Laura Federici – Regina Horti
Regina Horti nasce da una serie di progetti che dal 2016 l’artista ha portato avanti all’interno del carcere Regina Coeli e dalle suggestioni del vicino Orto Botanico.
Comunicato stampa
Il giorno 21 settembre 2023 alle ore 17.00 il Museo Orto Botanico - Sapienza Università di Roma presenta il progetto Regina Horti di Laura Federici, a cura di Alberto Dambruoso, allestito negli spazi della Serra Espositiva.
Regina Horti nasce da una serie di progetti che dal 2016 l’artista ha portato avanti all’interno del carcere Regina Coeli e dalle suggestioni del vicino Orto Botanico: il mondo del fuori, ricchezza, abbondanza di immagini, luce, ombra, colore e il mondo del dentro, immobile nel ritmo del tempo, del passare delle ore, del mutare delle stagioni, dello scorrere dei giorni.
“È un privilegio che generalmente capita a pochi artisti, quello di ritornare da protagonisti in un luogo che si era frequentato in passato, magari senza aver pensato all’opportunità di potervi esporre. È ciò che è successo alla pittrice Laura Federici che, nel 2016, si era recata più volte all’interno dell’Orto Botanico trascorrendovi diverse ore della giornata a meditare, scrivere e disegnare e, oggi, a distanza di sette anni, vi fa ritorno per presentare una mostra personale che parla sia dell’Orto (le opere in mostra sono state realizzate dopo un’immersione totalizzante con il paesaggio dell’Orto Botanico) ma al contempo di un altro luogo vicino, il carcere di Regina Coeli dove l’artista ha realizzato diversi progetti artistico-rieducativi con i detenuti, alcuni dei quali ispiratisi proprio all’Orto Botanico.
“Due luoghi, due storie si fondono qui” scrive l’artista: "uno fuori e l'altro dentro, vicini e irraggiungibili, chiusi uno all'altro e al contempo congiunti. L'edificio della casa circondariale di Regina Coeli viene invaso dai colori dell'Orto, dal vento e dalle nuvole veloci, la luce mobile e il suono dei suoi abitanti leggeri. Natura e architettura, una coppia selvaggia, che fa fatica a restare unita; le foglie degli alberi a volte perdono colore, a volte ingoiano i cancelli, abitando tranquille le volte”. Tutte le opere di Laura Federici sono caratterizzate da un segno rapido che emerge dal fondo dei suoi dipinti, sopra al disegno prende vita il colore, immediato, veloce anch’esso nell’esecuzione. Ciò è da porre in relazione al modus operandi dell’artista che, nel dar vita alle sue opere, si serve contemporaneamente di più media diversi, ognuno dei quali concorre alla definizione finale dell’opera. Le sue ricognizioni nei luoghi che poi verranno riversati nelle sue tele oppure nelle tavole o ancora nelle carte, partono sempre da registrazioni video. Una volta a studio Federici seleziona i frame video e li estrapola per poi procedere con il disegno, la pittura e a volte il collage.
Scrive l’artista: “Questi lavori sono sempre per me ‘'attimi'', porzioni di tempo, più che dipinti; mi piace si legga questo, lo scorrere dello sguardo, la presenza invisibile del frame del video che li ha generati, la luce che muta, lo sguardo che gira mentre il tempo scorre”.” (dal testo critico di Alberto Dambruoso)
Durante il periodo della mostra si svolgeranno incontri, workshop e presentazioni secondo un calendario che verrà di volta in volta comunicato.
L’inaugurazione è su invito; l’apertura al pubblico dal 22 settembre al 22 ottobre 2023 seguirà gli orari del museo.
Laura Federici, artista e architetto, vive e lavora a Roma. Ha all’attivo numerose personali fra quali: Galleria Andrè (Roma 2011; 2012; 2016; 2019); Gallerie Brieve (Parigi, 2014); Galleria l’Affiche (Milano 2008; 2011); Galleria Il Segno (Roma, 2007); Galleria Beit Ahmad (Aleppo, Siria, 2003; 2005). Molte le collettive in cui ha esposto, in Italia e all’estero, fra cui FOTOGRAFIA Festival Internazionale di Roma – XV edizione, Roma, il mondo (MACRO Museo d’Arte Contemporanea Roma 2016), Ambasciata Italiana in Vietnam (Casa Italia Hanoi e Fine Arts Museum HCMC, 2018), Istituto Italiano di Cultura di Varsavia (2019), Istituto Italiano di Cultura di Cracovia (2020), ARTFEM Women Artists 2 “International Biennial of Macau - “Natura”, Macau (2021). All’interno della sua produzione di video, tecnica che spesso riveste un ruolo centrale anche nella sua produzione pittorica, si ricordano in particolare le 12 sequenze animate per Un amore di Gianluca Tavarelli (1999), vincitore del N.I.C.E. Film Festival New York. Il suo lavoro - grandi tavole a olio, video, interventi pittorici su fotografia - è caratterizzato da linguaggi diversi e incentrato sulle declinazioni di una peculiare modalità operativa che, muovendosi in una zona di confine fra pittura e registrazione meccanica della realtà, dà vita, sull’onda di un incessante moto à rebours nei tempi del proprio vissuto, a una costellazione di opere che dialogano fra loro in un continuo gioco di stratificazioni di memoria e visioni.