Laura Giardino
PRIVATEVIEW prosegue la programmazione con una mostra di Laura Giardino. L’artista milanese ha al suo attivo importanti collettive in spazi istituzionali nonché una solida bibliografia.
Comunicato stampa
PRIVATEVIEW prosegue la programmazione con una mostra di Laura Giardino. L’artista milanese ha al suo attivo importanti collettive in spazi istituzionali nonché una solida bibliografia. Sono stati molti i critici che hanno voluto raccontare il lavoro di Laura, un lavoro che se ad un primo sguardo sembra abbastanza lineare, si scopre poi ricco di sfumature e di substrati e di un mistero che conquista. Oggi più che mai il suo lavoro è giunto ad una svolta. Le tele sono totalmente consapevoli, lo stile ormai imprescindibile, tutto questo senza mai abbandonare o perdere di vista la radice “underground” nel senso più colto del termine.
Lo ha descritto per noi la curatrice, Elena Pontiggia, “… parlando della pittura di Laura Giardino, vorremmo iniziare da quell’aspetto apparentemente marginale del suo lavoro che è il colore: un colore che non sempre si può riprodurre e che va proprio visto da vicino.
Certo, a un primo sguardo i suoi quadri possono sembrare incentrati sul disegno, l’architettura, l’ordine e la sintassi delle forme. Laura ama la geometria, la nitidezza del segno, la precisione della linea. Sa che non c’è niente di più misterioso della chiarezza e quindi disegna come su una immaginaria tavola pitagorica, dove figure e cose sono disposte secondo numero e misura e ogni oggetto è depurato dal superfluo, in modo che i particolari non vi abbiano luogo né parte. Il disegno, allora, diventa un profilo mentale in cui la realtà non è più ciò che vediamo, ma che pensiamo. E di cui forse abbiamo paura.
Eppure, anche se il suo lavoro nasce dal disegno, non meno decisivo è il modularsi del colore. Laura gioca sulle sfumature, sui cangiantismi, sull’improvviso venir meno di un tono, come se la luce giungesse inaspettatamente a imporre le sue gerarchie”.
L’opera di Laura Giardino ha la capacità di infilarsi tra le pieghe dell’animo umano, dove accede con la sua apparente tranquillità; lo spettatore si trova di fronte ad un’immagine che immediatamente gli rimanda l’impressione di pacatezza e ordine. La composizione delle forme, i colori, tutto pare rassicurarlo… ma non appena si entra nel quadro si percepisce la sottile inquietudine che lo anima. Come sottolinea Elena Pontiggia “Quella atmosfera, ci si potrebbe chiedere, sarebbe così intensa se non nascesse anche da uno scarto, da un’eresia, da una crisi di nervi (educata e sommessa, ma pur sempre crisi) del colore? Forse sì. Forse è sufficiente cercare di penetrare nei luoghi deserti dell’artista per avvertire una sottile emozione. Quello che però bisogna aggiungere, in apertura di partita, è che il lavoro di Laura Giardino non è neoconcettuale e nemmeno neopop, anche se può attingere ai linguaggi dell’uno e dell’altro. Nasce invece da una artigianalissima lotta, condotta corpo a corpo, con la tela, col foglio, con l’opera, in cui il colore gioca una partita cruciale.
In quelle “improvvise irrequietezze della composizione” sta dunque la forza del lavoro di Laura Giardino. La quale non si accontenta di padroneggiare perfettamente le linee e il colore, ma si diletta invece nell’infondere nei suoi quadri quel sottile strato di inquietudine che presagisce il dramma. Dramma che non necessariamente avverrà ma che, nell’arte come nella vita, incombe su di noi.
Laura Giardino
Milano 1976, vive e lavora a Milano
SOLO-SHOWS
2015 Blind Spot, curata da Marina Spada, AreaB, Milano IT (cat.)
2014 Aperture/Aperturas, curata da Carmelo Di Gennaro, Istituto Italiano di Cultura di Madrid
2013 Vertigine, curata da Chaira Ronchini, CAOS, Terni, So quiet..., curata da Igor Zanti, AreaB, Milano
2011 Stills, curata da Alberto Mattia Martini, Gestalt Gallery, Pietrasanta,
2010 Put the blame on Mame, curata da Ivan Quaroni, Galleria Federica Ghizzoni, Milano
COLLETTIVE
2015 Praestigium Contemporary Artists from Italy, curata da Luca Beatrice, Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino
2014 Benvenuti a Ditroit, curata da Agnese Guido, Galileo Sironi, MM Dateo, Milano
2013 Carta Canta, Antonio Colombo Arte Contemporanea, Milano
2012 Subterranean Modern, From Punk to Urban Art, curata da Giacomo Spazio, via Tortona 32, Milano, POPism, L’arte in Italia dalla teoria dei mass media ai social network, curata da Luca Beatrice, Fondazione Michetti, Francavilla al mare
(vincitrice del Michetti Prize 63th edition)
2011 Casa AUT(SIKANIA RISING PROJECT), curata da Laboratorio Saccardi,
Ex casa Badalamenti, Cinisi, 12° Premio Cairo, curato da Luca Beatrice, Palazzo della Permanente, Milano, Vulpes Pilum Mutare, curata da Carolina Lio, Infart Collective, Museo Civico, Bassano del Grappa
2010 Reality Pop, Gestalt Gallery, Pietrasanta IT, Latino Pop, curata da Ivan Quaroni, AreaB, Milano, Sotheby’s per Adisco, Sotheby’s, Milano
2009 The whore-house within me, Limited No Art Gallery, Milano
Crudo, Palazzo Chianini, Arezzo
2008 A Momentary lapse of reason, curata da Ivan Quaroni, Studio d'Arte Fioretti, Treviolo
Patterns, curated by Ivan Quaroni, Spazio Comunale Radio, Meda