Les Intermittences du coeur
Ex Elettrofonica inaugura la nuova stagione espositiva con Les Intermittences du coeur, dall’omonimo titolo di un paragrafo della Recherche proustiana, contenuto in Sodome et Gomorrhe.
Comunicato stampa
Mercoledì 12 settembre 2012 Ex Elettrofonica inaugura la nuova stagione espositiva con Les Intermittences du coeur, dall’omonimo titolo di un paragrafo della Recherche proustiana, contenuto in Sodome et Gomorrhe.
Si tratta della tappa finale di Patria Interiore, mostra curata da Manuela Pacella lo scorso marzo e concepita per il project space della Golden Thread Gallery di Belfast dove 8 artisti italiani – Alessandro Cannistrà (Roma, 1975), Ilaria Loquenzi (Roma, 1976), Emiliano Maggi (Roma, 1977), Stefano Minzi (Milano, 1976), Luana Perilli (Roma, 1981), Moira Ricci (Orbetello, 1977), Alessandro Rosa (Roma, 1982) e Beatrice Scaccia (1978) – si sono confrontati sulla tematica della memoria, avendo come punto di riferimento Marcel Proust e il film Un’ora sola ti vorrei di Alina Marazzi. Da Ex Elettrofonica saranno presentati i progetti inediti realizzati dagli artisti nella fase successiva alla mostra di Belfast: la pubblicazione del libro edito da NERO. È stato, infatti, chiesto agli artisti della mostra e a due ospiti nordirlandesi – Brian Kennedy (Belfast, 1949) e Peter Richards (Cardiff, 1970) – di leggere il paragrafo Les Intermittences du couer e di produrre liberamente progetti per il catalogo che prendessero spunto dal perno fondamentale dell’episodio di memoria involontaria raccontato da Proust in quel brano, ossia la necessità di vivere profondamente il dolore per poterlo superare. Ne sono derivati inevitabilmente lavori molto intimi, preziosi e di grande impatto emotivo.
Con l’occasione sarà presentato al pubblico romano l’intero progetto attraverso la pubblicazione edita da NERO che contiene anche la documentazione fotografica di Patria Interiore e testi di Giuseppe Di Giacomo e Manuela Pacella. La veste grafica del catalogo, inoltre, lo rende prezioso come le opere in mostra, in quanto riflette la diversità degli artisti selezionati, uniti dal comun denominatore proustiano grazie ad una copertina multi-soggetto, ossia differente per ciascun artista, con un dettaglio sfocato tratto dall’opera in mostra e la stampa a caldo tono su tono dell’attacco e dell’epilogo del romanzo: «Longtemps, je me suis couché» in prima e «dans le Temps» in quarta di copertina.