Lamya Gargash
In riferimento ai relitti di unʼarchitettura in continuo auto-rinnovamento, la Gargash documenta gli spazi dimenticati sia pubblici sia privati nella società degli Emirati Arabi. Attraverso questa pratica, lʼartista investiga la rapida corsa alla quale ciò che le sta intorno cambia e ciò che viene tralasciato quando una cultura attraversa una profonda evoluzione.
Comunicato stampa
La Galleria Marabini è lieta di presentare la prima personale Italiana dell’artista di Dubai Lamya Gargash(1982).
In riferimento ai relitti di unʼarchitettura in continuo auto-rinnovamento, la Gargash documenta gli spazi dimenticati sia pubblici sia privati nella società degli Emirati Arabi. Attraverso questa pratica, lʼartista investiga la rapida corsa alla quale ciò che le sta intorno cambia e ciò che viene tralasciato quando una cultura attraversa una profonda evoluzione.
Accompagna l'esposizione il libro intitolato Presence in riferimento ad una serie fotografica che documenta le case e
le strutture negli Emirati Arabi Uniti recentemente
liberate in quanto abbandonate o lasciate vuote per essere demolite.
Presence ha a che fare con lʼidea di sussistenza in spazi rinnegati, e la prevalenza dellʼidentità nelle abitazioni ed edifici abbandonati di città arabe quali soprattutto Dubai, Sharjah e Ajman.
Gli spazi documentati variano dallʼessere semi-abbandonati(persone in procinto di trasferirsi in case più nuove) a quelli che presto verranno demoliti. Questi interni rappresentano una cultura giovane che è nata, dopo il boom del petrolio, circa una trentina di anni fa. Ora, col bisogno di un “moderno” andare avanti, lʼestinguersi culturale è tristemente inevitabile e con esso il formarsi di una nuova identità. Il ritmo veloce a cui queste strutture vengono rinnovate o costruite, lascia veramente poco tempo al cruccio e al dolore per lʼabbandono di questi spazi.
Le case o gli edifici presentati in questi spazi possiedono caratteristiche differenti. Alcuni sono liberi da poco tempo, mentre altri sono stati deserti a lungo. Alcuni spazi erano ancora occupati quando lʼartista ha iniziato questo progetto e le famiglie che vi abitavano stavano preparandosi a trasferirsi in case più nuove.
I livelli di abbandono illustrati in queste stanze riflettono la storia di queste aree e ne concludono il destino. Eʼ incerto ciò che si nasconde nel futuro di questi edifici, ma perlomeno si capisce ciò che è accaduto in essi. Sfortunatamente lʼattuale tendenza alla modernizzazione ha trasformato le vecchie e culturali infrastrutture in villaggi turistici, condomini di lusso e grandi magazzini.
Questo progetto è un viaggio visivo attraverso spazi e stanze che esprimono carattere ed identità attraverso la loro mancanza di una presenza fisica; documenta lo spazio e le persone visivamente inesistenti. Questi spazi tormentano quasi lo spettatore e creano una struttura narrativa. Parlano di vite un tempo esistite, o tuttora esistenti, e illustrano la triste nozione di alienazione.
I personaggi sono presenti nei dettagli intrappolati in questi spazi; questi forniscono una visione nel privato delle loro vite,di nuova cultura ed un nuovo passato evolveranno dalla reminiscenza di ciò che è stato abbandonato.
Gargash ha ricevuto il Master di Arte in Communication Design a Saint Martins in Inghilterra nel 2007, dopo essersi laureata allʼuniversità americana di Sharjah nel 2004. Ha partecipato a mostre collettive in Canada, Svizzera, Olanda, Giappone e Francia oltre che negli Emirati. Ha rappresentato il padiglione degli Emirati Arabi alla 53esima Biennale di Venezia. Gli Emirati
Arabi sono stati il primo paese tra quelli del Golfo arabo a partecipare con un padiglione nazionale alla Biennale, e la Gargash ha presentato una selezione del suo lavoro tratta dalla serie Familial.
Nella sua carriera Lamya Gargash ha vinto molti premi per le sue opere fotografiche e film.
Nel 2004 ha ricevuto il primo premio
al Emirates Film Festival, e il premio Ibdaa Social Jury per il suo film intitolato Wet Tiles.