Laboratorio irregolare di Antonio Biasiucci

Informazioni Evento

Luogo
CHIESA DI SANTA MARIA DELLA MISERICORDIA AI VERGINI
Via Fuori Porta San Gennaro, 15 , Napoli, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

Dal 9 giugno al 30 luglio
Orari:
Lunedì: ore 16 - 20
Mercoledì: ore 16 - 20
Giovedì: ore 16 - 20
Venerdì: ore 16 - 20
Sabato: ore 16 - 20
Domenica: ore 10 - 13

Vernissage
07/06/2017

ore 19

Contatti
Sito web: http://www.laboratorioirregolare.net
Artisti
Antonio Biasucci
Generi
fotografia, collettiva

Mostra-installazione risultato della seconda edizione del “laboratorio irregolare” di Antonio Biasiucci.

Comunicato stampa

“EPIFANIE” è il titolo della mostra-installazione risultato della seconda edizione del “laboratorio irregolare” di Antonio Biasiucci, che si inaugurerà il 7 giugno alle ore 19.00, presso la chiesa di Santa Maria della Misericordia ai Vergini (Via Fuori Porta San Gennaro, 15 - 80137 Napoli ), sede dell'Associazione Culturale SMMAVE-Centro per l’Arte Contemporanea. Gli otto giovani fotografi del LAB 02 – Pasquale Autiero, Ciro Battiloro, Valentina De Rosa, Maurizio Esposito, Ivana Fabbricino, Vincenzo Pagliuca, Valerio Polici e Vincenzo Russo – esporranno i loro portfoli, che comprendono circa 150 opere fotografiche. La mostra si svolgerà nell'ambito del Napoli Teatro Festival Italia, diretto da Ruggero Cappuccio e organizzato dalla Fondazione Campania dei Festival, che ha adottato il progetto. Inoltre ha ricevuto il Matronato della Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee.

LAB/per un laboratorio irregolare è un progetto di Antonio Biasiucci e nasce nel 2012 per rispondere all'esigenza di creare un percorso per giovani artisti, completamente gratuito, in cui trasmettere un metodo di costante approfondimento e critica del proprio lavoro. Dopo l'esperienza della prima edizione del “laboratorio irregolare”, il progetto è proseguito intorno a un tavolo, nello studio di Biasiucci, per oltre due anni, in cui si sono incontrati i giovani artisti e il fotografo per raccogliere, condividere e sviluppare i loro lavori.

Scrive Antonio Biasiucci: “oggi restituisco quello che mi è stato dato, perché non ha senso che sia io solo a salvarmi. Metto a disposizione le mie conoscenze, affinché sia dato spazio, tempo e possibilità ad altri di fare buona fotografia attraverso un Laboratorio ispirato ad Antonio Neiwiller, regista napoletano scomparso venti anni fa, che io considero mio maestro. Il Laboratorio produce immagini essenziali, nelle quali l’autore può trovare una parte di sé; sono immagini che si aprono all’altro”. Il progetto applica dunque i metodi teatrali di Antonio Neiwiller alla fotografia. Non si tratta di una scuola in senso stretto, ma di un percorso dove l'azione didattica diventa un'azione di esistenza e dove la formazione non è fine a se stessa ma diviene: “lo stimolo a solleticare corde interne del pensiero e dell'emozione, affinché diventino delle epifanie pure e scarnificate” (Leo de Berardinis).

“Come l’azione dell’attore sul palcoscenico – spiega Giovanni Fiorentino, che presenta nel catalogo i principi e l’azione del Laboratorio - è ridotta all’essenza, così nel laboratorio irregolare il viaggio di formazione porta il fotografo a mirare all’interno di sé, ricercando una performance profonda, elaborata per sottrazione, che trasformi l’oggetto della ricerca stessa in soggetto dalla dimensione universale. Biasiucci ha messo intorno al tavolo otto esperienze di vita, e di fotografia, eterogenee, selezionandole tra più di cento di proposte per competenze e qualità della ricerca. Intorno a quel tavolo la fotografia è diventata uno strumento di connessione e di scambio continuo, apprendimento condiviso e relazione sensibile”.

Per questo i lavori del laboratorio irregolare sono sempre “Epifanie” dal contenuto e dalla forma eterogenea. Sguardi autonomi, guidati da un unico metodo, che mette insieme otto esperienze di vita e ricerche fotografiche diverse. Così Pasquale Autiero racconta delle contraddizioni inguaribili del Sud tra il sacro e il profano, Ciro Battiloro dell'umanità che popola il Rione Sanità a Napoli, Valentina De Rosa di persone affette da grave disabilità, Maurizio Esposito di una geografia dell'anima, Ivana Fabbrocino della percezione del sé attraverso l'autoritratto, Vincenzo Pagliuca di case ai margini dello spazio, Valerio Polici di un viaggio nel proprio immaginario, Vincenzo Russo della “riproducibilità dell’opera d’arte”.

Un tavolo lungo 15 metri, disegnato da Giovanni Francesco Frascino, su cui sono poggiati gli 8 portfoli-libro dei fotografi di LAB, illuminato da un'unica striscia di luce, accoglie i visitatori all'interno della Chiesa di Santa Maria della Misericordia ai Vergini, detta La Misericordiella. Un antico complesso, all’ingresso del Borgo dei Vergini, che da luglio 2015, dopo un lungo abbandono, è stato recuperato dall'Associazione Culturale SMMAVE-Centro per l’Arte Contemporanea, presieduta dall’artista Christian Leperino, per renderlo nuovamente un luogo aperto all’incontro, alla relazione, alla partecipazione e che si apre per la prima volta al pubblico per una esposizione in occasione del Laboratorio Irregolare accogliendo l'invito alla condivisione con la città, quale vuole essere il “laboratorio irregolare”. Questo ambiente scarno e essenziale, dove il tavolo protagonista indiscusso del laboratorio, diviene elemento centrale anche della mostra, in cui la semioscurità favorisce una dimensione intima e di contatto verso il sentire di ogni autore.

Ruggero Cappuccio commenta il legame tra il laboratorio irregolare e il Napoli Teatro Festival Italia, di cui è direttore: “La straordinaria ispirazione artistica di Antonio Biasiucci coglie il rapporto fra tradizione e modernità con rara potenza. Il suo lavoro per le giovani generazioni specchia perfettamente le linee guida del Napoli Teatro Festival Italia: la trasmissione dei saperi e la fecondazione dell'antico per produrre nuove gemmazioni”.

Andrea Viliani, direttore della Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee / MADRE, che ha concesso il Matronato al progetto fin dalla sua prima edizione, definisce il Laboratorio di Biasiucci “un museo ideale, una buona pratica anche per le istituzioni propriamente dette: un museo diffuso, condiviso, partecipato, responsabile, sperimentale, radicato e allo stesso tempo prospettico, volto all’affermazione di una pratica artistica intesa come forma di conoscenza plurale, non solo dell’arte ma del mondo, che viene messa a disposizione degli artisti emergenti e di chi anche solo sente che dall’arte può trarre stimoli indispensabili per comprendere la realtà che ci circonda e propagare una pratica quotidiana di libertà individuale e sviluppo collettivo… uno strumento etico tanto quanto estetico. L’incontro fra il museo MADRE, il Laboratorio di Biasiucci e l’associazione SMMAVE, anch’esso sostenuta da un artista come Christian Leperino, getta un ponte non solo fra questi soggetti, o fra i due quartieri di San Lorenzo e della Sanità, ma all’interno di un’intera comunità, chiamata a dire la sua, a esprimersi, a rafforzare le proprie aspirazioni e fugare le priorie paure. Questo significa, per il MADRE, semplicemente svolgere la propria missione di istituzione pubblica regionale, al fianco della nostra comunità e dei suoi artisti-cittadini”.

Ma l'esperienza di LAB 02 non si esaurisce a Napoli: mentre alla Sanità sarà protagonista il tavolo che raccoglie i risultati del Laboratorio, a Roma, dal 14 giugno, presso la Galleria del Cembalo, una delle più prestigiose gallerie di fotografia italiana, i ragazzi del Lab presenteranno i loro lavori a parete, quindi in una forma espositiva diversa utilizzando i grandi spazi della galleria.

“Fare il Laboratorio non significa diventare artisti, ma è il tentativo di scoprire cosa è importante; aiuta a distinguere il fondamentale dall’effimero, ad acquisire una forma mentis, una metodologia che è funzionale perlomeno a realizzare una fotografia che non mente. Una fotografia, appunto, una fotografia di se stessi. Nel Laboratorio non si privilegia un genere ma, al contrario, si punta alla cancellazione del genere. È privilegiato solo il proprio dire che eventualmente può prevedere più generi per comunicarlo. Aiuta a capire che lo scambio, il confronto, il relazionarsi sono fondamentali per crescere, insegna ad avere il coraggio di presentarsi nudi, ma consapevoli che è questo l’unico modo possibile”, così Biasiucci parla del Laboratorio Irregolare.

Gli otto lavori di Epifanie sono pubblicati in un catalogo, a cura di Antonio Biasiucci, e edito da Peliti Associati.

Sito web: www.laboratorioirregolare.net | FB: www.facebook.com/perunlaboratorioirregolare