Last finds
La mostra, che rientra tra le proposte del Servizio Educativo della Soprintendenza per i Beni Archeologici di Napoli che da tempo ha avviato il dialogo tra antico e contemporaneo, comprende quattro postazioni di scavo, che rivelano il ritrovamento dei frammenti sparsi di alcune superfici di copertura, di non chiara identificazione rispetto alla funzione e al momento della loro realizzazione.
Comunicato stampa
Con la curatela di Sabina Albano ed il coordinamento tecnico-scientifico di Marco De Gemmis, gli artisti Marco Abbamondi e Stefano Ciannella presentano, nel Parco Archeologico del Pausilypon, LAST FINDS / reinforced and random thoughts in Pausilypon.
La mostra, che rientra tra le proposte del Servizio Educativo della Soprintendenza per i Beni Archeologici di Napoli che da tempo ha avviato il dialogo tra antico e contemporaneo, comprende quattro postazioni di scavo, che rivelano il ritrovamento dei frammenti sparsi di alcune superfici di copertura, di non chiara identificazione rispetto alla funzione e al momento della loro realizzazione. Sono dei falsi del contemporaneo, che alimentano un dibattito sul tempo e sulle ragioni scientifiche e storiche sottese alla tradizione dei contenuti, attraverso la storia della conservazione.
I due artisti analizzano le relazioni tra gli uomini e i luoghi, le cose e il tempo; trasformano un’opera d’arte in reperto, mettono in scena un’indagine sul processo inverso a quello che trasferisce pezzi di storia emersa, nell’alveo di quei luoghi in cui attenzione, osservazione e contemplazione sono comportamenti condivisi.
Lo status di scoperta, cioè di materia suscettibile di attenzione, è forse conferito all’osservatore più dalle convenzioni e dalle impalcature politiche di ogni tempo, che dall’evidenza dell’oggetto. Abbamondi e Cianella tracciano, con la poetica che contraddistingue uno dei segni principali del progetto Reinforced Concrete, there is not too much space, la superficie orizzontale di un pezzo di storia emersa. Alla base della proposta vi è la dialettica tra ricerca e scoperta, un nucleo concettuale che è premessa e cardine del lavoro e di un certo modo di indagare il mondo, attraverso l’arte, con una ricerca rigorosa, stabile e in evoluzione.
I lavori sono stati interamente prodotti nel laboratorio sperimentale “L’Espressione della Maiolica” di Positano sotto la supervisione e consulenza tecnica di Marco Salerno, autore di un approfondita ricerca sulle possibilità di applicazione della terra cotta.