Liberi di imparare
Una nuova esposizione di copie dei reperti del Museo Egizio realizzate nel carcere di Torino.
Comunicato stampa
Il pubblico potrà visitare, in una sala dedicata al secondo piano, un’esposizione di venti copie di altrettanti reperti della collezione torinese, realizzati dai detenuti delle sezioni scolastiche della Casa Circondariale dell’Istituto tecnico “Plana” e del Primo Liceo Artistico. La mostra ospita in particolare copie di alcuni capolavori della collezione del Museo Egizio: tra questi la Cappella di Maia, gli affreschi della tomba di Iti e Neferu, i ritratti del Fayyum, l’ostrakon della ballerina e alcuni libri funerari. Gli oggetti riprodotti sono accompagnati da didascalie con le indicazioni che consentono ai visitatori di ritrovare gli originali all’interno della collezione principale del museo.
Anche nei mesi difficili della pandemia il progetto è proseguito grazie all’impegno di tutte le istituzioni coinvolte: sono state sviluppate nuove modalità di lavoro che hanno permesso ai detenuti coinvolti di proseguire l’attività, realizzando repliche di grandissima qualità. Queste copie, tecnicamente ineccepibili e risultato di un lavoro svolto con passione, assolvono anche a un importante compito educativo e scientifico, a supporto delle attività dentro e fuori il Museo: tra le iniziative in cui sono state utilizzate vale la pena di citare la mostra itinerante “Papirotour” realizzata in collaborazione con le Biblioteche civiche torinesi, le attività di didattica svolte presso l’ospedale infantile di Torino “Regina Margherita”, nonché alcune handling sessions, ossia esperienze di manipolazione e di studio di reperti, previste per i prossimi mesi.
“Ben lontani dall’essere una torre d’avorio, proseguiamo nel nostro intento di fare rete con altre istituzioni, anche quelle in apparenza più lontane - dichiara Christian Greco, direttore del Museo Egizio -. ‘Liberi di imparare’ rappresenta in quest’ottica un’iniziativa di grandissimo valore, capace di far proseguire il dialogo tra la nostra collezione e le sezioni scolastiche carcerarie, nonostante le forti restrizioni dell’ultimo anno”.
“Tutto ciò non sarebbe possibile senza un incredibile lavoro di squadra, di cui siamo orgogliosi e per cui voglio ringraziare tutte le istituzioni coinvolte - aggiunge Evelina Christillin, presidente del Museo Egizio-. Questa iniziativa dimostra inoltre, ancora una volta, quanto nei mesi passati il Museo non abbia mai smesso di lavorare anche ai propri progetti di integrazione, che ci vedono impegnati nel costruire ponti con numerose istituzioni del territorio, dalla Casa Circondariale all'ospedale infantile 'Regina Margherita'”.
"L'esperienza offerta dal Museo Egizio alle persone detenute della Casa Circondariale di Torino è senz'altro stata fra le più significative e culturalmente apprezzate non solo dai partecipanti ai laboratori dedicati ma anche da coloro che in più occasioni hanno avuto modo di vedere le opere realizzate - afferma inoltre Monica Gallo, Garante delle persone private della libertà personale della Città di Torino - Un progetto di grande valore che come Ufficio abbiamo fortemente voluto e promosso ed auspichiamo che possa continuare ed evolversi".
Il progetto “Liberi di imparare” è frutto di una collaborazione del Museo con la direzione della Casa Circondariale “Lorusso-Cotugno” e l'Ufficio della Garante dei diritti delle persone private della libertà personale del Comune di Torino. L’Istituto tecnico “Plana” e il Primo Liceo Artistico sono presenti da molti anni con sezioni scolastiche carcerarie presso la Casa Circondariale, dove le classi si sono trasformate dal 2018 in laboratori che hanno coinvolto i detenuti nella realizzazione e decorazione di repliche di reperti della collezione del Museo. Questa è la seconda edizione della mostra “Liberi di imparare”, aperta per la prima volta nel dicembre 2018 presso il Museo Egizio e che ha fatto tappa anche presso la Caffetteria del Palazzo di Giustizia “Bruno Caccia” nel febbraio 2019.