La seduzione del corpo femminile nell’arte del ‘900
In un’esposizione a Roma, alla Gnam, uno spaccato del secolo scorso attraverso le diverse interpretazioni del corpo della donna e della sua capacità di seduzione. In mostra 130 opere della collezione museale.
Comunicato stampa
Con la mostra “La seduzione del corpo femminile nell’arte del ‘900”, la Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma presenta uno spaccato della storia dell’arte del secolo scorso attraverso 130 opere della sua collezione.
Il percorso espositivo, allestito dal 5 giugno al 5 ottobre, si articola in cinque sezioni dando spazio a interpretazioni molto diverse da parte di artisti lontani per sensibilità e linguaggio. Sembra prevalere, però, una prospettiva “deformante”, una visione del corpo femminile come forza dirompente e sovvertitrice.
L’itinerario comincia dalle avanguardie: il titolo “Le belle apparenze” lascia intendere che solo a prima vista la rappresentazione del nudo femminile, languido e accogliente, è in continuità col passato; già si percepiscono, infatti, l’inquietudine, la provocazione, la trasgressione rispetto alle convenzioni. In questo primo segmento spiccano i dipinti di Amedeo Modigliani e le fotografie di Man Ray.
Si prosegue con “Seduzione/Sedizione”, che documenta la progressiva destrutturazione del corpo attraverso opere di Gino Severini, Giuseppe Capogrossi, Carlo Carrà, Renato Guttuso, Giacomo Manzù, Joan Mirò ed Enrico Prampolini. Il genere del nudo di donna, nella generale presa di distanza dal naturalismo, viene riformulato attraverso le sperimentazioni geometriche e dinamiche. L’immagine deformata della sessualità femminile appartiene tanto agli artisti di area cubista quanto ai surrealisti, per i quali la leggibilità della realtà è intaccata dall’interferenza dell’inconscio.
La terza sezione, “Oggetto del desiderio”, segue l’ulteriore frammentazione – ma anche moltiplicazione – del corpo femminile: la sessualità assume le forme di parti anatomiche, spesso decontestualizzate, di feticci, di oggetti comuni investiti di implicazioni erotiche: ne sono esempi la bambola di Hans Bellmer, la donna-scarpa di Salvador Dalì, l’objet mobile di Max Ernst.
Procedendo, si approfondisce l’incontro, surrealista e simbolista, tra l’umano e il non umano, in particolare animale: “La bella e la bestia” è il titolo di questo tratto dell’itinerario di visita, dove si ammirano, tra le altre, opere di André Breton, André Masso e Pablo Picasso.
in chiusura, con la sezione “La bella addormentata”, un tema particolare, che ha radici antiche: quello del corpo femminile abbandonato nel sonno, reinterpretato da alcuni autori fondamentali del Novecento, come Modigliani e Giorgio De Chirico.