L’ancora e il delfino. Seminario internazionale su Aldo Manuzio
È questo il primo appuntamento ambrosiano dedicato al celebre stampatore veneziano, in occasione del quinto centenario della sua morte che vedrà una seconda giornata di studi, il prossimo 19 novembre.
Comunicato stampa
È questo il primo appuntamento ambrosiano dedicato al celebre stampatore veneziano, in occasione del quinto centenario della sua morte che vedrà una seconda giornata di studi, il prossimo 19 novembre.
E dal 1° dicembre 2015 al 28 febbraio 2016, una mostra alla Biblioteca Ambrosiana, presenterà un’ampia selezione dei suoi stampati più preziosi.
Nel quinto centenario della morte di Aldo Manuzio (1515-2015) l'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e la Veneranda Biblioteca Ambrosiana organizzano un seminario internazionale, dal titolo L’ancora e il delfino, dedicato alla figura del celebre stampatore veneziano, a cura della Classe di Studi Greci e Latini dell’Accademia Ambrosiana.
L’appuntamento è il programma mercoledì 18 marzo 2015; la sessione di lavori inizierà, alle ore 9.00, all’Università Cattolica del Sacro Cuore, con l’intervento di Carlo Pulsoni (Università di Perugia) su Manuzio, Bembo, Petrarca, seguito, alle 10.30, da quello di Alexander Vanautgarden (Bibliotèque de Genève) su Alde Manuce, éditeur D’Érasme.
Alle ore 14.00, il simposio si sposterà alla Biblioteca Ambrosiana, con l’intervento di James Clouhg (Politecnico di Milano) e Riccardo Olocco (Typographic Design) che parleranno de Il romano di Aldo: il “Bembo” del De Aetna 1496.
Particolarmente interessante sarà, alle 15.30, il percorso che mostrerà alcune delle numerosissime edizioni originali aldine conservate nella Biblioteca Ambrosiana, con la guida di Edoardo Barbieri (Università Cattolica) e Massimo Rodella (Biblioteca Ambrosiana).
L’omaggio della Veneranda Biblioteca Ambrosiana ad Aldo Manuzio si arricchisce di altre due iniziative.
La prima è la giornata di studi, giovedì 19 novembre, Five Centuries Later: Culture, Typography and Philology in Aldus Manutius, in collaborazione con The Grolier Club di New York.
L’altra, è l’esposizione, curata da Marina Bonomelli e Angelo Colombo, in programma dal 1° dicembre 2015 al 28 febbraio 2016 alla Pinacoteca Ambrosiana, che ripercorrerà l’attività di Aldo Manuzio attraverso una selezione dei suoi stampati custoditi in Ambrosiana.
Nel panorama nazionale ed internazionale, le aldine dall’Ambrosiana occupano un posto considerevole con ben 93 edizioni censite, sulle 124 uscite dai torchi di Manuzio dal 1494 al 1515. L’importanza di questo fondo è dovuta al fatto che vi è rappresentata la quasi totalità delle edizioni stampate dal Manuzio, con un numero complessivo di 205 esemplari. Si tratta senza dubbio di un patrimonio di notevole rilevanza se si raffronta con quello della Biblioteca Nazionale Marciana di Venezia (153 esemplari) e con quello custodito presso la Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze e la Biblioteca Medicea Laurenziana che ammonta in totale a 142 esemplari. Le aldine dell’Ambrosiana coprono tutto il percorso ventennale dell’attività di Manuzio con 28 incunaboli e 65 cinquecentine: la prima opera è l’Erotemata del Lascaris stampata il 28 febbraio 1495 mentre quella che segna la chiusura della produzione di Manuzio è il De rerum natura di Lucrezio, stampata nel gennaio del 1515.
Fra gli incunaboli non mancano i grandi capolavori: il De Aetna di Pietro Bembo (1495) nel bel carattere romano dall’aspetto chiaro e armonioso; le Epistole di Santa Caterina da Siena (1499), opera nella quale si riscontra per la prima volta il carattere corsivo e l’Hypnerotomachia Poliphili (1499), riconosciuto come il più bel libro illustrato del Rinascimento.
Ma va anche segnalato il poema Vaticinium dell’Amaseo, scritto destinato a segnare la delicata alleanza della Serenissima a fianco della Francia contro il ducato di Milano, la cui estrema rarità è oggi dovuta al carattere effimero dei prodotti d’occasione che, come questo, venivano stampati solo in poche copie.
Quanto invece alle cinquecentine si evidenziano punte di eccezione con undici edizioni prodotte nel 1502 e nove nel 1501; non mancano le opere prodotte dal 1507 al 1509, gli anni della scarsa attività di Aldo. Tra queste vale la pena di segnalare il Virgilio del 1501, l’opera che segna l’apertura delle edizioni in-8, la cui dimensione tascabile permise la grande circolazione del libro nell’Europa del Cinquecento, facilitando la rinascita della cultura classica. Non vanno inoltre trascurati i Moralia di Plutarco del 1509 di cui l’Ambrosiana possiede anche l’archetipo manoscritto duecentesco usato da Aldo Manuzio per la stampa.
Milano, marzo 2015
L'ancora e il delfino. Seminario internazionale su Aldo Manuzio
Milano, Università Cattolica del Sacro Cuore (largo Gemelli, 1) e Biblioteca Ambrosiana (piazza Pio XI, 2)
Mercoledì 18 marzo 2015