per una delle sue dimore ai pittori Arnaldo Ferraguti,
Emilio Longoni, Giovanni Segantini e altri. Ad essi si affianca la nuova scuola di
pittori che lavorano negli anni Settanta e Ottanta del secolo: Filippo Carcano,
Mosè Bianchi, Cesare Tallone e i più giovani Gaetano Previati e Giuseppe Pellizza
da Volpedo. Il successo della natura morta decreta anche la sua fortuna
collezionistica nel corso di un lungo ‘800, periodo in cui il genere è stato sottoposto
a varianti significative come quella dell’ultimo Previati, a studi nuovi di
composizione ed esecuzione, come quelli di Pellizza, ma anche ad una fedeltà
esecutiva molto ferma come mostrano le tele di Sottocornola e Alciati: nell’ultima
area, infatti, sono esposte in ordine cronologico le nature morte dei pittori
che hanno attraversato la seconda parte del secolo tra spunti di ricerca innovativi
e fedeltà alla tradizione.