Leonardo Romanelli – Il mio corpo che cambia

Informazioni Evento

Video Art protagonista al 25 Hours Hotel.

Comunicato stampa

Il Mio Corpo, Che Cambia - L’Arte del Vino

 

Un’esperienza immersiva

che unisce linguaggio video, visual ed enogastronomico.

 

il progetto colleziona un lavoro di oltre cinque anni di riprese video in cantina, in vigna e in studio che mettono il soggetto ovvero leonardo romanelli e il mondo del vino in un contesto surreale e spiazzante, colorato e delicato, violento ed oscuro che racconta la degustazione

e il processo di metamorfosi interiore che i sensi oltre l’intelletto scatenano grazie al vino.

 

 

VIDEO - FULL LENGHT: 10 MINUTI

 

SOGGETTO: LEONARDO ROMANELLI - GILBERTO BERTINI - ALESSANDRO FINO

 

REGIA: GILBERTO BERTINI

 

OPERATORI: ALESSANDRO FINO - PIETRO GROSSI

 

MUSICA - GILBERTO BERTINI

 

 

CONCEPT:

 

il mio corpo che cambia - l’arte del vino è un cortometraggio che sceglie il linguaggio della video art come mezzo espressivo. A dominare sono immagini e suoni, la trama lascia spazio al sogno. Il lavoro mette insieme 5 anni di riprese video sparse nella toscana vitivinicola e volutamente prende le distanze dai canonici riti, ritmi e didascalie del canonico mondo della comunicazione del vino. Non una degustazione convenzionale dunque, “Il mio corpo che, cambia - l’arte del vino” invita lo spettatore a lasciarsi andare, senza pensare, prestando attenzione con i sensi e lasciandosi stimolare dalle immagini.

Oggetto e soggetto del corto è Leonardo Romanelli, noto critico enogastronomico fiorentino che dalla veste di canonico ed accademico degustatore di vino decide di diventare egli stesso parte integrante della degustazione. Corpo, occhi, piedi, mani, liquido, materia e sinestesie nella surreale atmosfera del percorso che Leonardo segue in 3 tappe.

La prima dedicata alla vista, gli occhi il senso che utilizziamo per osservare il colore del vino, direttamente legato ai colori.

La seconda dedicata all’olfatto, il naso, che dal vino trae beneficio e proietta il corpo nella dimensione sensoriale.

La terza dedicata al gusto, la bocca, la parte che sente la matericità  del vino, la prima parte del corpo ad approcciare il liquido.

In una avventura che passa dalle vigne del Chianti Classico immerso in una fitta nebbia rosa fino alle vigne di montepulciano oggetti di vita comune, noia esistenziale ed ancora colori delizia e disgusto per spiazzare lo spettatore.

 

Leonardo Romanelli (Firenze, 14 novembre 1963)

gastronomo, giornalista e sommelier italiano.

La sua prima professione è stata quella di cuoco, poi integrata con quella di docente di scuola alberghiera e insegnante ai corsi di sommellerie e corsi universitari di comunicazione.

Dal 1995 al 2003 ha collaborato con i trimestrali Slow Food e Slowine per Slow Food Editore, oltre a ricoprire il ruolo di fiduciario della condotta fiorentina.

Per dieci anni, dal 1996 al 2006, ha collaborato con la guida Osterie d’Italia. In seguito ha lavorato con L’Espresso alla guida Ristoranti d’Italia e con Gambero Rosso alla guida Vini d’Italia e tutte le altre guide sui ristoranti, pizzerie, pasticcerie, bar.

Nel 2006 partecipa come critico gastronomico, insieme ad Alessandro Borghese e Fiammetta Fadda, alla trasmissione televisiva Chef per un giorno, format TV Magnolia andato in onda fino al 2010, con repliche fino al 2015.

Nel 2009 ha curato Chef Academy, opera che è uscita in supplemento con il quotidiano La Repubblica e il settimanale L’Espresso.

Consulente artistico per le manifestazioni Dolcemente Prato (2007-2009) e per Degustibooks (2007-2012); a partire dal 2008 è direttore artistico della Biennale Enogastronomica di Firenze[2].

Nel dicembre 2017 viene invitato assieme al maestro pasticcere Iginio Massari presso la sede bresciana dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, a tenere una lezione aperta volta ad analizzare il rapporto fra i media e

l’enogastronomia.

 

 

Gilberto Bertini

Regista, fotografo e comunicatore specializzato nel mondo del vino. Collabora dal 2016 con la testata giornalistica winenews per cui realizza i video documentaristici. Ha lavorato e lavora con i principali consorzi del vino della toscana e con alcune delle aziende più di rilievo del panorama vitivinicolo italiano. È autore del blog food bohemien e lavora a campagne di comunicazione per grandi e piccole aziende. Dispone della propria strumentazione per foto e video costruita negli anni selezionando lenti e strumenti in grado di raccontare il mondo della vigna e delle aziende vinicole con uno sguardo cinematografico in cerca di uno stile unico che esca dai canoni classici della comunicazione.

 

 

Un progetto di 5 anni

Il progetto ‘Il mio corpo, che cambia - arte del vino’ nasce nel 2017 da un’idea di Leonardo Romanelli. Il team composto da Gilberto Bertini ed Alessandro Fino ha sviluppato le prime idee e nel gennaio 2018 si sono svolte le prime riprese nelle aziende Rocca delle Macie, Ruffino, Salcheto e Cecchi. Sono state usate diverse telecamere, effetti e tipologie di riprese, obiettivi di ogni sorta

per creare la distorsione delle immagini e un racconto distopico. Hanno contribuito Alessandro Fino, Pietro Grossi, Sabrina Somigli, Nefeli Xourafi e Matteo Ciabini. Le riprese sono poi continuate nel Teatrino del Gallo presso Libriliberi di Firenze, via San Gallo, Hotel Regency Firenze, Piazza d’Azeglio, Podere Belvedere, Chianti Rufina.

 

 

 

“Ho voluto differenziare il modo di comunicare il vino. Basta con il linguaggio esclusivamente verbale, “Il mio corpo, che cambia - l’arte del vino” è un progetto sperimentale dove lo spettatore è al centro insieme a me,  alle immagini e alle sonorità. Al centro perchè saranno le sue emozioni, le sue impressioni e le sue visioni a trarre il definitivo spunto, l’emozione dello spettatore sarà parte integrante del progetto. Ho cercato di raccontare il vino in maniera diversa perché sappiamo tutti quanto sia difficile comunicare in televisione un prodotto che è liquido e che vive della sfera sensoriale e delle differenze tipologiche a seconda della provenienza che le parole arrivano ad interpretare fino ad un certo punto. Come nelle pubblicità dei profumi, c’è bisogno di abbinare al calice un immaginario. Io mi sono calato nella parte e ho prestato tutto quello che non uso nella degustazione canonica, ovvero il corpo per tradurre in immagini le mie sensazioni. Sicuramente ho voluto sperimentare al confine con il mondo dell’arte per proporre una novità e un modo nuovo, in certi casi splendido e colorato, in altri tetro e disgustoso, per mettere alla prova gli spettatori e lasciare loro un ricordo che possa in qualche modo spingere ad approfondire la conoscenza del vino.”

Leonardo Romanelli

 

 

“Il mondo del video oggi ha infinite soluzioni, ci sono tantissimi canali ognuno con il proprio linguaggio e schema. In questo progetto abbiamo abbandonato la logica e il classico schema narrativo della trama che si snoda. Non ci sono eventi, accadimenti, il percorso di Leonardo in un mondo sospeso, alterato e distopico si svolge in tre passaggi, vista, olfatto e gusto e il degustatore viaggia, talvolta disperso, talvolta sicuro di sé, per cercare la propria affermazione definitiva e giudizio su di un calice di vino. Come se Leonardo, come successe a Dante, cadesse in un sonno profondo e attraverso le porte del proprio inconscio sia spinto, scena dopo scena, a trovare un significato più profondo nel famoso nettare di Bacco. Abbiamo usato diversi stili di regia, diverse macchine, obiettivi diversi e lenti distorte, abbiamo voluto, nel mondo del marketing, giocare a fare cinema per chi lo ama radicalmente. Un gioco, serio. Il video finale si porta dietro un percorso che è abbinato alla crescita personale di quando abbiamo iniziato nel 2017 che avevo ventisette anni e finito nel 2023, passato un Covid e in cui mi ritrovo ad avere trentatre anni. “

Gilberto Bertini