Letizia Cariello – Sculture portatili

L’artista napoletana presenta in anteprima un nuovo capitolo della sua ricerca scultorea. Sono creazioni fuori da qualsiasi pensiero di moda o accessorio, pensate riflettendo sul sensodell’architettura, dello spazio e del corpo. Declinano in piccolo ed in grande il significato degli oggetti portatili e portabili in un’atmosfera ispirata al mondo del Medioevo, eppure, con un forte accento di futuro, le opere che saranno svelate al pubblico in un evento che celebra una ritrovata integrazione del linguaggio dell’oreficeria nella cornice dell’Architettura e della scultura.
Comunicato stampa
Ci parlano di Architettura e di Scultura le “sculture portatili” (e indossabili) che Cariello presenta in un dialogo perfettamente bilanciato con opere provenienti dal suo studio. L’Artista esplora con una modalità inedita sia per il mondo della Scultura che per quello dei gioielli (ma anche dell’Architettura), nuove frontiere della creazione con la realizzazione oreficerie d’artista, o, come
LETIA precisa, sculture portatili “visibili dall’11 marzo alla BABS Art Gallery, in una mostra personale aperta fino al 15 maggio. Laureata in Storia dell'Arte, dopo aver lavorato per il Cinema in Italia e negli Stati Uniti, LETIA ha scelto di seguire la militanza dell’Arte, diplomandosi in Pittura all'Accademia di Belle Arti di Brera dove oggi insegna nella Scuola di Scultura. Le sue opere, che spaziano dalla scultura all'installazione, dal disegno alla videoarte ed alla fotografia, si trovano in importanti collezioni pubbliche e private in Italia ed all’Estero. La sua ricerca verte sulla volontà di intercettare la consistenza materiale del tempo e le possibilità degli spazi, attraverso il recupero e la raccolta delle loro tracce, rese visibili -ad esempio- nella scrittura dei “calendari”, legami simbolici di filo, spesso rosso, che unisce materia e spazio ed evidenzia legami sottili. Una crescente attenzione è dedicata al tema dello Spazio, sia interiore che
esteriore, coinvolgendo i concetti di energia e di invisibile in una riflessione sul senso profondo dell’Architettura. Con questo processo di identificazione e ricucitura, LETIA ricostruisce connessioni e relazioni altrimenti perdute e rende evidenti connessioni nascoste, ritrovando nella tradizione storica i prodromi di una riflessione che penetra lo spazio e le cose quotidiane, dando forma tangibile al tempo.
Il concept della mostra ruota attorno all'idea di ritmo e modulo che si differenziano unicamente per essere o non essere installabili su un corpo. Il corpo diviene un edificio sacro, un tempio fatto di colonne, finestre e oculi, dove ogni elemento ne definisce la forma e il significato, non come una protesi, ma come un sigillo che ne segna l’identità. Sassi di marmo levigato e lavorato con inserti di oro e Ventagli di acciaio cucito con il filo rosso punteggiati da pietre riportanti l’iconico “calendario”, rimandano ad una coerenza interna alla ricerca di Cariello che fa di questa mostra il contrario di una divagazione o di un’evasione dal solco del suo pensiero.
Un importante saggio critico, a firma di Francesca Molteni, ci guida all’interno del progetto espositivo:
“C’è un disegno che raffigura un percorso segreto nelle sculture portatili di Letizia Cariello, come in un labirinto, tra natura e geometria. È un invito a decifrarne il ritmo e a decodificarne i segnali. L’architettura delle cattedrali gotiche, ogivali e puntute, tese verso il cielo, si è fatta corpo, è diventata icona, figura ieratica, scultura. Colonna, tempio, corona. Bisanzio, Teodora, Rennes. Alla ricerca di un modulo compositivo e interiore che riunisca spazio e corpo, Oriente e Occidente in una nuova unità”. (F.M.)
Tra le creazioni spiccano l’anello “Meridiana” in porcellana e oro giallo 18kt; il chocker “Equatore”; la collana “Teodora”, composti da pastiglie in porcellana con un calendario inciso e inchiostrato a china incassati in strutture geometriche a stella o come placche. Perfino una Tiara che, dichiara l’Artista: “deve essere una corona da Re destinata ad una Donna”. Questi elementi, ispirati all'astrazione medievale, sono legati insieme a suggerire una profonda connessione tra geometria, pensiero e spazio. Il richiamo a Bisanzio e al Medioevo, insieme al tempo eroico del Surrealismo, si riflette in anelli, chocker e collane da avvolgere al collo come sciarpe-stole, sono amplificati da una sequenza fotografica che evoca figure femminili storiche e mitologiche, tra cui Teodora imperatrice, la donna di Atlantide e le Valchirie, insieme alla bisnonna dell’Artista ed a Maria Callas. Un viaggio attraverso l'arte, la storia e il simbolismo, dove il corpo e l'architettura diventano scrittura di tempo e spazio, una forma di espressione strutturata e simbolica.