Liberi tutti
La mostra si pone come un accento particolare sulla forza dei singoli artisti secondo un principio che non li pone in contrasto tra loro, anzi! Le opere riescono infatti a superare le proprie specificità e a stabilire profonde connessioni reciproche. Il fruitore quindi si immergerà in una situazione complessa, stratificata e multiforme che lo porterà a fare esperienza dei singoli “io” esposti.
Comunicato stampa
LIBERI TUTTI “ libertà espressiva di 10 artisti contemporanei”
Periodo Mostra: dal 11 settembre al 24 settembre 2011
catalogo e mostra a cura di Willy Darko
testo di Marilina Di Cataldo
Inaugurazione : martedì 11 settembre 2012 - ore 18,30
La mostra si pone come un accento particolare sulla forza dei singoli artisti secondo un principio che non li pone in contrasto tra loro, anzi! Le opere riescono infatti a superare le proprie specificità e a stabilire profonde connessioni reciproche. Il fruitore quindi si immergerà in una situazione complessa, stratificata e multiforme che lo porterà a fare esperienza dei singoli “io” esposti.
Autori: Gianni Bergamin, Maddalena Bertello, Sara Giraudo, Emma Infante, Lorena Paternicò, Rosella Porrati, Matjaz Prezeren, Dorisca Scagion Doris, Diego Scursatone, Rosanna Vottero Viutrella
Liberi tutti
Uno dei pregi dell’arte contemporanea è la sua vastità. Sfogliando riviste, frequentando le gallerie e le fiere d’arte, è facile ritrovarsi felicemente disorientati, tra poetiche e tecniche nuove e meno nuove. Tuttavia è possibile tracciare qualche sentiero, tentare di definire qualche criterio, per quanto provvisorio, per “costruirsi uno sguardo”. Costruirsi uno sguardo, infatti, è importante come costruire un’opera, perché riconoscere un’opera d’arte significa avvicinarsi a lei, raggiungerla e finalmente vederla. Per questo sono importanti le mostre collettive, anche quelle, come questa, dove gli artisti sono liberi di esprimersi senza nessuna limitazione alcuna.
“Liberi tutti” è infatti il titolo della mostra: gli artisti sono liberi di scegliere i loro soggetti e sono liberi di servirsi delle tecniche che più li rappresentano. Né un titolo che li costringa entro determinati argomenti, né una tecnica predefinita che imponga loro una scelta non autonoma. Liberi di muoversi e farsi conoscere, di accettare il confronto con i colleghi e con il pubblico. Una mostra, quindi, che ha come unico tema specifico quello dell'arte stessa, ribadendo così l'importanza di mantenere in vita un fondamentale ambito della riflessione umana ed un irrinunciabile luogo del libero pensiero.
I dieci artisti qui invitati mettono in scena indizi, spie e referti relativi alla realtà fenomenica; propongono testimonianze e memorie in cui si condensano brani e scie del vissuto; suggeriscono ipotesi dei percorsi imprevedibili dell’immaginario. Così Gianni Bergamin, per esempio, che utilizza nelle sue opere una particolare prospettiva, suddividendo la tela in riquadri-fotogrammi di inquadrature diverse. Ne nasce una sorta di “dislocamento” dell’osservatore, la cui curiosità viene sollecitata in maniera illimitata, perché questa visione multipla è ciò che noi viviamo quotidianamente, ciò con cui, volenti o nolenti ci rapportiamo. L’ approfondimento sul nostro spirito interiore è il fulcro della riflessione di Maddalena Bertello, che non parte dal campo visivo del dato retinico, ma da quello della sua elaborazione mentale, che si manifesta non solo attraverso segni e colori, ma anche con inserimenti sulla tela di materiali non pittorici, tracce di una libertaria esigenza esplorativa. In Sara Giraudo l’astrazione inventa un vocabolario in cui le forme, ottenute con accumulazioni di materia e colori, riescono a dare vita ai sogni, alle emozioni, liberando l’immaginazione dalle catene del definito e del già visto, sostituendo alla realtà reale una realtà apparente, servendosi di un linguaggio vivo e dinamico. Nelle opere di Emma Infante le figure, specialmente di donna, hanno talvolta una fissità ieratica, che rivela la loro forza interiore. E mentre la percettività delle immagini è immediata, la messa a fuoco si offre diversificata: ora catturata dai volumi plastici delle figure, ora dalla delicatezza delle forme e dei colori. Per comunicare la sua idea di arte Lorena Paternicò usa una tecnica mista di fotografia e pittura con la quale riesce a dare all’osservatore la sensazione di essere risucchiato dallo spazio, di cui diventa l’unico visitatore. Il punto di partenza è sempre la realtà dove la presenza dell’uomo si sente, ma può di diventare astrazione. Rosella Porrati conferisce al femminile un ruolo privilegiato. L’artista fornisce delle donne un’immagine armonica e al tempo stesso misteriosa, adagiandola sul bilico del detto e del non detto, rivestendola di una figuratività che non si esaurisce nel visibile e nel tratto esplicito, ma conserva un’aura di irraggiungibilità e di incompiutezza. Sono nuovamente le donne le protagoniste delle opere di Matjaz Prezeren, che le inserisce, nude, all’interno di portici e/o architetture che diventano prospettive fisiche e mentali di uno sguardo che osserva il mondo. Questi spazi fanno parte di luoghi vicini o lontani, difficilmente identificabili ed è come se l’artista operasse una delocalizzazione straniante e con un forte potere evocativo. Candide e misurate, dalle figure sottili e seducenti, le donne (ancora) di Dorisca Scaggion Doris sono icone della contemporaneità, presenze trasgressive, enigmatiche e disincantate. Ma la curiosità artistica di Dorisca la porta ad indagare anche altre strade e così accanto a questi personaggi dipinti in maniera austera e solenne, si affiancano opere che, passando da forme molto libere e appena accennate, sconfinano nell’informale. Una maniera di dipingere che raccoglie varie tecniche usate con grande grande disinvoltura caratterizzano le opere di Diego Scursatone, che sono in grado di restituire allo spettatore il valore della visione, la forza di un ricordo. Il processo espressivo del segno non dipende dall’obbligo del racconto, ma punta direttamente sull’espressione dell’essenza mnemonica dello spazio abitato dal tempo, delle forme spesso sovrapposte o giustapposte. La ricerca espressiva di Rosanna Vottero Viutrella, infine, è incentrata nella volontà di trasmettere la sua personale percezione della vita, non limitandosi alla nudità delle cose, ma tendendo a restituire il rapporto esistente tra le cose stesse, reinventando la quotidianità della realtà. I cieli, i fiori, i ritratti si propongono allo sguardo dell’osservatore senza alcuna pretesa di voler imporre nulla, senza cerebralismi ed elucubrazioni di maniera.
Marilina Di Cataldo
Una mostra ricca di stimoli, dunque, che ha valore soprattutto come misurazione culturale, perché l’arte, come la vita, è un continuo relazionarsi con se stessi e con gli altri.
Willy Darko