La Soglia
La galleria riapre le sue porte sul Naviglio Grande con una collettiva nella quale vari artisti interpretano pittoricamente e materialmente il tema de “La Soglia”.
Comunicato stampa
All’Arcadia Art Gallery (Ripa di Porta Ticinese 61, Milano), il 28 Giugno alle ore 11.00 in contemporanea con la Fiera dell’Antiquariato, l’arte contemporanea riapre le sue porte sul Naviglio Grande con una collettiva nella quale vari artisti interpretano pittoricamente e materialmente il tema de “La Soglia”: Lillylilla, Ilaria Battiston, Oreste Giorgio, Daniele Cassano, Ruggero Marrani,
Sonya Cipro, Marco Tansini, Gianantonio Cristalli, Dario Murri, Silvia Struglia, Antonella Stellini, Laura Martucci, Barbara Legnazzi…
“Soglia” intesa come confine, a volte limite; incontro tra tempi che si susseguono e si precedono, è il passato primitivo che diventa futuro tecnologico; “Soglia” nel vivo può essere concretizzata da uno scultore come Marrani in pura forma, in quanto «superamento del confine tra figurativo e astratto».
Negli astratti di Lillylilla il gioco delle emozioni date dai colori e dal loro congiungersi svela la volontà dell’individuo di «lasciare andare ciò che non serve più e concentrarsi su ciò che si desidera».
Con Ilaria Battiston riflettiamo sul pianeta e su quel passaggio, quasi dovuto, che consentirebbe all’umanità di potersi evolvere positivamente. Con la sua “Reclicarte” si ammira quasi la bellezza della fiaba quando il colore diventa farfalla.
Per Oreste Giorgio la Soglia è salto verso un nuovo paradigma epocale: personaggi di fantasia volano nel cielo fino a trasformarsi magicamente. Un progetto che abbraccia anche la classicità quando in un suo acquerello Dante si avvicina alla spelonca e la osserva, aspettandosi che il mistero diventi cosciente.
Con Daniele Cassano appaiono creature a china su carta, nate da oscuri incroci, forse di un luogo che non ci è ancora dato di conoscere come quell’animale a metà tra una tigre e un serpente, «creato nella materia dal mondo dell'immaginazione!»
Le tele di Sonya Cipro dove nella solitudine di paesaggi marini, l’essere umano si immagina solo come osservatore silenzioso, ci aprono le porte ad un dialogo introspettivo: l’acqua si fa specchio d’interiorità. “Soglia” diviene «rinascita dei valori interiori perduti».
Per Marco Tansini la “soglia” si lega «al pregiudizio e alla discriminazione». Attraverso le sue opere libere dagli schemi, che prendono forma utilizzando materiale riciclato, motiva le persone a creare, poiché nell’arte risiede la bellezza del mondo. L’uguaglianza parla attraverso le opere dell’uomo.
Le sculture Pop di Gianantonio Cristalli, uomini multicolori colti nel loro passaggio, non sono mai stanche, sono sempre se stesse e sanno che l’importante è la dinamicità. Per questo artista bolognese d’origine, la soglia è un «non luogo...è solo un momento di transito e come tale va oltrepassato, oltre essa c’è sempre qualcosa di nuovo».
Osservando le fotografie in negativo di Murri in cui il bianco e nero tra le sue barbie si confrontano nello spazio, la sua rappresentazione de la “soglia” verte: «In quel gioco di rimandi e riflessi, in cui si scopre che non esiste un'unica realtà e che tutto, in qualsiasi momento, può rinascere all'opposto, seppure complementare».
Con l’espressionismo astratto della Struglia, viviamo interamente l’emozione nel suo nascere. Così la “soglia” è quell’anticamera in cui l’artista crea e torna e ritorna a creare in quell’incessante desiderio di esistere; un’anticamera in cui le appare l’ispirazione per dare vita a nuove forme.
Ed ancora… la “soglia” per Antonella Stellini è un punto di approdo, dove poter osservare ciò che la circonda. Per la Martucci quel confine tra passato primitivo e futuro tecnologico è una soglia che va pensata come un ponte, più che come passaggio definitivo, per poter far comunicare continuamente queste due sfere epocali. Per Barbara Legnazzi il concetto di “soglia” rientra sicuramente in ciò che l’umanità ha vissuto in questi ultimi mesi, frutto di quella vertiginosa epidemia che ha colpito il mondo. Chi non vorrebbe attraversarla e superarla? Così, nell’opera “E adesso... vuoi ancora giocare con me?”, i bambini presenti, dopo le difficoltà che ha subito la loro terra, vogliono tornare a giocare!