L’Attico dentro L’Attico

Informazioni Evento

Luogo
GALLERIA L'ATTICO - FABIO SARGENTINI
Via Del Paradiso 41, Roma, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

dal lunedì al venerdì dalle 17 alle 20

Vernissage
26/10/2018

ore 19

Generi
arte contemporanea

Questa mostra si basa su undici gigantografie relative al garage di via Beccaria installate nelle stanze di via del Paradiso.

Comunicato stampa

Questa mostra si basa su undici gigantografie relative al garage di via Beccaria installate nelle stanze di via del Paradiso. Le tele fotografiche, poste a filo del pavimento reale, sembrano far scivolare i due spazi espositivi, del presente e del passato, l’uno dentro l’altro senza cesure temporali. Il visitatore, già davanti alla porta d’ingresso, nel momento di varcare la soglia della galleria attuale, si trova subito di fronte all’altra soglia, quella del garage, che ha la saracinesca alzata per far entrare il primo dei dodici cavalli di Kounellis. L’impressione è, per l’appunto, di scivolare quasi senza parere all’interno assieme al cavallo. E’ proprio quel che si propone questa mostra: immergere il visitatore in una revivescenza che però non soffochi la sua immaginazione. Così mi è apparso più appropriato puntare su immagini di una certa consistenza, formato gigante, dotate di telaio, piuttosto che proiettarle virtualmente senza corpo sulle pareti. Come ultimo tocco ho voluto aggiungere alla loro staticità una nota di vita. Un contrappunto ironico. Così si udranno, sommessi, il rumore degli zoccoli dei cavalli nella sala di Kounellis, il ruggito del leone nello Zodiaco vivente di De Dominicis, la musica minimalista di Phil Glass nella sala da lui condivisa con Trisha Brown, Simone Forti, Steve Paxton, Joan Jonas, figure cardine della modern dance. E infine, davanti al garage allagato, si percepirà l’ineffabile suono che fa l’ondina a riva, col mare calmo. Quanto alla colata di catrame di Bob Smithson e all’azione con il compressore di Eliseo Mattiacci le ho considerate eloquenti di per sé.

Accingendomi a scrivere questo testo confesso, io che scrivo ancora a mano, d’esser stato un bel po’ con la penna inoperosa tra le dita davanti al foglio immacolato. Perché fossi così titubante lo capisco solo adesso che passeggio per le sale ormai allestite: mi turbava l’incontro con compagni di strada che non ci sono più. Ma ho vinto la riluttanza. Ed ecco ritrovarmi sull’uscio del garage con Jannis Kounellis che fuma nervosamente nell’ombra, consci entrambi del passo rischioso e ineludibile che stiamo compiendo. In un’altra sala Gino De Dominicis, invisibile per antonomasia, ma non a me che l’ho visto nascere, mi strizza l’occhio e impenitente corteggia la Vergine. E poi c’è Claudio Abate che fa capolino dappertutto, visto che le immagini fotografiche le ha scattate quasi tutte lui, da me eletto ancora giovanissimo a primo e unico fotografo della galleria (soltanto l’allagamento è uno scatto di Alessandro Figurelli).

Jannis, Gino, Claudio, d’ora in poi per due mesi, la durata della mostra, vedrete, ci faremo compagnia. Ci sarà anche Pino. Bando alla malinconia!

Fabio Sargentini

Post Scriptum
Le stanze erano oggettivamente poche per un progetto del genere e a malincuore ho dovuto sacrificare le testimonianze di altri artisti che nel garage si sono espressi