L’energia della creatività
Per l’occasione, si potranno ammirare le installazioni, i video e le fotografie di nomi importanti nel panorama artistico nazionale ed internazionale.
Comunicato stampa
E’ entrato nel vivo DeltArte, il festival itinerante d’arte contemporanea sul Delta del Po Veneto, che vede Voci per la Libertà capofila del progetto e Melania Ruggini ideatrice e curatrice.
Dopo le anteprime di Porto Viro e Adria, il festival è stato inaugurato ufficialmente nel centro culturale di San Basilio, sabato 17 maggio, riscuotendo lo strepitoso ed inaspettato successo di pubblico e opinione pubblica. E siamo solo all’inizio! I prossimi appuntamenti, infatti, sono tutti dedicati all’arte contemporanea in dialogo con l’ambiente.
Venerdì 30 maggio dalle ore 20.00 è prevista una serata particolarmente ricca di suggestioni e di ritmo con l’inaugurazione della mostra collettiva “L’energia della creatività”, aperta fino al prossimo 29 settembre presso il Museo Regionale della Bonifica di Ca’ Vendramin a Taglio di Po.
Per l’occasione, si potranno ammirare le installazioni, i video e le fotografie di nomi importanti nel panorama artistico nazionale ed internazionale: Valentina De’ Mathà, Raffaella Rosa Lorenzo, Andrea Magnani, Francesco Mancin e Roger Weiss.
La serata prosegue con il Party a regola d’arte dei Sons of Romea, capeggiati dal musicista Alberto Tessarin; in contemporanea, il duo Emma&Emma volteggerà in una performance con tessuti aerei.
Le opere e gli artisti in mostra
Volo, reduce dalla Biennale di Venezia, è un’opera spettacolare ed emozionate realizzata ex novo per DeltArte da Raffaella Rosa Lorenzo e composta da 540 bottiglie di plastica, plasmate e trasformate in variopinte farfalle, a simboleggiare la rinascita del Museo della Bonifica e del territorio del Delta per mezzo della creatività under 35. L’opera è realizzata con la lavorazione di 540 bottiglie di plastica, omaggio numerologico alla 54° Biennale di Venezia, dove è stata presentata per la prima volta.
“Ho progettato e creato Volo con l’intento di stupire parlando di riciclo e rinnovamento. Non vi è stato scarto dalle bottiglie, in quanto i ritagli della lavorazione hanno dato forma al corpo della farfalla di plexiglass, i tappi fusi per raccolta sono stati devoluti a scopo benefico, i colli delle bottiglie insieme al fondo sono in attesa di trasformarsi in una nuova opera. Sono partita dal voler ricavare dalle bottiglie la farfalla, elemento che mi rappresenta riproponendosi in varie forme nella mia sperimentazione artistica. Essa simboleggia non solo un collegamento a Dio ma anche a quei luoghi dove ancora l’inquinamento non ci ha rubato le bellezze naturali e dove si respira una pace profonda. L’opera vuole invitare a una presa di coscienza nei confronti del’ambiente, delle forme di vita che ci circondano e di noi stessi; parla di luce, pace, rispetto, evoluzione, di nascita, rinascita, redenzione e fede”.
The divination running project di Andrea Magnani è un progetto in itinere all’interno di una ricerca complessa ed itinerante che intende sviluppare una sorta di nuova “stregoneria” non più collegata ad un contesto arcaico di vita immersa nella natura, ma rapportata alla vita di oggigiorno.
Il lavoro di Magnani indaga una nuova pratica divinatoria fatta di corsa e sudore. Una t-shirt per runners, realizzata in un unico pezzo e con il minimo delle cuciture possibili, diventa tramite per la lettura del futuro. Durante la corsa, momento mistico in cui affinare muscoli e pensieri, il sudore del pubblico macchierà la T-shirt secondo forme da interpretare, esattamente come le linee delle mani o i fondi del caffè.
“Ci sono eventi in questo mondo –racconta Magnani- di cui ancora oggi non afferriamo le intime leggi. Forme naturali complesse che abbiamo ridotto a formule il più possibile “aderenti” al fenomeno reale, ma pur sempre sintesi. Può un evento denso di significati produrre senso se interpretato? Parte della mia ricerca cerca di porre queste domande, cercandone le risposte attraverso un approccio in bilico tra analisi scientifica, parascienza e pensiero creativo”.
La curiosità per la forma umana è l'approdo principale della ricerca artistica di Roger Weiss. Per il festival l’artista svizzero presenta due lavori. Il primo Cyclical Time é un video incentrato sul tema del tempo. Una figura femminile attraversa l’elemento primordiale per eccellenza, l’acqua. Il suo passaggio nel liquido produce una serie di cerchi concentrici che scompaiono in successione, lasciando supporre che lo scorrere del tempo sia solo illusorio. Parallelamente Weiss presenta in anteprima un suo ultimo lavoro, Human Dilatations, in cui l’immagine sfida l’attuale senso dell’estetica. Nelle fotografie di questa recente serie, che evocano certe figure preistoriche, Weiss deforma il corpo femminile, mettendone a nudo i due elementi principali che contraddistinguono la società attuale: l’anelito verso la perfezione fisica e il vero potere/ruolo della mente. In Human Dilatations ogni immagine rappresenta un corpo le cui proporzioni sono parzialmente distorte e che prevale su una testa che si dissolve senza lasciare traccia alcuna.
Per Valentina De’ Mathà i limiti dell’individuo rispetto ai confini dell’umanità si riflettono nel video Trip, dove un elicottero continua a passare da un confine all’altro carico di legname. L’energia collettiva si sprigiona nella serie Processes, composta da carte emulsionate in cui la materia prende forma nel passaggio di un percorso chimico; un lavoro che esplora l’imprevedibilità della vita, i continui cambiamenti in atto e le relazioni causa-effetto degli eventi. La fotografia Hair and wool documenta l’omonima installazione che prende spunto dal progetto internazionale Genoma Umano e in particolare da uno dei recenti risultati scientifici secondo cui tutte le razze umane sono uguali al 99,99% e le differenze razziali sono geneticamente irrilevanti. L’artista ha voluto creare un’installazione capace di contenere il dna di tutti i gruppi etnici; per far questo, ha raccolto alcuni capelli provenienti da tutto il mondo, grazie agli annunci pubblicati sui principali social network, come Facebook. I capelli sono stati quindi lavati ed infeltriti, prendendo la consistenza simile a un sottile vello di lana appena tosata, chiaro riferimento alla pecora Dolly.
Un viaggio lungo l’ultimo tratto del Po; un ritorno a casa, da Ferrara giù fino al Delta, dove il fiu¬me si congiunge con il Mare Adriatico. Questo il tema principale dal quale si sviluppa la video installazione di Francesco Mancin per DeltArte. Il territorio lungo il grande fiume è protagonista e soggetto della storia. Il titolo, “Drowning by time” (trad. affogato dal tempo) gioca con la somiglianza tra il ter¬mine drowning (affogamento) e drawing (disegno). Questo gioco di parole ha come protagonisti il territorio disegnato dal fiume e dal suo delta e l’affogamento fisico (piene e alluvioni) e a volte intellettuale dei luoghi. Il racconto si snoda alla scoperta delle acque e del mondo che vive sulle rive, le attività dell’uomo, il rapporto con la natura, il fluire dei giorni e delle stagioni, i mutamenti dell’ambiente, l’infinita calma del fiume. Insieme al senso del luogo regna una dimensione temporale in cui lo scorrere dell’acqua, i cambi di luce, il vento, gli ambienti circostanti definiscono il “tempo delle cose”, con il loro degrado e il disuso che generano logorazione. Il “tempo degli uomini”, del lavoro, delle feste e della vita di paese, si contrappone al “tempo del fiume”, che è il tempo dell’infinito, nel quale l’acqua fluviale diventa figura dell’irrevo¬cabile, una clessidra definitiva.