Laloba – Io la piuma
Io la piuma mette in scena una videoinstallazione e tre frames dal piano sequenza Spazi liquidi.
Comunicato stampa
Io la piuma mette in scena una videoinstallazione e tre frames dal piano sequenza Spazi liquidi.
“Io la piuma cerca un albero dove costruire il suo nido. Arriva da lontano, è riuscito a sfuggire ma gli danno la caccia, non trova pace. Macerie, rovine, nessun luogo è ospitale. Io la piuma si guarda intorno, sbigottito: che strano posto è mai questo? Dove niente vola e tutto resta a terra, ancorato al peso materiale dei corpi, delle cose, delle circostanze? Io la piuma lancia un richiamo ma nessuno risponde. Il suo è un canto solitario, che risuona come un urlo silenzioso. Nessuna risposta alla sua richiesta di aiuto, nessun verso, suono, segnale, che faccia da eco al suo appello disperato. Io la piuma è sciamano e Urutáu, è maschio e femmina, è uomo e animale, è angelo e demone. È lamento e preghiera, è canto e compianto, è sogno e realtà, è Astolfo ed Agilulfo, è Barone Rampante e Micromega, sospeso sul filo sottile che separa l’oggettività dall’immaginazione, l’immanenza dall’illusione. Io la piuma è messaggero e portavoce di un mondo in cui non l’avere ma l’essere è la massima aspirazione dei suoi abitanti. Essere in quanto tale, essere parte di tutto e come il tutto, essere dentro e fuori, essere, esserci in relazione, grazie e rispetto a se stesso ed agli altri. Un mondo in cui non l’ineluttabilità della materia ma l’equilibrio delle forze, non la fatalità del corpo ma il bilanciamento tra gravità e sospensione, non il peso e la forza ma l’essenza sono alla base della sua costituzione e della sua ragion d’essere.
La precisione per gli antichi Egizi era simboleggiata da una piuma che serviva da peso sul piatto della bilancia dove si pesano le anime. Se il cuore pesa di più di una piuma, non si è degni del regno di Osiride. E’ un concetto olistico di diritto e quindi di giustizia. Io la piuma è fatto di piume ma la sua è una fragilità solo apparente. Una leggerezza che non è futilità, capriccio o superficialità ma, al contrario, levità, intelligibilità, immediatezza. Io la piuma non è l’aquilone, in balia di ogni sussurro di vento ma la libertà, fiera, di un’aquila che si libra sicura tra le correnti fendendo coraggiosamente l’aria. Io la piuma è un’idea sostenibile o piuttosto, è la sostenibile leggerezza dell’essere.” (Silvia Sfrecola Romani)
L’attività artistica della Loba, ispirata e dedicata ai luoghi -sia nel senso di luogo fisico che di luogo poetico- si esprime in installazioni ambientali, performances, scenografie. Obiettivi prioritari de LaLoba sono l’interazione con il luogo attraverso la ricerca del suo patrimonio sia naturale che di tradizioni e culture e l’attivazione di laboratori in cui coinvolgere, in un’esperienza creativa e di riqualificazione del territorio, ragazzi ed adulti in un’ottica di arte partecipata.
Il Gruppo artistico Laloba nasce nel 2001 da Anna Crescenzi, Tina De Filippo e Renata Petti. Dal 2009 è formato da Anna Crescenzi e Renata Petti. Ha realizzato: La tavola di S. Giuseppe nell’ambito delle manifestazioni di Kalenarte, in esposizione permanente nel Centro Antico di Casacalenda (CB); oggetti e costumi di scena per il mediometraggio Inferno blu (regia di Renata Petti) e per la performance Rami di osso. 2005: due grandi installazioni Rami Fossili e L’albero della poesia, nell’ambito delle manifestazioni d’arte partecipata del “Villaggio dell’Arte”, Capriati a Volturno (CE); Baracche/aree ai margini nell’ambito del Piano Urbanistico Comunale di S. Mango (Sa); video Stop and go e Skin Cage con Fabrizia De Palma e Raymond La Motte. 2009: La cena delle ceneri installazione ispirata a Giordano Bruno per il parco Letterario Castello di Cicala, Nola (Na). 2010: Festival del libro d’artista, Barcellona (Spagna); rassegna Naturarte, Lodi; installazione site-specific SEmi, Giardino della Minerva, Salerno. 2011: installazione site-specific Kill PIL, galleria Nuvolearte, Montesarchio (BN); installazione site-specific Arca, Borgo di Nocelle, Positano (Sa); rassegna “Porte d’artista 2011”; videoinstallazione Il libro del Cielo e dell’Inferno, Complesso di S. Sofia, Salerno; installazione ambientale virtuale site-specific Come un fossile, nell’ambito del progetto “A onE project”, Positano (Sa).