Laura Palestrini – Dissonanze cromatiche
Le opere presentate allo Spazio Stendhal scandagliano quindici anni di attività: dai primi lavori su carta e sperimentazioni fotografiche, espressioni di puro istinto, alle successive figurazioni caratterizzate dall’uso estremo del colore, che evidenziano una ricerca sì sperimentale ma con l’introduzione di materiali quali la sabbia, i colori materici, la foglia d’oro e d’argento.
Comunicato stampa
Lo Spazio Stendhal 36 di Milano diretto da Davide Chiesa presenta dal 14 al 16 dicembre la mostra “Dissonanze cromatiche” dell’artista Laura Palestrini. L’esposizione, a cura di Beatrice Rioda, sarà accompagnata da un concerto jazz per tromba e contrabbasso del duo Pepe Ragonese e Marco Vaggi.
Laura Palestrini inizia a lavorare come decoratrice e restauratrice, partendo dal figurativo fino ad arrivare all’astratto. La sua è una pittura a volte delicata altre potente, ma sempre di forte suggestione cromatica e caratterizzata da un’ intensa coerenza espressiva. Punto fermo della sua arte è il bisogno di emozionare attraverso il colore che si tramuta in lei in astrattismo violento, immediato, mai banale: “Le emozioni che ci trasmette un dipinto non sono necessariamente le stesse che ha provato l’artista nel farlo. Ognuno ha un suo dialogo con l’opera, e non importa se la mano è quella di un artista famoso o di uno sconosciuto”
Dal '97 ad oggi, la sua opera si concentra e sviluppa prevalentemente nello studio di forme astratte e quadri materici, realizzati con colori acrilici e chine. La sua pittura passa attraverso la fotografia e la danza, dallo studio dei corpi di Mapplethorpe alle coreografie di Pina Baush, nel tentativo continuo di fermare emozioni e sentimenti sulla tela.
Le opere presentate allo Spazio Stendhal scandagliano quindici anni di attività: dai primi lavori su carta e sperimentazioni fotografiche, espressioni di puro istinto, alle successive figurazioni caratterizzate dall’uso estremo del colore, che evidenziano una ricerca sì sperimentale ma con l’introduzione di materiali quali la sabbia, i colori materici, la foglia d’oro e d’argento. A tutto questo si aggiunge una ricerca estetica “composta” con l’obiettivo di “arrivare” all’anima della gente il più in fretta possibile. Quindi il colore lascia il passo al bianco e nero. Infine il ritorno al colore: fluo, oro, argento, figure galleggianti, paesaggi stilizzati e oggetti raccolti in giro applicati alla tela. Gli ultimi quadri sono una finestra sul mondo, una fotografia di quello che circonda l’artista senza farle dimenticare mai quello che ha dentro.