L’arte dello sguardo

Informazioni Evento

Luogo
VILLA POMINI
Via Don Luigi Testori 14, Castellanza, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al
Vernissage
19/01/2014

ore 18

Curatori
Claudio Argentiero
Generi
fotografia, collettiva

Quattro mostre, di noti autori ed emergenti, presentano le tendenze
della fotografia contemporanea.

Comunicato stampa

L’ARTE DELLO SGUARDO
Tendenze della fotografia contemporanea
Rassegna a cura di Claudio Argentiero - Archivio Fotografico Italiano

19 gennaio 2014 – 9 febbraio 2014
Villa Pomini – Castellanza (Va)

L’Afi - Archivio Fotografico Italiano – con il patrocinio dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Castellanza (Va), organizza dal 19 gennaio al 9 febbraio 2014 presso la storica villa Pomini, la rassegna fotografica dal titolo:
L’Arte dello sguardo – Tendenze della fotografia contemporanea.

Quattro le esposizioni in programma:

MAURIZIO GALIMBERTI
PAESAGGIO ITALIA
Courtesy GiArt Visioni d’Arte
Un’ accurata selezione di opere tratte dall’omonimo libro di successo, una sintesi della ricerca artistica di Maurizio Galimberti attraverso la riscoperta e la narrazione del nostro Paese, di alcuni posti scelti dall’autore per la loro significatività e da lui stesso eletti a luoghi del cuore continuando e affinando la sua indagine iniziata già nei primi anni ’90, accompagnata da un libro di grande successo e di grande formato.
Il risultato è un lavoro antologico fuori dall'ordinario sul tema del paesaggio italiano, ritratto attraverso tutte le forme espressive sperimentate dall'Instant Artist con le sue Polaroid. Un caleidoscopio di immagini, composto di scatti unici non ripetibili per raccontare i percorsi e le divagazioni di Maurizio Galimberti, che trasfigura lo sguardo attraverso un nuovo mondo, in grado di riportare allo spettatore l'esperienza di trasformazione e rinnovamento maturata dall'artista in questi oltre venti anni di lavoro sul paesaggio. "Un nuovo esordio" così lo definisce Denis Curti, che di lui scrive: "Con questo nuovo e sorprendente “Viaggio in Italia” Maurizio Galimberti prosegue la ricerca fotografica dedicata a luoghi, spazi, paesaggi e orizzonti. Tra le diverse traiettorie possibili, Galimberti cerca l’astrazione, ma deve fare i conti con il senso di appartenenza, con i punti fermi e riconoscibili delle architetture, con il fascino delle piazze, con la forza abbagliante della luce della Puglia, con la patina di commozione della pianura, con l’orgoglio barocco della Sicilia. Con Milano, la sua città. Qui vive e lavora. Per certi tratti il percorso visivo si fa autobiografico e Galimberti non si risparmia. Scatta senza sosta nuovi mosaici e immagini singole. Riporta in luce alcune polaroid scattate negli anni ’90, prova della sua dedizione e fedeltà verso una certa idea di italianità, che sono destinate a restare sullo sfondo: pedine utili a non perdere la strada".
Le sue polaroid, grazie alle diverse possibilità compositive sperimentate, diventano scrigno di infinite visioni, che consentono una rilettura ed una riscoperta dei luoghi del nostro paese assolutamente inaspettate. Architetture, città, volti di paesaggio verranno proposti sottoforma di singole polaroid, “mosaici”, ready-made, ovvero di quelle che rappresentano le modalità tecniche e di espressione privilegiate da sempre dall’artista che, in questa occasione, sperimenta in anteprima mondiale la nuova pellicola Impossible, primo esemplare in bianco e nero. In questa narrazione, Galimberti dimostra di aver raggiunto una consapevolezza artistica che si rivela nell’atteggiamento fotografico di chi oramai è pronto a disorientarsi, lasciandosi alle spalle il proprio luogo comune. Sia che l’artista si esprima attraverso le singole polaroid, che si cimenti nelle ardite composizioni degli oramai celeberrimi mosaici o che dalla foto riesca a dar vita ad un oggetto nuovo, il risultato è sempre sorprendente.
Singole. Le Polaroid singole di Galimberti non sembrano solo appunti di viaggio per sottrarre all’oblio i momenti focali. Che riquadrino silhouettes o giochino con i riflessi, le sovrapposizioni, le ombre – anche quella dell’artista, a formare un autoritratto – o che privilegino porzioni di cielo e di mare, scorci di città, dettagli di monumenti o angoli anonimi, le immagini restituiscono una dimensione strettamente personale, intima, declinata secondo un registro lirico.
Mosaici. La fortuna del nome di Galimberti su vasta scala è probabilmente legata ai suoi mosaici, quadri composti da una serie di singole Polaroid allineate come tessere e incollate secondo una precisa sequenza. La visione d’insieme fornisce la chiave per apprezzare il soggetto nella sua – sempre parziale – interezza. L’artista sottopone le forme a un moto centrifugo, che ne scompone le fattezze in una miriade di schegge; il loro successivo assemblaggio restituisce una sorta di unità e una certa leggibilità.
Ready-made. Galimberti reinterpreta, con spirito ludico e creativo, il ready-made di origine duchampiana. Appropriandosi di oggetti diversi – lettere, cartoline, mappe, immagini, riproduzioni fotografiche, fogli pubblicitari – ne tramuta la natura attraverso l’impiego della Polaroid. Nel suo procedere, scatta su porzioni selezionate dell’oggetto, lo riquadra, ne isola particolari a volte significativi, a volte marginali, preleva campioni. Poi assembla i risultati, li accosta, li unisce, li incolla.
Manipolazione. La sperimentazione declinata in varie forme è ciò che accomuna e unisce tutto il poliedrico lavoro di Galimberti. La manipolazione delle fotografie avviene per livelli di intensità variabile: talvolta si tratta di una sfocatura che avvolge i dati celandoli all’osservazione, altre volte di veri e propri interventi, dal sapore Pop, di mascheratura dei soggetti.
Arricchisce la visione del percorso espositivo il primo catalogo, con oltre 300 opere, che ripercorre tutta la ricerca artistica di Galimberti sul paesaggio. Edito da Marsilio, con testi critici di Benedetta Donato e di Denis Curti, e con contributi del premio Oscar Nicola Piovani, dell’architetto e designer di fama internazionale Michele De Lucchi e del fotografo e Art Director di Ogilvy&Mather Giuseppe Mastromatteo.

Maurizio Galimberti nasce a Como nel 1956 e cresce a Meda. Studia da geometra e nei cantieri affina il punto di vista rigoroso con cui impressionerà il mondo.
Sin da ragazzo partecipa a numerosi concorsi fotografici, vincendoli, addirittura con nomi diversi come quello della madre o della moglie. All’inizio usa la classica pellicola analogica lavorando molto con una fotocamera ad obbiettivo rotante widelux in bianco e nero e in diapo/cibachrome, poi nel 1983 inizia la sua passione-ossessione per la Polaroid. La sceglie per il semplice motivo che non sopportava l’attesa dello sviluppo per vedere il risultato del suo scatto e anche per una eterna paura del buio della camera oscura. Si accorge inoltre che la resa dei colori con la pellicola istantanea è semplicemente magica ed inizia un lungo percorso fino ad oggi di ricerca e di sperimentazione nell’uso di questo media.
Nei primi anni novanta infatti, abbandona l’attività edilizia di famiglia e decide di dedicarsi solo alla fotografia.
Nel 1991 inizia la collaborazione con Polaroid Italia della quale diventa ben presto il testimonial ufficiale e che ha come risultato il volume POLAROID PRO ART pubblicato nel 1995, vero oggetto di culto per gli appassionati di pellicola polaroid di tipo integrale.
Il 1997 è l’anno che vede l’entrata nel mondo del collezionismo d’arte dei suoi mosaici di polaroid.
Nello sviluppo di questa sua peculiare tecnica hanno grande influenza il futurismo di Boccioni e il movimento cinetico esasperato di Duchamp.
Galimberti riesce in un istante a visualizzare una complessa scomposizione dell’immagine da ritrarre, matematica nel suo rigore e musicale nell’armonia d’insieme, che realizza di getto leggendo le note nella sua mente.
Con la stessa tecnica diviene conosciuto per i suoi ritratti, sempre a mosaico. Arriva nel 1999 la nomina al primo posto nella classifica dei foto-ritrattisti italiani redatta dalla rivista Class. La popolarità e successo con cui vengono accolte queste inusuali rappresentazioni di volti lo portano a partecipare nel ruolo di ritrattista a numerose edizioni del Festival del Cinema di Venezia.
In particolare, nell’edizione del festival del 2003, il suo ritratto di Johnny Depp sarà la copertina del Times Magazine inglese del 27 settembre dello stesso anno.
La curiosità per la particolare tecnica da lui sviluppata ha suscitato l’interesse di numerose aziende leader in vari settori, tra le quali: Milan calcio (“Il Milan del centenario”) Fiat Auto (calendario 2006, libro “Viaggio in Italia…nuova fiat 500″) Kerakoll (libro “NewYorkmatericomovimentosa”) Jaeger Lecoultre (libro “La grand maison”) Illy caffè (campagna istituzionale 2008) Nokia ( libro “telefoninotempoemozione”)Lancia Auto (ritratti alla 66a mostra del cinema di Venezia).
Nel 2005 l’incontro con i Sig.ri Fumagalli, appassionati e collezionisti di arte contemporanea, ha permesso a Galimberti di iniziare la realizzazione di importanti volumi sulle città del mondo come New York, Venezia, Berlino. Inoltre nel 2007 viene fondato l’Archivio NordEst che raccoglie, numera e cataloga le sue opere al fine di valorizzarle e di tutelarne l’autenticità.
Nell’ottobre 2009 in occasione della riapertura di Polaroid è invitato in veste di testimonial ufficiale alla fiera della fotografia di Hong Kong , di Las Vegas e al Tribeca Film Festival, realizzando portraits performance con Lady Gaga, Chuck Close e Robert de Niro.
Nell’Aprile 2011 all’interno della prestigiosa collana di film/dvd sui grandi della fotografia Italiana, prodotta da GiArt di Bologna ed editata da Contrasto, è uscito il film/dvd ” Maurizio Galimberti ”
Nell’ Aprile del 2011, IMPOSSIBLE, nuovo brand produttore di instant film , gli ha dedicato un instant film b&w denominato ” IMPOSSIBLE MAURIZIO GALIMBERTI SPECIAL EDITION”.
Galimberti è stato inoltre visiting professor alla Domus Academy, alla facolta’ di Industrial Design alla Universita’ Bicocca di Milano e, all’Istituto Italiano di fotografia di Milano.
Tiene regolarmente workshop di fotografia creativa durante i principali festival fotografici.
Le sue opere fanno parte delle più importanti collezioni di fotografia.
Attualmente lavora ad un prestigioso volume sulla città di Milano in vista dell’Expo del 2015.
Con GiArt di Bologna ha realizzato il progetto “PAESAGGIO ITALIA”, dal quale è stato tratto l’omonimo libro edito da Marsilio Editori SpA in distribuzione da febbraio 2013.
Con GiArt di Bologna sta realizzando un progetto sulla citta’ di Parigi ed uno ricco di contaminazioni fotografiche con le avanguardie del 900 , in particolar modo dadaismo e surrealismo, denominato “AriDadaKalimba”.
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RENATO MARCIALIS
LE LUCI E OMBRE DI CARAVAGGIO

...e riposto il pennello, disegnai con un raggio di luce, forme e colori, altresì nascosti da una incommensurabile oscurità.

Nulla di meglio di questa concisa frase, spiega la tecnica fotografica delle mie immagini.
Il tipico pennello del pittore intriso di colori, in questo caso è sostituito da un ugual pennello dal quale al posto dei colori, scaturisce un raggio di luce con cui illumino, dove ritengo opportuno , i soggetti posizionati in una accurata composizione.
Ulteriore peculiarità è la scelta del supporto su cui vengono stampate : tela fine art che insieme alla tecnica fotografica e alla apposizione di una vernice di protezione applicata a mano, crea una superficie leggermente striata dovuta dalle setole del pennello e porta spesso chi guarda queste immagini a scambiarle per veri dipinti ad olio.
Mi ricordano il grande Michelangelo Merisi detto il Caravaggio, dove la rivoluzione sta nel naturalismo della sua opera, espressa negli elementi dei suoi dipinti e nelle atmosfere, in cui la plasticità delle figure viene evidenziata dalla particolare illuminazione che teatralmente sottolinea i volumi dei soggetti ed essi escono improvvisamente dal buio della scena.
Sono pochi i quadri nei quali il pittore lombardo dipinge lo sfondo, lasciato nettamente in secondo piano rispetto ai soggetti, i veri e soli protagonisti della sua opera.
Per la realizzazione dei suoi dipinti, Caravaggio nel suo studio posizionava delle lanterne in punti specifici per far si che i modelli venissero illuminati solo in parte, mediante “luce radente”.
Attraverso questo artificio, Caravaggio evidenziava le parti della scena che più riteneva
interessanti lasciando il resto nell’oscurità. E con l’ironia che spesso mi contraddistingue, ho voluto chiamare questa nuova avventura artistica “Caravaggio in cucina”.
Perché Caravaggio in cucina?
Mi piace pensare con la fantasia, che il Maestro trovandosi in un palazzo di un suo committente, nel girovagare tra saloni e corridoi , alla fine sbuchi in una immensa cucina dove un numero esasperato di ingredienti lo accolgano in bella vista.
E lui che fa con tutto questo ben di Dio ? Li ritrae uno ad uno.

Renato Marcialis nasce a Venezia nel 1956 e da oltre 37 anni è specializzato nel setto eno-gastronomico.
Nel 1970 inizia la grande avventura di un ancora inconsapevole artista dell'immagine. Comincia a lavorare in bottega dove ha l’occasione di osservare sul campo il lavoro di due fotografi specializzati in meeting aziendali e matrimoni della Milano bene, dove ville da sogno e pranzi da favola sono all’ordine del giorno.
Dopo due anni cambia studio e viene "promosso" stampatore da un fotografo specializzato in riprese industriali: lampadari, giocattoli e articoli da regalo.
Dopo sei mesi di quella vita Renato, ormai diciassettenne, si sente pronto al grande passo tanto che minaccia il titolare di dimettersi qualora non gli consenta di fotografare in sala posa.
Il suo talento incomincia a germogliare.
Nel frattempo il fratello maggiore Riccardo, già art director affermato, inizia una nuova avventura nella fotografia di gastronomia e nel 1976 propone a Renato una collaborazione che durerà ben dieci anni.
Successivamente decide di aprire uno studio per conto suo e nei cinque anni seguenti fotograferà di tutto: dalla moda, al reportage, dallo still-life alle riprese industriali per capire quale sarà il suo settore in avvenire. Nel 1992 abbandona tutto per specializzarsi solo ed esclusivamente nella gastronomia.
Arrivano i riconoscimenti pubblici: appare negli "inserti " delle riviste specializzate, viene premiato a Venezia con i colleghi Oliviero Toscani e Vittorio Storaro e nello stesso anno vince anche la Golden Mamiya a Numana.
Il passo verso l'arte è breve. Da una sperimentazione della luce, nasce “Caravaggio in cucina”.
E non finisce qui.
www.caravaggioincucina.it
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HYPERACTIVE STUDIO
ONE

"Il progetto ONE, nasce intorno e dentro una grande cornice. Di quelle preziose, di una volta.
Di quelle destinate a contenere ritratti importanti e storie da raccontare. E quale storia merita di essere raccontata più di quella della nostra vita?
Anche quelle apparentemente più ordinarie, nascondono pennellate originali e colori inaspettati.
In meno di 6 mesi, la cornice ha ospitato 356 persone, 8 cani, 3 gatti, uno Zoo, 3 neonati, 1.354 lattine di birra, 23 valigie, 2 frustini, 3 biciclette, 12 dischi d’epoca, 45 pupazzi, qualche pagliaccio, gente non meno folle ma anche seri professionisti.
Un progetto che si è sviluppato solo grazie al passaparola su Facebook, generando una virale e crescente richiesta di finire immortalati e “appesi al muro”, e facendo registrare oltre 2000 contatti sulla pagina di Hyperactive Studio.
Senza pretese sociologiche, la cornice ci regala un piccolo spaccato della società di oggi, e ci permette di osservare un po’ il quadro della situazione, tra famiglie, single, amici, personaggi famosi e persone comuni.
La cornice diventa così un luogo per esprimersi, accettando la sfida di raccontarsi con pochi semplici oggetti capaci di riassumere se stessi e la propria vita. Un lavoro di sintesi affascinante, alla ricerca delle proprie priorità. Non solo, la cornice è anche la possibilità di scegliere quello per cui si vuole essere ricordati.
ONE. Una vita. Una cornice. Una foto. 111 storie da raccontare."
Hyperactive Studio nasce nel marzo del 2010 dall’unione professionale di Mauro Turatti e Mattia Giani.
Sin da giovanissimo Mauro affina la tecnica fotografica, inserendosi molto presto nel mondo pubblicitario e vantando campagne pubblicitarie importanti già dal 2004.
Mattia invece matura negli stessi anni varie esperienze come post produttore collaborando con diversi studi fotografici.
Insieme hanno creato una struttura moderna in grado di creare immagini pubblicitarie di alto livello che li pone tra gli studi emergenti del panorama italiano.
La creazione di scatti per campagne pubblicitarie è sempre affiancata dalla realizzazione di fotografie di ricerca, che avvicinano il mondo dell’arte in maniera caratteristica.
Quello che oggi Hyperactive Studio si pone è di non fermarsi mai, continuare a sperimentare, sognare e crescere professionalmente per affermarsi sempre di più a livello internazionale.
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CARLO BOSCHETTO
IN LIBRO VERITAS
Premio Portfolio Afi-Epson 2013
Una serie di immagini per raccontare con ironia come dietro alla scelta di un libro possano nascondersi verità inaspettate: i nostri desideri più reconditi, i nostri vizi e le nostre virtù, la nostra voglia di trasgressione. Perché noi non siamo quello che leggiamo ma leggiamo ciò che vorremmo essere.
Un giovane autore che in modo ironico usa la fotografia per stimolare riflessioni sulla nostra società, con un linguaggio espressivo ed eloquente.
Carlo Boschetto nasce a Busto Arsizio nel 1969, è Geologo e oggi vive a Legnano .
Fin da bambino, quando ha ricevuto in dono la sua prima reflex ha alimentato la sua passione per la fotografia.
Per la prima volta espone le sue fotografie risultato di un percorso iniziato quasi per caso nel 2012 e che lo hanno portato a vincere il premio Portfolio AFI Epson lo scorso mese di Novembre.