La nobile arte
La nobile arte è unʼindagine non oggettiva sulla violenza dellʼamore. Sul senso che gli si attribuisce durante la sua assenza, sullʼindecifrabilità che assume mentre lo si vive e sul significato inequivocabile che gli si riconosce dopo averlo perso: tre fasi di un combattimento e pochi sublimi secondi capaci di giustificarne lʼintera durata.
Comunicato stampa
Elastico per Gender Bender 2012
La nobile arte
Nell'ambito della decima edizione del festival internazionale, lo spazio ospita, in anteprima per l'Italia, il progetto di Valentina Beotti e Claudia Pajewski
“Di quanta capacità vitale ho bisogno per contenerti? Quanta capacità vitale ho quando mi accorgo che non ci sei? Quanta capacità vitale ho quando ricordo come era averti vicino?” Una stanza vuota. Una boxeur. Un pubblico e un contesto distante ma invadente. Un match, infine, diviso in tre round alla ricerca di un senso. Cosa rende possibile lʼempatia con la sofferenza del proprio avversario?
Ideato da Valentina Beotti e Claudia Pajewski, La nobile arte è unʼindagine non oggettiva sulla violenza dellʼamore. Sul senso che gli si attribuisce durante la sua assenza, sullʼindecifrabilità che assume mentre lo si vive e sul significato inequivocabile che gli si riconosce dopo averlo perso: tre fasi di un combattimento e pochi sublimi secondi capaci di giustificarne lʼintera durata.
Innesto di generi in grado di ibridare performing art e fotografia, La nobile arte si sviluppa infatti sui binari di due diversi canali espressivi, resi paralleli dall'immagine evocativa della boxe. Se dal punto di vista performativo il nucleo approfondito è il sentimento amoroso, la parte fotografica si concentra sul tema dell’identità. Amore e identità sono qui intesi come parti di un unicum, in cui il perdersi nell’altra diventa al contempo epifania identitaria. Il sé dischiude i suoi confini precostituiti per scoprirsi parte del tutto e contenitore di tutte le infinite possibilità dell’essere.
Valentina Beotti (Genova, 1978), attrice e performer professionista dal 1993. Ha lavorato tra gli altri con Giorgio Albertazzi, Giancarlo Sepe, Judith Malina, Hanon Reznikov, César Brie, Dominique Mercy, Gilles Coullet. Alternando attività teatrale e cinematografica, ha lavorato con Marco Ponti, Giuseppe Capotondi, Tarsem Singh, Michele Picchi, Richard Lowenstein, Luca Miniero e Paolo Genovese. Dal 2008 è parte della compagnia Ricci/Forte.
Claudia Pajewski (LʼAquila 1979) è una fotografa professionista e giornalista freelance. Dal 2007 ad oggi ha pubblicato su molteplici testate nazionali ed estere. Nel 2011 consegue un master in critica giornalistica presso l’Accademia d’Arte Drammatica Silvio D‘Amico. Nel 2011 riceve dallʼOrdine dei Giornalisti d’Abruzzo il premio Polidoro. Nel 2012 è primo premio Hystrio per la fotografia di scena. www.claudiapajewski.com