Le meraviglie del 2000
Da un’idea di Beatrice Benedetti e Paola Marini nasce Le meraviglie del 2000, una mostra che fa dialogare diciotto capolavori del Museo di Castelvecchio con altrettante opere contemporanee tratte dalla sezione India-Cina-Pakistan della Collezione «Arte 2000» di Antonio Stellatelli.
Comunicato stampa
Da un’idea di Beatrice Benedetti e Paola Marini nasce Le meraviglie del 2000, una mostra che fa dialogare diciotto capolavori del Museo di Castelvecchio con altrettante opere contemporanee tratte dalla sezione India-Cina-Pakistan della Collezione «Arte 2000» di Antonio Stellatelli.
Il titolo della mostra, organizzata dal Comune di Verona – Direzione Musei d’Arte e Monumenti in collaborazione con Veronafiere, rimanda all’omonimo romanzo fantascientifico di Emilio Salgari, scrittore veronese e figura guida dei collateral di questa edizione di ArtVerona. In Le meraviglie del 2000, del 1907, Salgari immagina infatti un balzo di un secolo, dal 1903 al 2003, verso i prodigi e i mali del nuovo millennio: inquinamento, terrorismo e una nociva frenesia.
Il 2000 del titolo s’intreccia poi con il nome dato dal mecenate, Antonio Stellatelli, alla sua raccolta, a partire dall’anno spartiacque in cui essa ringiovanisce: dal contemporaneo "storico" alle avanguardie più recenti. Dopo quella data la collezione «Arte 2000», ha accolto artisti con passaporto non necessariamente italiano, tra i quali i quattordici autori delle diciotto opere esposte, in accordo con l'andamento girovago dell’universo attuale.
Venute al mondo in luoghi lontani ‒ seppur non più misteriosi come al tempo di Salgari ‒ le tele 2.0, le sculture e le installazioni esposte al castello di Cangrande sono figlie di un tempo a noi molto vicino.
Le assonanze tra esse e il Museo si rivelano al visitatore già all’ingresso, nella Galleria delle sculture, dove il collegamento tra Medioevo e Contemporaneità coinvolge l’intero ambiente. Legno, ferro e cemento sono infatti elementi base dell’intervento architettonico di Carlo Scarpa a Castelvecchio ‒ ultimato nel 1964 ‒ così come della prima opera in mostra dell’indiano Riyas Komu. Il legno di Left Leg, proveniente dal Kerala come l’artista, è poi comune denominatore tra la scultura di Komu e l’Arca dei Santi Sergio e Bacco, un sarcofago di epoca romanica su cui è raffigurato il martirio dei cavalieri Sergio, decapitato, e Bacco, al centro della scena, ucciso a bastonate.
«L'innesto delle opere della collezione privata Stellatelli nello spazio pubblico del Museo di Castelvecchio – dichiara Paola Marini, direttore Musei d’Arte e Monumenti Comune di Verona - aiuta a riaccendere l’attenzione sulla raccolta storica del museo, a definire permanenze e differenze tra passato e presente. Si tratta di una selezione, chiaramente senza pretese esaustive, peraltro assenti in grandi mostre recenti come No Country al Solomon Guggenheim o India Mon Amour nella multietnica Parigi del Centre Pompidou. Ne nasce un percorso temporaneo originale, fortemente personalizzato nel tema e nelle scelte curatoriali, che mira a esaltare le svariate anime del castello, già frequentato in anni recenti dalle opere di artisti contemporanei, tra cui Pietro Consagra, Herbert Hamak, Maria Morganti e Giorgio Vigna. Passando da artisti italiani, per lo più non figurativi, ad autori orientali che si cimentano con vari linguaggi, abbiamo sensibilmente innalzato la “temperatura” del nostro confronto».
L’inaugurazione è in programma sabato 10 Ottobre ore 17.30 - in occasione dell’XI Giornata del Contemporaneo. Stesso traguardo, undicesima edizione, per ArtVerona 2015, che annovera Le meraviglie del 2000 tra i suoi eventi collaterali, tutti ispirati a Emilio Salgari, e organizza appuntamenti e visite guidate al Museo nei giorni di manifestazione, dal 16 al 19 Ottobre.