L’evento immobile. Sfogliare il tempo
A Casa Masaccio arte contemporanea, si terranno incontri e interventi di approfondimento teorico sul tema della rassegna con i professori Paolo Bertetto, Elio Grazioli, Riccardo Panattoni, Rocco Ronchi e Marco Senaldi.
Comunicato stampa
Venerdì 4 maggio EX3 Centro per l’arte contemporanea, in occasione della rassegna L’evento immobile. Sfogliare il tempo, realizzata da Casa Masaccio con la consolidata partnership del Museo Man, è lieto di presentare il video Echo dell’artista austriaco Hans Schabus insieme a una conferenza sull’immagine in movimento con relatori Riccardo Panattoni, Elio Grazioli e Rocco Ronchi. Il video rimarrà visibile nella sala centrale di EX3 anche nei giorni di sabato 5 e domenica 6 maggio.
L’evento immobile è a cura di Cristiana Collu, Saretto Cincinelli e Alessandro Sarri. Giunta al suo sesto anno, la rassegna si articola in vari eventi che dalla Sardegna, con la mostra a Nuoro, presso il Man, inaugurata il 17 febbraio e visitabile sino al 6 maggio, si sposteranno in Toscana, al Centro EX3, per concludersi a San Giovanni Valdarno con la consueta mostra a Casa Masaccio.
Venerdì 4 maggio a EX3 e venerdì 11 maggio a Casa Masaccio arte contemporanea, si terranno incontri e interventi di approfondimento teorico sul tema della rassegna con i professori Paolo Bertetto, Elio Grazioli, Riccardo Panattoni, Rocco Ronchi e Marco Senaldi. Nell’occasione saranno proiettate a Firenze l’opera video di Hans Schabus, Echo, 2009 e a San Giovanni Valdarno l’opera video di João Onofre, Untitled (Vulture in the Studio), 2002.
Incentrata su un percorso plurale e intermittente, all’insegna della delocazione, L’evento immobile si propone di analizzare, attraverso conferenze e presentazioni di opere video, ciò che di permanente e di fisso resiste ed insiste in ogni immagine in movimento e, parallelamente, di indagare l’infinita disponibilità del tempo ad essere colto ed accolto nel proprio irriducibile intervallo. La manifestazione cerca così di delineare una sorta di tempo in stato vegetativo, una temporalità in stato d’arresto, in stallo, tale da non poter essere ridotta a semplice movimento o a semplice stasi.
PROGRAMMA
Venerdì 4 maggio 2012, EX3 Centro per l’arte contemporanea, Firenze
- Dalle ore 16.00, proiezione dell’opera video di Hans Schabus, Echo, 2009, (visibile anche nei giorni di sabato 5 e domenica 6 maggio, ore … - ….)
- Dalle ore 17.00, interventi di Riccardo Panattoni, Cristalli di tempo, Elio Grazioli, Video infrasottili, Rocco Ronchi, Il trauma del reale.
Venerdì 11 Maggio 2012, Pieve di San Giovanni e Casa Masaccio, San Giovanni Valdarno
- Dalle ore 16.00, Pieve di San Giovanni, proiezione dell’opera video di João Onofre, Untitled (Vulture in the Studio), 2002 (visibile anche nei giorni di sabato 12 e domenica 13 maggio, ore 16.00 -18.00)
- Dalle ore 17.00, Casa Masaccio, conferenza di Paolo Bertetto e Marco Senaldi
- Ore 19.00, Casa Masaccio, inaugurazione della mostra Paolo Meoni. Opere video
La manifestazione è realizzata nell’ambito del progetto di iniziativa regionale Toscanaincontemporanea2011.
Brevi note sui relatori
Paolo Bertetto è professore di cinema all’Università La Sapienza di Roma. È stato direttore scientifico del Museo Nazionale del Cinema e ha insegnato nelle Università di Torino, di Paris 8, di Nice e alla Scuola Nazionale di Cinema. Oltre a vari cataloghi, ha pubblicato Alain Resnais (1976), Fritz Lang, Metropolis (1991, 2007); L’Enigma del desiderio. Buñuel, Un Chien andalou e L’Age d’or (2001, Premio Umberto Barbaro Filmcritica); Lo specchio e il simulacro (2007, Premio De Lollis saggistica); La macchina del cinema (2010). Per Marsilio è autore di Cinema fabbrica avanguardia (1975) e Il cinema d’avanguardia in Europa 1910-1930 (1983), e ha curato i volumi David Lynch (2008, 2a ed.) e Storia del cinema italiano. Uno sguardo d’insieme (2011). E’ autore anche di due romanzi: “Cuore scuro” (Piemme, 2008), “Autunno a Berlino” (Piemme, 2011).
Elio Grazioli insegna Storia dell’arte contemporanea e Teoria e storia della fotografia all’Università degli Studi di Bergamo e Storia dell’arte contemporanea presso l’Accademia di Belle Arti di Bergamo. Dirige con Marco Belpoliti il semestrale monografico “Riga”. Ha curato per la Bruno Mondadori i volumi di Rosalind Krauss, Teoria e storia della fotografia (1996); Passaggi. Storia della scultura da Rodin alla Land Art (1998); L’informe. Istruzioni per l’uso (2003); L’inconscio ottico (2008); Inventario perpetuo. Presso lo stesso editore ha pubblicato Corpo e figura umana nella fotografia (1998); Arte e pubblicità (2001); La polvere nell’arte (2004) e Ugo Mulas (2010). Presso Bollati e Boringhieri: Piero Manzoni (2007).
Rocco Ronchi è professore ordinario di Filosofia Teoretica all’Università degli studi dell’Aquila e docente di Arti visive presso il Corso di Laurea in Economia dell’Arte dell’Università “L.Bocconi” di Milano. È membro del comitato scientifico di “Sartriana” (Christian Marinotti Editore), membro della Société des amis de Bergson. Tra le principali pubblicazioni: Bataille Levinas Blanchot. Un sapere passionale, Spirali, Milano, 1985; Bergson filosofo dell’interpretazione, Marietti, Genova, 1990; La scrittura della verità. Per una genealogia della teoria, Jaca Book, Milano, 1996; La verdad en el espero Akal, Madrid, 1996; Luogo comune. Verso un’etica della scrittura, Egea, Milano, 1996; Il pensiero bastardo. Figurazione dell’invisibile e comunicazione indiretta, Marinotti Milano, 2001; Teoria critica della comunicazione, B. Mondadori, Milano, 2003; Liberopensiero. Lessico filosofico della contemporaneità, Fandango, Roma, 2006; Filosofia della comunicazione, Bollati Boringhieri, Torino, 2008; Bergson. Una sintesi, Marinotti, Milano, 2012; Come fare, Per una resistenza filosofica, Feltrinelli, 2012.
Riccardo Panattoni è Docente di Filosofia Morale Università di Verona e codirettore con Emanuele Morandi della rivista "Con-tratto" di Padova, e direttore del “Centro Studi sulle Categorie Politiche dell’Europa” di Reggio Emilia. È autore di Il Dono della Filosofia - Martin Heidegger e l’abitare dell’uomo (1997); Appartenenza ed eschaton (Liguori, Napoli 2002); L’origine del conflitto. Martin Heidegger – Ernst Junger – Carl Schmitt (Il poligrafo, Padova 2003); Scritture. Violenza, potere, libertà (Marietti, Genova Milano 2005); L’ospitalità, l’infrangersi (Marietti, Genova 2006); Le ceneri delle immagini. Spazi della memoria. Luoghi della perdita (Marietti, Genova 2006) e coautore di L’Esperienza di Dio – Filosofi e Teologi a confronto (1996); Ripensare lo spazio politico: quale aristocrazia? (1998); Dietrich Bonhoeffer e la comunità del cuore (1999); La Comunità: la sua legge, la sua giustizia (2000). Con Gianluca Solla è co-autore de Il corpo delle immagini. Per una filosofia del visibile e del sensibile (Marietti, Genova 2008). Ha curato per B.Mondadori Lo sguardo Psichiatrico, 2009 e Parole e immagini dal manicomio, 2011.
Marco Senaldi insegna Cinema e Arti Visive all’Università di Milano Bicocca. Oltre ad aver curato mostre, Cover Theory - L’arte contemporanea come reinterpretazione, (catalogo Scheiwiller, 2003) ; Il Marmo e la Celluloide - Arte contemporanea e visioni cinematografiche (catalogo Silvana Editoriale, 2006), ha tradotto e curato testi di Gilles Deleuze, Slavoj Zvizvek e Arthur Danto. Ha pubblicato fra l’altro Enjoy! Il godimento estetico, Meltemi, 2003 (2° ed. 2006); Van Gogh a Hollywood. La leggenda cinematografica dell’artista, Meltemi, 2004 (2° ed. 2007); Synopsis. Introduzione all’educazione estetica, (con F. Carmagnola) Guerini, 2005; Doppio sguardo. Cinema e arte contemporanea, Bompiani 2008. Suoi interventi sono apparsi su “Flash Art”, “Exibart Onpaper”, “il Manifesto”, “Corriere della Sera”, “D la Repubblica delle donne”, “Interni”.
Nota sugli artisti
Hans Schabus, nato a Watschig, Austria, 1970. Vive e lavora a Vienna.
Fra le recenti personali:
2011: The Space of Conflict, Culturgest, Lisbon; Remains of the Day, Collective, Edinburgh; Mamma mia, Base, Florence; Nichts geht mehr, IAC, Villeurbanne. 2010: Wohin und Zurück,Galerie Jocelyn Wolff, Paris; Die Rocky Horror Hansi Show, Clubblumen, Wien
Fra le recenti collettive
2011: Temporaneo 2011, Nomas Foundation, Rome, Palazzo Riso, Palermo; Making is Thinking, Witte de With, Rotterdam; Suspense, Suspended sculptures, EX3, Firenze; Stile der Stadt, Altonaer Museum, Hamburg; Alpine Desire, Austrian Cultural Forum, New York.
João Onofre, nato a Lisbona, Portogallo, 1976. Vive e lavora a Lisbona.
Fra le recenti personali:
2011: Galeria Toni Tapies, Barcelona, Spain; Box Sized Die, Palais de Tokyo, Paris, France; Galleria Franco Noero, Turin, Italy; Fundació Juan Miró, Barcelona, Spain. 2010: Lighten Up, Centro de Artes Visuais, Coimbra, Portugal. 2008: João Onofre, Art Unlimited, Art 39 Basel, Switzerland.
Fra le recenti collettive:
2011: Plus Ultra, Works from The Sandretto Re Rebaudengo Collection, Macro Testaccio, Rome, Italy; Videosphere: A New Generation, Albright-Knox Gallery, Buffalo New York; Observers, CCB –Centro Cultural Belém, Lisbon; No place like – 4 houses 4 films, Colégio das Artes, Coimbra; Espaço BES Lisboa and Palácio das Artes, Porto; The Half-Shut Door: Artist’s Soundtracks, SE8, London, U.K.; The Last First Decade, Ellipse Foundation, Estoril; Stereo, Centro de Memória, Vila do Conde; Super 8, Christopher Grimes Gallery, Santa Monica.
I video
Hans Schabus, Echo, 2009, Courtesy Galleria zero, Milano
Uno schermo nero cede il passo ad una lunga immagine fissa di un paesaggio naturale: una foresta ai margini di uno stagno, la pace assoluta con solo poche note del canto degli uccelli interrotta a metà del film da un suono differente, come una corsa tra rami spezzati. Hans Schabus cade per la prima volta e si rialza tra lo sciabordare dell’acqua e del rumore dei rami. Il ritmo del video poi cambia. L'immagine viene rallentata dopo la seconda caduta in acqua del personaggio. Si alza ancora con difficoltà e comincia a correre ancora, lasciando rapidamente il campo di visione dopo un primo piano delle gambe tra le foglie morte. Il minuto finale di questo breve video è dedicato alla natura selvaggia filmata in primo piano, poi lo schermo ridiventa nero, punteggiato dal canto degli uccelli. L'artista offre un concentrato metaforico della condizione umana: incorniciato da un’immutabile natura verticale, il protagonista vive così la sua inesausta ricerca orizzontale, inciampando come Sisifo senza cessare mai di eseguire il suo compito.
João Onofre, Untitled (Vulture in the Studio), 2002, Courtesy Franco Noero, Torino
L'assurdo spesso si mostra come una finestra rivelatrice di realtà. Il lavoro di João Onofre, Untitled (Vulture in the studio) sconta proprio questo inesausto confronto, mostrando un insieme abbastanza tranquillo - lo studio dell'artista - e impregnandolo, a poco a poco, di un'irrazionalità che porta lo spettatore ad un ulteriore livello d'interpretazione. In un primo momento non vediamo nulla, solo uno studio vuoto, innocuo nelle proprie implicazioni. Lentamente s'infiltrano nello spazio suoni di passi che si trascinano come graffiando il pavimento. L'attesa di un “essere umano” viene inaspettatamente frustrata dall'apparizione di un enorme avvoltoio. L'animale sembra prendere tempo ad esaminare i dettagli dello spazio, saltando goffamente da una parte all'altra dello studio. L'immagine sconvolgente di quest'animale ci ricorda in fondo che anche noi non siamo altro che intermediari tra l'ordinato e il caotico e che, nonostante i nostri sforzi, ci troviamo costantemente esposti a ciò che ci sfugge e di cui non si ha controllo alcuno