Lavorare insieme è un atto politico

Informazioni Evento

Luogo
ARCHIVIO VINCENZO AGNETTI
Via Machiavelli 30, Milano, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

Preview: 31marzo 2025 dalle 18 alle 22.30
Quando: dal 1 aprile al 30 settembre 2025
Orari: dal 1 al 6 aprile dalle 11 alle 19
Dal 7 aprile, su appuntamento

Vernissage
01/04/2025

ore 11

Generi
documentaria, arte moderna

Per la settimana dell’Art Week 2025 l’Archivio Agnetti presenta “Vincenzo Agnetti Lavorare insieme è un atto politico”.

Comunicato stampa

Per la settimana dell’Art Week 2025 l’Archivio Agnetti presenta “Vincenzo Agnetti Lavorare insieme è un atto politico”.
La mostra, in sintonia con la 29esima edizione di Miart dal titolo “Among friends”, ripercorre attraverso opere e documenti le amicizie e le collaborazioni sviluppatesi tra la fine degli anni cinquanta e gli inizi degli ottanta.
I rapporti che Agnetti ha intrattenuto nel tempo sono moltissimi. Un intreccio fatto di scambi intellettuali, ma anche emotivi, che hanno costituito il contesto che ha alimentato la sua ricerca: artisti, critici, fotografi, galleristi, editori, tutti scelti per affinità elettive legate a qualcosa di imponderabile. Era paradossalmente un outsider che amava lavorare insieme.
Solo alcune di queste collaborazioni hanno trovato posto nella mostra.
Piero Manzoni, che ha contrassegnato l’incipit della sua parabola artistica - gli scritti proposizionali di Agnetti, le lettere, alcune opere di Manzoni - poi i lavori a quattro mani con Castellani, Colombo, Scheggi e Parmiggiani. Ancora una testimonianza del rapporto con Boetti, un’altra con la Sorensen, vecchia amica dei tempi di Manzoni, e infine i multipli del periodo di New York, in particolare Mirrors of the mind curato dall’amico Nicolas Calas, che vedeva tra gli altri partecipanti anche la presenza di Arakawa con cui Agnetti aveva più volte collaborato e Rauschenberg, di cui quest’anno ricorre il centenario.
Un’esposizione che unisce l’aspetto di documentazione proprio di un archivio con quello delle mostre in cui le opere con la loro presenza iconica parlano senza alcuna intermediazione.