Le georgiche / Armando Riva
Doppia mostra: le georgiche Le opere e i riti della campagna in antiche fotografie dell’Emilia rurale e Armando Riva “La forza nella mano dell’ uomo”.
Comunicato stampa
le georgiche
Le opere e i riti della campagna in antiche fotografie dell’Emilia rurale
a cura di Jakob Shalmaneser dal 5 al 29 settembre 2013
inaugurazione giovedì 5 settembre ore 18
L’agricoltura còlta dall’obiettivo fotografico nel trapasso epocale tra le antichissime metodologie e gli albori della rivoluzione biochimica. Con rare immagini fotografiche provenienti da diversi archivi in possesso del Museo per la fotografia e la comunicazione visiva di Piacenza, che ne ha gentilmente concesso la riproduzione per questa mostra.
Si va da un’interessantissima lastra del 1885 che testimonia la non fortunata esistenza del sistema d’aratura a vapore Ceresa, a fotografie dei tardi anni Cinquanta sulla curiosa sopravvivenza di vetuste usanze nella campagna piacentina.
In vendita in Galleria il 4° volume della Collana Imagines che amplia iconograficamente l’esibizione e che si avvale della prestigiosa introduzione di Ettore Capri, Direttore del Centro di Ricerca per lo Sviluppo Sostenibile OPERA dell’Università Cattolica del Sacro Cuore.
“La Modernità ha costruito il proprio mito sulla Città. Intendendola ed esagerandola come proliferazione conglomerata di spinte architettoniche verso un supposto futuro in cui ogni individuo sarebbe divenuto atomo libero. Si è compiaciuta di essere matricida e parricida. Di liberarsi della Terra, madre perennemente fertile in cui però nessun uomo è libero dagli eterni vincoli dell’opera e del rito, e di uccidere il Passato, padre la cui vetustà è fatta di un’infinitudine di voci che continuano a parlare nella nostra memoria anche se ci muriamo le orecchie con la più potente ritmica che gli auricolari possano scagliare a ottunderci.
La Città non ha però, nella sua autocelebrativa potenza, la facoltà di produrre cibo. Lo consuma. Lo dissipa. Lo riduce in montagne di scarti e in esondazione di liquami. Ma non lo sa creare. Può sussistere solo se altri uomini accettano di affaticarsi e rispettare antichissimi ritmi nelle campagne. Abbiamo scelto immagini che di queste fatiche e di questa filosofia non dessero solo le parvenze idilliache. Pater ipse colendi/ haut facilem esse viam, scrive Virgilio: lo stesso Padre degli Dei volle che quella del coltivare non fosse una strada facile.
È davvero tempo che la Modernità, ormai più decrepita di qualunque mito culturale del passato, accetti di morire; essa e tutte le sue scenografie urbane – sfavillantemente materiche e oniriche ma mai radicate nel vero – che tanto hanno eccitato gli uomini senza liberarli da alcunché. E che lasci spazio a nuove forme mitografiche con cui l’uomo possa coltivare il proprio sogno senza dover straziare la Terra e svuotarla di tutto.”
[dal testo di Jakob Shalmaneser nel volume Le Georgiche pubblicato da Biffi Arte in concomitanza con la mostra]
[…] Stavo classificando gli artisti dell'area lombarda come se fossero stati, e lo sono, i discendenti delle antiche tribù insubri che una volta popolavano quella parte d'Italia. Ero riuscito a stabilire una sorta di cifra stabile che univa il loro modo espressivo, ed era quella relativa ad una loro costante inclinazione forte del gesto, del colore, del contenuto. All'uso poi di una articolazione cromatica fatta di grigi e di ruggini, di ombre e di vapori. Ed era quasi incredibile rendersi conto di quanto il tuo lavoro in questi vent'anni ,ma oggi ancor più, rientrava nella categoria. Sicuro della tua autenticità, divenni sicuro della tua qualità, la quale appariva prorompente ma richiedeva alla mia cervellotica applicazione una prova sostanziale da quella che poteva solo fornire il gusto. Fui rassicurato e felice... Vai avanti! La ripresa della vitalità, dell'autonomia, e, perché no, del successo nel mondo dell'arte dipende dal perdurare e dal moltiplicarsi di esperimenti come il tuo.
Grazie!
Da una lettera di Philippe Daverio ad Armando Riva