Li Xiangyang
In mostra grandi tele caratterizzate da lunghe linee verticali nere, rosse e grigie volutamente interrotte, testimonianza di uno stato d’animo di rottura, con un’evidente predominanza dei toni di grigio, espressione della profonda ricerca del “sublime negativo”, come lo definisce l’artista stesso; un intervento ironico dinnanzi alla tradizione cinese, grigio come negazione del colore.
Comunicato stampa
Giovedì 26 gennaio alle ore 18.30 la diagonale/galleria è lieta di presentare la personale di Li Xiangyang . Dopo la recente partecipazione dell’artista di Pechino alla “Grande astrazione celeste. Arte cinese del XXI secolo" al MACRO Testaccio, diagonale/galleria propone al pubblico una nuova selezione dei suoi ultimi lavori.
In mostra grandi tele caratterizzate da lunghe linee verticali nere, rosse e grigie volutamente interrotte, testimonianza di uno stato d’animo di rottura, con un’evidente predominanza dei toni di grigio, espressione della profonda ricerca del “sublime negativo”, come lo definisce l’artista stesso; un intervento ironico dinnanzi alla tradizione cinese, grigio come negazione del colore.
Achille Bonito Oliva nel suo testo in catalogo scrive:“L’astrazione delle sue opere è frutto di una dialettica tra la materia e la geometria della forma finale. Ripetizione e differenza producono un sistema visivo che non è mai statico o prevedibile, semmai sorprendente apertura verso l’architettura seppure vaporizzata e smaterializzata nello spazio circostante all’opera. L’opera di Li è il frutto di una mentalità creativa capace di coniugare analisi e sintesi, d’ investigazione e rappresentazione.”
Giuseppe Ussani d’Escobar aggiunge : “Questo vibrare dei rossi, richiama alla mia mente, alle mie emozioni un fiume, che si apre la sua strada nella tela, un fiume di sangue, quale energia creativa ed iniziatica che vuole inondare tutto, pur volendo scorrere in un ordine solo apparente, un fiume che vuole rompere gli argini con forza e leggerezza e penetrare gli animi. Comunicare l’evolversi del linguaggio creativo di una Cina nuova che scatena un estrema vitalità non disponibile a nessun compromesso. Le tele di Li Xiangyang sono anche fortemente italiane, grazie ai suoi continui studi sull’arte del nostro Paese, in quei rossi non posso non riconoscere la violenza del Caravaggio, il sangue che scorre per purificare e redimere, lo stesso sangue della Giuditta ed Oloferne, un sangue che anch’esso sembra uscire dalla tela per toccare i misteriosi lidi dell’inconscio.”
La mostra è visibile fino al 27 febbraio 2012.
Testi in catalogo di Achille Bonito Oliva e Giuseppe Ussani d’Escobar.