La Tunisia
Lo spazio di Pelagica in via Termopili diventa un dispositivo di reinterpretazione del libro e di riflessione sul rapporto tra colonialismo e turismo nell’area mediterranea, con un focus su un’area geografica che proprio in questi giorni è protagonista di una controversa crisi internazionale.
Comunicato stampa
La Tunisia
Un progetto di Pelagica
La mostra è a cura di Pelagica in collaborazione con Marco Trulli (La Ville Ouverte)
Dal 23.10.2015 al 8.11.2015
Opening 23.10 h.18.30
Via termopili 28, Milano
La Tunisia è una monografia politico militare redatta dal Comando del Corpo di Stato Maggiore italiano e pubblicata nel febbraio 1912. La pubblicazione “La Tunisia” è definibile come un ambiguo resoconto geografico, politico ed etnografico sulla Tunisia del tempo.
In parte vademecum per colonialisti, in parte manuale scolastico, pensato forse anche come guida per turisti, questa pubblicazione è parte di una folta schiera di edizioni sull’Africa orientale tutte ricollegabili all’entusiasmo imperialistico e coloniale italiano della prima metà del Novecento.
Pelagica ha intrapreso un percorso di ricerca partendo da questo oggetto e utilizzandolo come espediente per uno scambio di vedute sul rapporto tra colonialismo e turismo. In occasione del circuito Off di Mediterranea 17, Pelagica presenta la prima parte del progetto “La Tunisia”, risultato di un anno di ricerca partendo proprio dal testo del 1912.
Laura Lecce e Fabrizio Vatieri, curatori di Pelagica hanno invitato a contribuire a questa ricerca gli artisti Giuseppe de Mattia, Giuseppe Fanizza, Tothi Folisi, Rachele Maistrello, NASTYNASTY© ( Emiliano Biondelli e Valentina Venturi ), Anna Positano e Angela Zurlo.
Lo spazio di Pelagica in via Termopili diventa un dispositivo di reinterpretazione del libro e di riflessione sul rapporto tra colonialismo e turismo nell’area mediterranea, con un focus su un’area geografica che proprio in questi giorni è protagonista di una controversa crisi internazionale.
Pelagica ha progettato un’installazione che tenta di sovvertire la museificazione delle grandi imprese coloniali, attraverso un display che raccoglie oggetti, libri, sculture, fotografie, video, interventi sonori, in parte prodotti ad hoc per il progetto, in parte reperti.