Lello Lopez – O my!
in occasione di ArteFiera ed ArtCity Bologna 2022, Shazar Gallery & SaMaC presentano O my!, personale di Lello Lopez, a cura di Azzurra Immediato.
Comunicato stampa
Giovedì 12 maggio, in occasione di ArteFiera ed ArtCity Bologna 2022, alle ore 20, Shazar Gallery & SaMaC presentano O my!, personale di Lello Lopez, a cura di Azzurra Immediato.
Cosa conosciamo della storia dell’uomo? Cosa ricordiamo di ciò che è accaduto ed accade vicino o lontano da noi? Nella infinita trama di avvenimenti e stravolgimenti esistenziali, i cui frammenti si innervano in tempi e luoghi diversi, pur mantenendo un filo invisibile che, troppo spesso, la memoria collettiva fatica a tener viva, la nemesi generata dall’arte, in simbiosi con il concetto ancestrale della pietas e della misericordia, ha originato il progetto di Lello Lopez, ‘O my…!’ nell’antica Chiesa di S.Maria e S.Valentino della Grada, a cura di Azzurra Immediato, promossa da Shazar Gallery e in collaborazione con la Parrocchia SaMaC, in occasione di ArteFiera Bologna ed ArtCity2022.
Sin dal titolo ‘O my…!’ – esclamazione, invocazione, supplica e preghiera – nelle sue plurime sfaccettature interpretative, genera una nuova costruzione della memoria e la volontà dell’artista delinea inusitate possibilità di ripensare l’uomo al centro di una necessaria ridefinizione esistenziale, sociale, morale. Attraverso opere di matrice installativa, fotografica e sonora, le tre preghiere delle grandi religioni monoteiste – la Prima Sura araba, il Pater Noster latino e l’ebraica Ascolta Israele – attuano un inatteso corto circuito: ciò che nell’epoca contemporanea è stato definito inconciliabile, afferisce in verità alla stessa matrice e ricerca la medesima uguaglianza degli uomini tra uomini, nell’alveo di un’energia misericordiosa in grado di accogliere i mutamenti della Storia e delle storie.
È all’interno dell’architettura bolognese di S.Maria e S.Valentino della Grada che tale riflessione si attua, in una commistione di immagini, suoni e parole, la cui sintesi pone gli occhi e l’animo del pubblico dinanzi ad una realtà che ha subito alterazioni e che l’arte, nel suo racconto puro, può tracciare. Al grande telero che racchiude i primi versi delle tre preghiere monoteiste fa da eco l’insieme di collages fotografici, narrazione immaginifica eppur tangibile del complesso dialogo che avviene nell’incontro tra migranti e società ‘occidentale’: un rapporto che continua a sottolineare il vuoto di una ipocrita compassione priva di quel sentimento primigenio alla base della fratellanza umana. Le opere agiscono nel cuore della chiesa bolognese, diventando momento di immersione filosofica e antropologica, in cui il missaggio mnestico di linguaggi, simboli dà vita ad una collisione percettiva che sollecita le coscienze assopite, togliendo il velo dai nostri sguardi abbrutiti da una visione egotica e priva di senso.
La mostra è, inoltre, parte della decima edizione di ART CITY Bologna, il progetto di alleanza culturale nato dalla collaborazione tra Comune di Bologna e BolognaFiere per affiancare con mostre, eventi e iniziative speciali l'annuale svolgimento di Arte Fiera e proporre un'originale esplorazione di musei, gallerie e luoghi d'arte in città.