La Via di una Scimmia
Di fronte ai membri di un’accademia, una scimmia – o più precisamente una ex scimmia – espone, in un discorso, le tappe attraverso cui è arrivata a inserirsi con successo nella società degli uomini. Questa è la trama di Una relazione all’Accademia di Franz Kafka, paradossale apologo su un’integrazione disperata e grottesca. Racconto amaro, ironico, feroce nel descrivere gli uomini, buffo e malinconico allo stesso tempo.
Comunicato stampa
sabato 11 e domenica 12 aprile 2015
ore 21
“LA VIA DI UNA SCIMMIA”
testo e regia di Gaetano Sansone
consulenza artistica Luciana Melis
con Monica Bonomi
tratto da Relazione all’Accademia, di Franz Kafka
Teatro LabArca
Via Marco D’Oggiono 1, Milano
www.labarcadiannabonel.it
Prosegue la stagione 2014/2015 del Teatro LabArca con “La Via di una Scimmia”, per la regia di Gaetano Sansone è tratto dal testo di Franz Kafka, Relazione all’Accademia. Lo spettacolo, interpretato da Monica Bonomi, andrà in scena in due repliche sabato 11 e domenica 12 aprile alle ore 21.
Di fronte ai membri di un’accademia, una scimmia - o più precisamente una ex scimmia - espone, in un discorso, le tappe attraverso cui è arrivata a inserirsi con successo nella società degli uomini. Questa è la trama di Una relazione all’Accademia di Franz Kafka, paradossale apologo su un’integrazione disperata e grottesca. Racconto amaro, ironico, feroce nel descrivere gli uomini, buffo e malinconico allo stesso tempo.
La scimmia riuscirà ad arrivare alla gloria tra gli uomini uscendo dalla gabbia in cui era stata imprigionata, ma questa società ha come simbolo la bottiglia dell’acquavite, amaro calice che la scimmia dovrà bere per essere libera.
Molte tracce sono presenti in tale racconto: la presa in giro degli ebrei che volevano a tutti i costi inserirsi tra i gentili, un’allusione alla vita da impiegato di Kafka, una caricatura della creazione biblica, l’amore per i commedianti e il circo, la segreta pulsione verso l’animale interiore e molti altri ancora.
Si tratta di un processo inverso a quello della Metamorfosi, non l’uomo che degrada fino a diventare un insetto, ma la bestia che ascende alla dignità umana. Il risultato però non cambia. Per Kafka la via può procedere verso l’alto o verso il basso, ma non lascia mai spazio alla salvezza, si rimane sempre in cella, e questa, paradossalmente, diventa lo spazio interiore della propria libertà.