La rivoluzione siamo noi / Ketty La Rocca

Due mostre da Camera: La rivoluzione siamo noi. Arte in Italia 1967-1977 a cura di Ludovico Pratesi e Ketty La Rocca. Se io fotovivo. Opere 1967-1975 a cura di Raffaella Perna e Monica Poggi.

Comunicato stampa

L’arte in Italia negli anni Sessanta e Settanta, le performance, le installazioni, la vivacità artistica e intellettuale di un periodo storico unico che ha acceso i riflettori internazionali sulle sperimentazioni del nostro Paese e dato lustro ai moti creativi di artisti come Michelangelo Pistoletto, Mario Merz, Alighiero Boetti, Jannis Kounellis, Joseph Beuys, Marina Abramovic e molti altri.

CAMERA - Centro Italiano per la Fotografia continua nel suo percorso di valorizzazione del ruolo della fotografia tra i grandi linguaggi del Novecento, in particolare nel suo rapporto con le più importanti correnti artistiche del XX secolo.
Dopo la grande mostra dei capolavori del MoMA, CAMERA propone, infatti, un doppio appuntamento, CAMERA DOPPIA, dedicato alla fotografia e all’arte italiana degli anni Sessanta e Settanta, un periodo straordinariamente ricco di stimoli visivi, intellettuali e sociali.

La rivoluzione siamo noi. Arte in Italia 1967-1977 e Ketty La Rocca. Se io fotovivo. Opere 1967-1975 sono le due grandi mostre, una collettiva e una personale, a CAMERA dal 14 luglio al 2 ottobre 2022, che raccontano il clima di quegli anni tra sperimentazione, ricerca e invenzione di nuove forme artistiche. Protagonisti sono gli artisti, i loro volti e i loro corpi: la fotografia è la testimonianza, ad esempio, della nascita dell’Arte Povera a Torino – uno dei movimenti più importanti della seconda metà del secolo – o delle grandi manifestazioni che trasformano le mostre in eventi imprevedibili che coinvolgono intere comunità, come nel caso della storica mostra tenutasi ad Amalfi nel 1968: anni rivoluzionari in ogni ambito, che la fotografia racconta attraverso scatti divenuti iconici.

Se la mostra La rivoluzione siamo noi - curata da Ludovico Pratesi e organizzata e promossa da Archivio Luce Cinecittà - disegna un percorso dell’arte in Italia attraverso gli scatti dei fotografi che in quegli anni hanno documentato eventi cruciali come le performance nelle gallerie Sperone e Tucci Russo a Torino, L’Attico a Roma e Lucio Amelio e Studio Morra a Napoli, oltre alla grandi e leggendarie mostre internazionali come Arte povera più Azioni povere, Vitalità del Negativo e Contemporanea, la personale dedicata a Ketty La Rocca, curata da Raffaella Perna e Monica Poggi, indaga in particolare il rapporto fra fotografia e parola, fra gesto e linguaggio. Attraverso una rielaborazione di immagini iconiche, come quella che ritrae Che Guevara, o le cartoline dell’Archivio Alinari, l’artista reinterpreta con la propria calligrafia la storia della fotografia del Novecento in una chiave personale. Il mito del viaggio, esploso negli anni Sessanta in seguito al boom economico, viene invece capovolto in chiave ironica con i cartelli stradali della performance Approdo, in una commistione fra arte e vita che caratterizza tutta la produzione di una delle principali figure dell’arte italiana del Novecento.

Due mostre diverse accomunate da un’unica azione, quella del “fotovivere”, neologismo creato da Ketty La Rocca che può estendersi a tutte le manifestazioni artistiche del periodo, rese eterne dalla presenza della fotografia.