Lawrence Weiner – Where the words start
Recontemporary, in occasione del suo quinto anno, presenta la mostra WHERE THE WORDS START di Lawrence Weiner in collaborazione con Galleria Giorgio Persano.
Comunicato stampa
una mostra a cura di Recontemporary
in collaborazione con Galleria Giorgio Persano
allestimento a cura di Andrea Isola
in collaborazione con Francesca Nieddu, Simone Sensi,
Rebecca Stella, Laura Mazzarino, Ya Liu, Erika Coco,
Martina Servetti, Eleonora Soardo, Francesca Camillo,
Chiara Manca, Barbara visioli e Laura Frigau
Recontemporary, in occasione del suo quinto anno, presenta la mostra WHERE THE WORDS START di Lawrence Weiner in collaborazione con Galleria Giorgio Persano.
Il percorso espositivo inizia con in Via Gaudenzio Ferrari 12/b, e si amplia sul territorio con l'obiettivo di affermare maggiormente la presenza nella città, nello specifico in Via Nizza, nelle arcate dedicate al progetto Spazio Portici - Videoarte di Fondazione Contrada, con la mostra Where The Words End, curata da Roberto Mastroianni e Iole Pellion di Persano.
Con Where The Words Start, Recontemporary porta l’attenzione sul lavoro video di Lawrence Weiner che, come suggerisce il titolo, parte da una riflessione sul linguaggio. L’artista, particolarmente conosciuto per le sue opere legate al testo, come mezzo di espressione principale e fondamentale per comunicare con l’altro, ha in realtà ampliato la sua ricerca concettuale anche attraverso il video e le immagini.
I video di Weiner non sono tradizionali opere cinematografiche o narrative, ma vere e proprie estensioni della sua indagine concettuale: catturano azioni quotidiane o oggetti banali, ne enfatizzano il significato attraverso un montaggio e una presentazione visiva insolita. Un susseguirsi di immagini, parole, impressioni, testi e grafiche che spingono il pubblico a interrogarsi sull’essenza del significato del linguaggio al di là dell’aspetto visivo.
Ed è così che Weiner ha prodotto un corpus di opere video che estende i concetti trattati dall’arte concettuale, sottolineando come anche all’interno di un codice comunicativo si nascondano comunicazione e significati complessi funzionali a portare l’attenzione sull’idea e sul concetto piuttosto che sull’estetica visiva tradizionale. Attraverso i suoi testi, le sue immagini e i suoi video Lawrence Weiner ha lasciato un impatto duraturo sull’arte contemporanea, incoraggiando una visione più ampia e concettuale dell’arte stessa.
L’allestimento della mostra è studiato ad hoc per gli spazi di Recontemporary attraverso un workshop di Exhibit Design, sempre firmato da Rec, tenuto da Andrea Isola.
Il percorso espositivo collegato, WHERE THE WORDS END, raccoglie una selezione di video dove Lawrence Weiner apre un dialogo con artisti più contemporanei, come Maria Loboda, Allora & Calzadilla, Erick Beltran, Lina Fucà, Donna Conlon, Pascal Dombis e Elodie Pong. Le diverse proiezioni esplorano il tema del linguaggio, nella sua parte più fisica, la scrittura.
Quanto una parola può essere effimera e quanto invece lasciare il segno. Descrizioni, aiuti, suggerimenti, insegnamenti, avvertenze, censura, quanto e come la parola è capace di dare e togliere al nostro quotidiano. La scelta scaturisce dalla volontà di attirare l’attenzione dei passanti attraverso un linguaggio multiforme, lettere e parole scritte quasi come messaggi pubblicitari invitano lo spettatore a domandarsi sul senso della comunicazione nella società.
L'importanza di Lawrence Weiner per l'arte concettuale è stata centrale per gli sviluppi dell'arte italiana e internazionale negli anni 60 e 70, di conseguenza, la scelta di dedicare a lui una retrospettiva video permetterebbe di indagare una serie di opere inedite e poco conosciute al grande pubblico. Tale obiettivo è funzionale a perseguire lo studio, l'approfondimento e la divulgazione della video arte, rendendo questo progetto centrale all'interno della programmazione di Recontemporary. Allo stesso tempo, l’iniziativa intende essere trasversale, attraverso il coinvolgimento diretto di altri enti e realtà presenti nella città di Torino e desidera sviluppare attività educative e divulgative aperte alla cittadinanza per tutta la durata del progetto.
Allestimento
L’allestimento così come è stato pensato presenta le quattro opere video (titoli) in un percorso ritmato dalla presenza di pareti divisorie rosse stimolando lo spettatore a scoprire l’inedito lavoro di Lawrence Winner a più tappe. Colore testo e immagine si combinano in un gioco dinamico tra spazio e video.
Biografia Lawrence Weiner
Nasce a New York City nel 1942 ed è morto nel 2021. Una figura centrale e pionieristica nell’arte concettuale, alla fine degli anni ’60 Lawrence Weiner ha schierato le sue forze per creare una rottura dai modi e dai mezzi tradizionali di ciò che costituiva un’opera d’arte. Sviluppando una vera e propria estetica del linguaggio in cui il suo lavoro ha assunto un valore scultoreo tridimensionale, Weiner ha definito il suo medium come “linguaggio + i materiali a cui si fa riferimento”, nel senso che il linguaggio è il suo materiale per la costruzione del suo lavoro.
Nella sua “Dichiarazione d’intenti” del 1968, l’artista enuncia i principi su cui esiste il suo lavoro:
1. l’artista può costruire l’opera
2. l’opera può essere fabbricata
3. non è necessario costruire l’opera
Essendo ognuno uguale e coerente con l’intento dell’artista la decisione in merito alla condizione spetta al destinatario in occasione della ricezione.
La produzione materiale del suo lavoro non è subordinata all’essere eseguita direttamente dall’artista. Le opere di Weiner possono essere manifestate in molti modi, a seconda dei parametri dell’opera stessa e delle circostanze della galleria, del museo, dell’istituzione o del suo collezionista, che viene spesso definito da Weiner come “destinatario delle opere”. Le sue opere possono essere accompagnate da segnaletica matematica, simboli grammaticali e gesti grafici.
Le opere di Weiner denotano processo, materiale e struttura, la cui libera interpretazione è lasciata allo spettatore, modificando il tradizionale rapporto tra artista e spettatore. Il linguaggio per Weiner è il suo strumento per la sua rappresentazione aperta del mondo, libera da riferimenti soggettivi e metafora. Il lavoro di Weiner prende forma e significato attraverso la percezione e l’interpretazione dello spettatore. Le dichiarazioni di Weiner sono spesso tradotte in più lingue, rendendo la sua arte accessibile a tutti.
Biografia Recontemporary
Recontemporary è un club per la video arte. Siamo un’associazione culturale e il primo spazio in Italia dedicato esclusivamente ai new media art. Il progetto nasce nel 2018 per esplorare l’impatto delle tecnologie digitali nell’arte contemporanea: il nostro obiettivo è costruire una community attiva e partecipativa, rendendo così più accessibile il linguaggio audiovisivo. Attraverso le mostre, i workshop e i laboratori con le scuole favoriamo la collaborazione e il dialogo tra istituzioni ed artisti nel panorama internazionale, per offrire una visione sempre più completa e aggiornata di una forma d’arte in continua evoluzione.
Recontemporary nasce da un’idea di Iole Pellion di Persano ed è curato da un team composto da Camilla Ferrero, Costanza Hardouin, Silvia Pennetta e Alessandra Villa. La sede è situata nel cuore di Torino, in Via Gaudenzio Ferrari 12b.
Biografia Galleria Giorgio Persano
Giorgio Persano apre la galleria di Torino nel 1970 con il nome Multipli. Propone opere dell’arte Pop americana e contemporaneamente cura la produzione di lavori a tiratura limitata con gli artisti dell’Arte Povera.
Dal 1975 inizia con il proprio nome un’attività regolare di progettazione, produzione di opere e mostre che vede coinvolti artisti quali Michelangelo Pistoletto, Mario Merz, Pier Paolo Calzolari, Gilberto Zorio, Mimmo Paladino, Sol Lewitt, Joseph Kosuth, Gerhard Merz, Julião Sarmento e più giovani da Per Barclay, Susy Gòmez, Costas Varotsos, Maria Serebriakova, Rob Birza, Alfredo Romano, a Paolo Grassino e Luisa Rabbia. Nel 2005 apre un nuovo grande spazio in via Principessa Clotilde, dal 2010 sede unica della galleria, che offre agli artisti la possibilità di ‘sperimentare’ anche lavori di grandi dimensioni, tra questi Lawrence Weiner, Nunzio, Pedro Cabrita Reis, Eliseo Mattiacci, Marco Gastini, Lida Abdul, Antoni Abad, Jan Dibbets e Susan Norrie.