La Milanesiana 2011
La Milanesiana 2011, dedicata al tema Bugie e Verità, ha in cartellone oltre 35 appuntamenti e si svilupperà in diversi luoghi della città: la Sala Buzzati della Fondazione Corriere della Sera, il Teatro Dal Verme, lo Spazio Oberdan, il Teatro di Verdura, le Cartiere Vannucci. Inoltre, per la prima volta, la rosa della Milanesiana sboccerà fuori città, a Torino, grazie al Circolo dei Lettori con una serata speciale il 27 giugno e due mostre.
Comunicato stampa
LA MILANESIANA 2011
Letteratura Musica Cinema Scienza Arte Filosofia e
Videogiochi
DEDICATO ALL’AFRICA E UNA LUNGA NOTTE
Nacer Khemir, Tahar Ben Jelloun, Biyi Bandele, Jean Hatzfeld,
Ben Okri, Wole Soyinka,Andrée Ruth Shammah,
enrico ghezzi, Ranieri Polese, Omar Sosa, Childo Tomas
Domenica 26 giugno 2011
Sala Buzzati, ore 21.00
via Balzan 3
videoriprese in Sala Montanelli
Saluto inaugurale
Piergaetano Marchetti
Presidente Fondazione
Corriere della Sera
Saluti istituzionali
Guido Podestà
Presidente della Provincia di Milano
Giuliano Pisapia
Sindaco di Milano
Letture
Nacer Khemir
Tahar Ben Jelloun
Prix Goncourt 1987
Biyi Bandele
Jean Hatzfeld Prix Medicis 2007
Ben Okri Booker Prize 1991
Wole Soyinka Premio Nobel
per la Letteratura 1986
Concerto
Afreecanos Duo
Omar Sosa
Childo Tomas
Intervengono
Andrée Ruth Shammah
enrico ghezzi
Introduce
Ranieri Polese
Immagini
Pepi Merisio
Proiezione
a partire dalle ore 23
Bab’Aziz-Le prince qui contemplait son âme
(v. orig. con sott. 2005, 96’)
di Nacer Khemir
www.corriere.it
in collaborazione con MITO SettembreMusica
Prima giornata della dodicesima edizione de La Milanesiana, ideata e diretta
da Elisabetta Sgarbi, promossa dalla Provincia di Milano, con il sostegno
del Comune di Milano, in collaborazione con la Regione Lombardia e
organizzata da I Pomeriggi Musicali/Teatro dal Verme con la
collaborazione della Fondazione Corriere della Sera.
Domenica 26 giugno. La serata inaugurale, realizzata in collaborazione con
MITO SettembreMusica, ha inizio alle ore 21 presso la Sala Buzzati, con un
appuntamento interamente dedicato al continente africano.
Dopo i saluti inaugurali e istituzionali, prenderanno il via le letture di
Nacer Khemir, Tahar Ben Jelloun (Prix Goncourt 1987), Biyi Bandele,
Jean Hatzfeld (Prix Medicis 2007), Ben Okri (Booker Prize 1991), Wole
Soyinka (Premio Nobel per la Letteratura 1986), seguite da un concerto
latin jazz di Omar Sosa e Childo Tomas, “Afreecanos Duo”.
A partire dalle ore 23 si potrà inoltre assistere alla proiezione del film
Bab’Aziz-Le prince qui contemplait son âme (v. orig. con sott. 2005, 96’)
dell’eclettico Nacer Khemir.
Intervengono Andrée Ruth Shammah, ad aprire la serata, ed enrico
ghezzi, fra coloro che hanno scoperto il talento di Nacer Khemir.
La serata è introdotta dal giornalista Ranieri Polese.
Durante l’incontro verranno proiettate le immagini di Pepi Merisio, uno dei
principali fotografi italiani.
Il giorno successivo La Milanesiana sboccia a Torino grazie alla
collaborazione del Circolo dei Lettori, dove alcuni dei protagonisti della
prima serata milanese si ritroveranno a partire dalle ore 21.00 nella
splendida cornice di Palazzo Carignano per una serata di letture, musica e
proiezioni video dal titolo “Dedicato all’Africa e una lunga notte”.
Ospite d’onore della serata Gao Xingjian, premio Nobel per la Letteratura,
che aprirà con una riflessione sul ruolo della Letteratura nella società. A
seguire, Nacer Khemir, Tahar Ben Jelloun (Prix Goncourt 1987), Alain
Elkann, Biyi Bandele, Jean Hatzfeld (Prix Médicis 2007) e Ben Okri
(Booker Prize 1991), leggeranno testi dedicati al continente africano.
Seguirà un concerto del duo composto da Omar Sosa e Childo Tomas,
intitolato "Afreecanos", che nelle loro musiche inglobano elementi legati
alle tradizioni folcloristiche cubane e americane e alle pratiche spirituali
denominate “santeria”. La conclusione della serata è affidata a Nacer
Khemir, regista tunisino, con il suo “Bab Aziz- Le prince qui contemplait
son âme” del 2005.
Torino e il Circolo dei Lettori saranno nuovamente protagonisti dal 29
giugno con due mostre inedite: una dello stesso Gao Xingjian intitolata
Opere recenti, una selezione di fotografie in bianco e nero raffiguranti
paesaggi orientali e interiori, la seconda è Africa Dream, una raccolta di
disegni originali di Tahar Ben Jelloun, dove riflessioni liriche si uniscono
a motivi decorativi dai mille colori.
NACER KHEMIR
Dal cinema e dalla pittura alla scultura, dalla calligrafia alla scrittura, ha
realizzato numerose esposizioni, alcune delle quali anche al Centre G.
Pompidou e al Musée d’Art Moderne di Parigi. A due riprese, tra il 1982 e il
1988, ha raccontato per un mese Les Mille et Une Nuits al Théâtre National
de Chaillot, ogni sera con un racconto diverso. Ha realizzato poi numerosi
lungometraggi: nel 1984 Les Baliseurs du Désert (Grand prix du Festival
des Trois Continents a Nantes, Prix de la première oeuvre al Festival di
Carthage,Palme d’or et le Premier prix de la critique alla Mostra di
Valence); nel 1991 Le Collier Perdu de la Colombe (Prix spécial du jury a
Locarno) e À laRecherche des Mille et Une Nuits. Nel 2005 Bab’Aziz, Le
prince qui contemplait son âme e nel 2007 è stato ripreso da Bruno Moll con
cui ha co-scritto Voyage à Tunis.Nel 2008 ha scritto e realizzato il
mediomedtraggio L’Alphabet de ma mère.
TAHAR BEN JELLOUN
Nato a Fés (Marocco) nel 1944, vive ora a Parigi. Poeta, romanziere e
giornalista, ha vinto il Premio Goncourt nel 1987. È noto in Italia per i suoi
numerosi libri, tra cui Il razzismo spiegato a mia figlia, 1998, giunto alla
quarantottesima edizione (e ripubblicato nel 2010 in una nuova edizione
accresciuta), Il libro del buio, 2001 (International IMPAC Dublin Literary
Award 2004), L’uomo che amava troppo le donne (2010); Marocco,
romanzo (2010); La rivoluzione dei Gelsomini (2011). Per il profondo
messaggio contenuto nel volume Il razzismo spiegato a mia figlia, il 16
novembre 1998 gli è stato conferito dal Segretario generale delle Nazioni
Unite, Kofi Annan, il “Global Tolerance Award”. Nel 2002 ha ricevuto dal
Centro Pio Manzù la Medaglia del Senato della Repubblica Italiana.
BIYI BANDELE
Scrittore, sceneggiatore e regista prolifico, è nato nel 1967 a Kafanchan,
Nigeria del Nord, da genitori Yoruba. Ha studiato Drammaturgia
all’Università di Ile-Ife dal 1987 al 1990 ed è stato un borsista Judith
E.Wilson al Churchill College, Cambridge, dal 2000 al 2002. Le opere di
Bandele comprendono Marching for Fausa(1993), Resurrections in the
Season of the Longest Drought (1994) e Two Horsemen (1994) che è stata
selezionata come Migliore opera originale al London New Plays Festival del
1994. Ha vinto numerosi altri premi. Oltre alle collaborazioni importanti
con il Royal Court Theatre e la Royal Shakespeare Company, il suo
adattamento di quello che è considerato il libro più letto della letteratura
africana – Things Fall Apart del pluripremiato scrittore conterraneo Chinua
Achebe – lo identifica come riconoscibile presenza letteraria del periodo
post-coloniale.Tra i suoi libri: Ali Banana e la guerra (2008).
JEAN HATZFELD
Nato in Madagascar nel 1949, dal 1977 ha lavorato per il quotidiano
francese “Libération” come corrispondente speciale e reporter di guerra,
viaggiando in tutto l’Est Europa. Ha inoltre lavorato nel Medio Oriente – in
Libano, Israele e Iraq – e trascorso tre anni lavorando a Vukovar e a
Sarajevo nella ex Jugoslavia. L’air de la guerre (1994) evoca la sua
esperienza nell’ex Jugoslavia, e La guerre au bord du fleuve (1999) è un
racconto ispirato dalla guerra. Nel 1994 Hatzfeld è andato in Ruanda per
riferire il massacro e le sue conseguenze. Dans le nu de la vie (2000)
racconta le storie dei sopravvissuti Tutsi ed è stato premiato con il Prix
Culture 2000, il Prix Pierre Mille e il Prix France Culture. I racconti dei
condannati Hutu sono il soggetto di A colpi di machete. La parola agli
esecutori del genocidio in Ruanda, con il quale ha vinto la categoria saggi
del Prix Fémina nel 2003 e il Prix Jossef Kessel nel 2004. La strategia delle
antilopi completa la trilogia di opere sul massacro ruandese, e ha ricevuto il
Prix Médicis (2007). Il suo ultimo libro è Où en est la nuit (2011).
BEN OKRI
Ha pubblicato dieci romanzi, tra i quali La via della fame, oltre a raccolte di
poesia, racconti e saggi. Le sue opere sono state tradotte in più di 20 lingue.
È membro della Royal Society of Literature ed è stato insignito dell’OBE e
di molti premi internazionali, compreso il Commonwealth Writers Prize for
Africa, l’Aga Khan Prize for Fiction e il Chianti Rufino-Antico Fattore. È
vicepresidente dell’English Centre of International PEN e gli è stato
assegnato un Crystal Award dal World Economic Forum. È nato in Nigeria
e vive a Londra. Il suo libro più recente è stato pubblicato in aprile.
WOLE SOYINKA
È drammaturgo, poeta, romanziere e saggista. Nato il 13 luglio del 1934,
Premio Nobel per la Letteratura nel 1986, Soyinka ha pubblicato più di
trenta opere, continuando a svolgere un ruolo attivo in diverse
organizzazioni culturali internazionali e per la difesa dei Diritti Umani. Nato
in Nigeria, dove ha anche compiuto gli studi, ha proseguito la su formazione
presso l’Università di Leeds, Inghilterra, e poi è entrato nel Royal Court
Theatre in qualità di lettore di opere teatrali. Nel 1960 è tornato in Nigeria,
dove ha fondatodue compagnie teatrali, “1960 Masks”e “Orisun Theatre.”
Soyinka scrive sperimentando diversi generi narrativi, dalla leggera
commedia culturale Il leone e la perla, passando per King Baabu,un
adattamento in chiave ferocemente satirica di Ubu Roi di Alfred Jarry, fino
all’intensa tragedia poetica La morte e il cavaliere del re. Soyinka è anche
autore di romanzi e di opere autobiografiche. Akè: Gli anni dell’infanzia è
stato definito un classico, mentre il suo libro più recente, Sul far del giorno,
è stato accolto come una delle migliori opere autobiografiche del 2006.
Raccolte di saggi letterari e tematici includono le BBC Reith Lectures,
Clima di paura, mentre la sua raccolta di poesie più recente è Samarkand
and Other Markets I Have Known. Soyinka ha svolto diversi incarichi
universitari e tiene tuttora molte conferenze. Attualmente è Professore
Emerito di Letteratura Comparata presso la Obafemi Awolowo University,
Nigeria, Fellow del Black Mountain Institute, Università del Nevada, e
President’s Professor presso la Lodola Marymount University, Los Angeles,
USA.
ANDREE RUTH SHAMMAH
La sua storia artistica nasce al Piccolo Teatro, ma si concretizza al Salone
Pier Lombardo che fonda nel 1972 con Franco Parenti, Giovanni Testori e
Dante Isella. Dal 1989 ne è direttrice artistica e responsabile unica. Nel
corso della sua carriera ha firmato oltre cento regie, dall’“Ambleto” di
Testori alla recente “Lulù” di Bertolazzi, alcune delle quali fanno ormai
parte della storia del teatro italiano. Ha realizzato alcuni lavori per la Rai e
diverse regie liriche. Come organizzatrice culturale, ha promosso studi,
convegni, seminari e incontri in misura e qualità tali da rendere il Teatro
Franco Parenti un punto di riferimento per la cultura milanese.
enrico ghezzi
Ha (?) quasi sedici anni nel maggio del 1968. Ama Eddy Merckx come Jean
Vigo come Max Stirner come gli 8 metri e 90 centimetri di Bob Beamon
come… Si occupa di cinema e di televisione (o meglio, e peggio!, ne è
occupato). Dal 1979 lavora e gioca come ‘riautore di immagini’ a RaiTre
per la quale ha curato o inventato cicli di film, le 40 ore non-stop di “La
Magnifica Ossessione” (1985), e i programmi “Fuori Orario”, “Schegge”,
“Blob” (e “Publimania” e “Fine senza Fine”). Dal 1987 al 1994 ha diretto il
palinsesto della RaiTre di Angelo Guglielmi. Gli piace troppo scrivere per
non lasciarsi annegare (quasi) nelle immagini. Ha diretto il Festival del
Cinema di Taormina dal 1991 al 1998 e dal 2001 al 2009 Il Vento Del
Cinema a Procida, cura la collana dvd Eccentriche Visioni. Da regista, ha
realizzato il cortometraggio “Gelosi e tranquilli” (1988) e dei videoclip (tra
cui “Strani giorni”di Franco Battiato).Tra i libri pubblicati: Paura e
desiderio, Discorso su due piedi (il calcio) con Carmelo Bene e, nel 1994, il
numero della rivista “Panta” dedicato al cinema. Sta (non) finendo una cosa
che (non) assomiglia a un romanzo, Oro solubile.
RANIERI POLESE
È nato nel 1946 a Pisa; ha studiato Filosofia e, dalla fine degli anni settanta,
è membro del Sindacato Critici Cinematografici. Ha scritto per le pagine
culturali di diversi giornali (“La Nazione”, “L’Europeo”). Attualmente
collabora al “Corriere della Sera”. Dal 2006 cura l’”Almanacco Guanda”.
OMAR SOSA
È nato nel 1965 a Camagüey, Cuba. Cresciuto nella cultura cubana più
tradizionale, scopre ben presto il jazz, il pop, il funk, grazie anche ai
programmi americani trasmessi alla radio. Alla fine degli anni Ottanta,
comincia a lavorare come direttore musicale con cantautori cubani (Vicente
Feliu e Xiomara Laugart), poi nel 1993 emigra in Ecuador. Crea un primo
gruppo ispirato dalla “jazz fusion”, Entrenoz, poi si trasferisce nel 1995 a
San Francisco,dove s’impone velocemente come leader sulla scena latin
jazz. Esce il primo disco negli Stati Uniti, “Omar”, seguito, tra gli altri, da
“Free Roots”, “Spirits of the Roots”, “Bembon Njumbe”, “Inside”,
“Prietos”, “Sentir”, “From Our Mother”, “Mulatos”, “Afreecanos”, “Across
The Divide”, “Tales From The Earth”, “Ceremony”, “Calma”.
CHILDO TOMAS
Bassista, percussionista e voce, è nato nel 1963 in Mozambico. Ha iniziato a
suonare all’età di 16 anni in vari gruppi tradizionali, popolari e jazz di
Maputo. Ha collaborato con vari gruppi mozambicani e turistici, e lavorato
nella musica per film e teatri. Alla fine del 1994, si è trasferito in Spagna,
stabilendosi definitivamente a Barcelona. Da allora ha lavorato con
numerosi gruppi, compresi Zeze Lokito, Unison, Mogha Africa, e David
Cervera, oltre a Sora e Luis Mbomio. Dal 2004 è stato un membro regolare
dei vari touring ensembles di Omar Sosa, esibendosi ogni anno in oltre 100
concerti nei cinque continenti.
PEPI MERISIO
Nasce a Caravaggio nel 1931. Nel 1947 comincia a fotografare, da
autodidatta. Frequenta il Circolo Fotografico Milanese e incontra, tra gli
altri, Paolo Monti, Antonio Arcari, Cesare Colombo e Pietro Donzelli.
Ottiene prestigiosi riconoscimenti in Italia e all’estero e collabora con il
Touring Club Italiano e con numerose riviste. Numerose sono anche le
personali e le pubblicazioni. Con il poeta Mario Luzi pubblica il volume Mi
guarda Siena. La Rai gli dedica una puntata della trasmissione “Occhio
come mestiere”, curata da Piero Berengo Gardin. La Collection Polaroid
International di Boston conserva un suo reportage in bianco e nero. Insieme
a Roiter e a Berengo Gardin, rappresenta l’Italia nel volume
commemorativo dei 75 anni della Leica. La FIAF lo nomina Maestro della
Fotografia Italiana e lo inserisce nella collana “Grandi Autori”. “Progresso
fotografico” e “Foto Magazine”gli dedicano un numero monografico,
mentre l’Editoriale Fabbri lo accoglie nella collana “I grandi fotografi”.
La Milanesiana, è sostenuta da:
Main Sponsor Fondazione Corriere della Sera, Gioco del Lotto –
Lottomatica, ENI, Milano Serravalle – Milano Tangenziali, Grafica
Veneta.
Partner Banca Popolare di Milano, Università IULM, Commissione
Europea, Biblioteca di Via Senato, Fondazione Cineteca Italiana,
Il Circolo dei lettori di Torino, Cartiere Vannucci.
Altri sponsor GFK, Seven Stars Galleria, UNA Hotels, Giacomo
Bistrot, Montblanc, Fondazione CRT, Vodafone.
Grazie inoltre a MITO, Foglie, fiori e fantasia, Fondazione
Fernanda Pivano, Betty Wrong, Studio Volpatti Associati, At
Video, Galleria Ceribelli Bergamo, La bella estate di Milano,
Immaginario Festival, Primafila, Magoni, Grafiche Mariano,
Cargo&HighTech, GF arredamenti, Coalca, Audio- visual
Advanced Art.
Serate a pagamento
Le serate de La Milanesiana sono a ingesso libero fino ad esaurimento posti,
ad eccezione dell’1, 2, 3, 5, 6 e 7 luglio, per le quali è previsto un biglietto
di ingresso del costo di 10 o 15 €.
I biglietti sono in vendita presso il circuito TicketOne
Tel. 02 87905201 | www.ticketone.it
Gli incontri Aperitivo con gli autori sono ad ingresso libero sino ad
esaurimento posti.
Per le proiezioni cinematografiche è indispensabile ritirare un tagliando di
ingresso presso lo Spazio Oberdan, viale Vittorio Veneto 2.