Le immagini Reinventate
L’esposizione, prodotta e organizzata dal Comune di Carrara nell’ambito di Carrara Marble Weeks 2017, propone le opere di 14 artisti internazionali.
Comunicato stampa
Venerdì 7 luglio alle ore 19.00, presso il CAP-Centro Arti Plastiche di Carrara, inaugura la mostra Le immagini reinventate a cura di Lucilla Meloni.
L’esposizione, prodotta e organizzata dal Comune di Carrara nell’ambito di Carrara Marble Weeks 2017, propone le opere di 14 artisti internazionali: Stefano Arienti, Gianfranco Baruchello, Mike Bidlo, Gea Casolaro, Sam Durant, Cyprien Gaillard, Debora Hirsch, Thorsten Kirchhoff, Myriam Laplante, Mauricio Lupini, Aleksandra Mir, Vik Muniz, Luis Felipe Ortega e Daniel Guzman.
Nell’arte contemporanea il tema della rivisitazione delle opere del passato, sia attraverso le pratiche della citazione che dell’appropriazione, occupa un posto centrale a partire dagli anni Sessanta/Settanta.
Questa mostra vuole offrire, attraverso le opere di 14 artisti internazionali un percorso concettuale incentrato sul tema della rielaborazione/reinvenzione delle immagini provenienti dalla storia dell’arte, dalla storia del cinema e dal mondo della comunicazione.
Gli artisti in mostra, in prevalenza, fanno parte di quella generazione che inizia a lavorare tra gli anni Ottanta e i Novanta del secolo scorso: artisti per i quali lo sguardo sulle opere di altri autori, su specifiche poetiche o mezzi di comunicazione, si inserisce in quella totale libertà espressiva caratteristica della nostra contemporaneità e viene perseguito secondo una sorta di montaggio, attraverso la pittura, il cinema, il video, la fotografia, la stampa, l’immagine sintetica.
Da Verifica incerta (1964-65), unica opera tra quelle in mostra realizzata negli anni Sessanta, il capolavoro cinematografico di Gianfranco Baruchello e Alberto Grifi, qui presente in quanto capostipite di tutte le citazioni prese dal cinema, agli enigmatici film di Thorsten Kirchhoff, che uniscono nel montaggio citazioni musicali e iconografiche, allo scenario messo a punto nelle opere fotografiche di Myriam Laplante Limbo, dove convivono pittura, cinema, performance, fino al lavoro fotografico di Gea Casolaro Still here (2009) dove coesistono attraverso l’assemblaggio fotogrammi filmici e immagini contemporanee, si assiste al trasmutarsi dell’universo cinematografico che, decontestualizzato, smontato e rimontato, l’artista contemporaneo riattualizza.
Dall’intervento operato da Stefano Arienti sulle riproduzioni (manifesti o cartoline) di pitture del passato, attraverso l’applicazione della plastilina sul supporto o la sua traforatura, quanto su diapositive che vengono graffiate e manipolate, ai “rifacimenti” pittorici effettuati da Mike Bidlo, dove solo il titolo indica l’autorialità, come in Not Morandi 1948 (1985), all’ alterazione dell’immagine pittorica originale, ottenuta mediante diversi mezzi e infine fotografata da Vik Muniz, come in Pictures of Dust (2000), alle pitture di Kirchhoff ispirate dalle pellicole cinematografiche, come Massimi sistemi (2008) tratto da La Notte di Michelangelo Antonioni, all’evocazione messa in campo da Mauricio Lupini quando con il suo Diorama Penetrable cita il Penetrable di Soto, fino al remake ante litteram delle performance storiche, realizzato da Luiz Felipe Ortega e Daniel Guzman nel video Remake (1994), si assiste a un ininterrotto dialogo con le opere del passato.
Ma il passato è anche quello che ci consegnano le riviste, le cartoline, i dischi in vinile, le fotografie analogiche, le diapositive: anche a questi ambiti si ispirano opere quali Fiera Campionaria di Lupini, composta da sagome di oggetti di design tratte dagli inserti pubblicitari di vecchi numeri della rivista “Domus”, quali il disegno di un L.P. realizzato da Aleksandra Mir facente parte della serie Vynil (2010), quali l’intervento operato da Stefano Arienti su una diapositiva, graffiata e manipolata: Cavallo del 1997.
Alla viralità delle immagini (e alla potenza della cultura popolare) guarda il lavoro di Debora Hirsch donotclickthru (Santo Expedito) (2015-2016): una narrazione che, partita dalla diffusione dell’immagine del Santo brasiliano, riflette anche sull’impatto delle tecnologie digitali sulla nostra esistenza.
Anche la storia, recente e meno recente, è un territorio di confronto, come attesta Propaganda of the Deed: i 6 busti in marmo realizzati da Sam Durant, che sulla scia dei ritratti degli Uomini illustri, raffigurano le effigi di 6 anarchici, come il lavoro di Cyprien Gaillard Untitled (New York Marble Sculpture): un pezzo di marmo di Carrara proveniente dal World Trade Center.