La Quadreria del Castello
Pittura emiliana dalla Collezione di Michelangelo Poletti.
Comunicato stampa
Genus Bononiae. Musei nella Città presenta nelle splendide sale di Palazzo Fava a Bologna affrescate dai Carracci, da giovedì 7 aprile a domenica 24 luglio 2022, la mostra "La Quadreria del Castello. Pittura emiliana dalla Collezione di Michelangelo Poletti" curata da Angelo Mazza. La mostra dà vita a un excursus sulla pittura emiliana dalla fine del ‘400 sino al primo ‘800 presentando importanti opere mai esposte prima d’ora. L’esposizione mette inoltre in evidenza le relazioni e connessioni tra i dipinti e la storia di committenza del luogo che le ospita, Palazzo Fava.
La mostra si compone di ottantacinque opere eseguite tra la fine del Quattrocento e gli inizi dell’Ottocento, appartenenti alla ricca collezione creata da Michelangelo Poletti nel suggestivo Castello di San Martino in Soverzano, nella pianura bolognese: una collezione formatasi negli ultimi trent’anni che trae origine dalla passione di un imprenditore sensibile alle ragioni della cultura.
La selezione offre una documentazione ben rappresentativa della componente emiliana, che costituisce l’anima della “pinacoteca Poletti”. Si tratta, nella stragrande maggioranza, di opere mai viste in pubblico, che hanno dato vita a quella che può essere definita la più cospicua e significativa collezione di pittura emiliana in mani private.
Tra le opere in mostra si segnalano la Madonna con il Bambino in trono e i santi Pietro, Paolo, Francesco d’Assisi e Antonio da Padova, capolavoro del “Maestro dei Baldraccani", personalità ricostruita da Federico Zeri attiva a Forlì alla fine del sec. XV, Santa con croce e libro, splendida piccola tavola di Boccaccio Boccaccino (Ferrara prima del 1466 - Cremona 1525); del secondo Cinquecento Camillo Procaccini con una giovanile Testa di carattere e con un Sacrificio di Isacco del periodo milanese, Denys Calvaert, il pittore di Anversa stabilitosi a Bologna, con un San Giovanni evangelista e un rametto con la Sacra Famiglia e san Giovannino. È presente un’ampia selezione di opere del Seicento e del Settecento, con un’appendice ottocentesca; da citare un impressionante Filosofo con il compasso, forse Euclide, opera in parte abbozzata di Simone Cantarini e un modelletto di Pelagio Palagi con Isabella d’Aragona chiede protezione a Carlo VIII in visita al duca morente, legato alla grande grande tela del Museo civico di Lodi con la quale l’artista prese parte all’esposizione di Brera nel 1822.
Non possono mancare, in una collezione di dipinti emiliani, esempi del “genio femminile” che ha infatti connotato la storia figurativa di Bologna: due ritratti di Lavinia Fontana, tre tele di Elisabetta Sirani, e due tele di Lucia Casalini Torelli.
Una sezione speciale è formata dalle opere di tre pittori tra loro legati dal rapporto di discepolato, che si sono formati o hanno lavorato in palazzo Fava sotto i suggestivi affreschi dei giovani Carracci: Lorenzo Pasinelli ospitato nel palazzo dal conte Alessandro con la sua accademia, Donato Creti protetto dallo stesso Alessandro e dal figlio Pietro Ercole nell’intero arco dell’esistenza e infine Ercole Graziani frequentatore a sua volta del palazzo dove era possibile prendere visione della moderna collezione
Angelo Mazza commenta: “La collezione che Michelangelo Poletti ha formato attraverso la frequentazione delle gallerie degli antiquari e la partecipazione alle aste italiane, europee e americane, costituisce un episodio in controtendenza rispetto alla storia di dispersioni e di dissoluzione delle collezioni storiche bolognesi proseguita in tutto il Novecento; collezioni che erano mete ambite dei viaggiatori europei e vanto della città di Bologna fino a tutto il Settecento”.
La mostra è accompagnata da un catalogo edito da Bologna University Press contenente un’intervista a Michelangelo Poletti e scritti di Carlo Cipolli, Filippo Sassoli de Bianchi, Fabio Roversi-Monaco, Antonio Paolucci, Angelo Mazza, Francesco Ceccarelli, Paola Foschi.