Liberi tutti! Arte e società in Italia. 1989-2001
Liberi tutti! Arte e società in Italia. 1989 – 2001 presenta il primo tentativo di analisi attraverso una prospettiva storica della generazione di artisti italiani attivi tra la fine degli anni Ottanta e l’inizio degli anni Duemila.
Comunicato stampa
Liberi tutti! Arte e società in Italia. 1989 - 2001 presenta il primo tentativo di analisi attraverso una prospettiva storica della generazione di artisti italiani attivi tra la fine degli anni Ottanta e l’inizio degli anni Duemila.
Un periodo, dalla caduta del muro di Berlino (9 novembre 1989) al crollo delle torri gemelle a New York (11 settembre 2001) in cui società e cultura hanno conosciuto cambiamenti particolarmente intensi, in attesa di un altro cruciale passaggio, l’avvento di un nuovo secolo e di un nuovo millennio.
In un brevissimo arco di tempo, infatti, l’affermazione della cultura digitale rivoluziona il nostro modo di vivere. La diffusione del virus dell’AIDS segna un cambiamento nei rapporti interpersonali, minando la libertà sessuale conquistata nei decenni precedenti allo stesso tempo stimolando una nuova riflessione sull'identità di genere. Si diffonde una maggiore consapevolezza dei problemi ambientali e, soprattutto, con la fine della guerra fredda e lo scioglimento dell’URSS, l'affermarsi di dinamiche economiche globali e con i grandi flussi migratori verso i paesi più sviluppati e liberi da conflitti, cambia la percezione del mondo e dei suoi confini e l'incontro tra culture lontane si fa esperienza quotidiana.
L’arte esprime il proprio tempo e, a volte, è in grado di anticiparlo, fornendo consapevolezza sulla realtà che viviamo. Dal 1989 al 2001 essa stessa è dunque cambiata con una velocità sconosciuta, aprendosi a nuovi temi, nuovi linguaggi, e includendo nel suo sistema le espressioni di culture e ambiti geografici prima ignorati.
Benché forse meno sollecitata dai grandi cambiamenti geopolitici e culturali, rispetto a paesi come gli Stati Uniti, la Gran Bretagna o a realtà emergenti come la Cina, la scena artistica italiana degli anni Novanta risponde in modo significativo ai tempi e alle domande che pongono, è ricca di novità ed effervescenze creative: si può infatti parlare forse dell’ultima generazione artistica uscita in maniera compatta e propositiva sulla scena internazionale.
Una generazione che, rispetto a quelle precedenti, pratica una grande libertà stilistica, formale e di contenuti. Passando dalla pittura al video, dall’installazione alla scultura, dalla fotografia all’oggetto, i giovani artisti prevalentemente nati negli anni Sessanta che emergono nell’ultimo decennio del Novecento, stupiscono per la “leggerezza pensosa” delle loro proposte, per l’impegno nel metterle in scena; sono fortemente legati all’aspetto progettuale, spesso dialogano tra di loro e si relazionano ad altri linguaggi, ad esempio la letteratura ma anche il cinema e la scena musicale, vivacissima come non accadeva da tempo.
Liberi tutti!, titolo che si ispira a una canzone del gruppo torinese Subsonica uscita nel loro secondo album Microchip emozionale del 1999, sottolinea l'ampio spazio di possibilità (ma tutt'altro che privo di regole) aperto dall'arte italiana degli anni Novanta. Un momento particolarmente vivace e creativo, peraltro non più ripetutosi in tempi recenti. Una storia che corre di pari passo allo sviluppo della nostra società, in un decennio ancora non facilissimo da identificare, ma la cui distanza temporale ora sembra essere sufficiente per uno sguardo non viziato da pregiudizi né esaltazioni.
Se Milano può apparire il centro del mercato delle giovani gallerie e della presenza di un gran numero di artisti provenienti da tutta Italia, Torino sviluppa un’importante politica culturale che la porterà, dopo la prima grave crisi economica, a trasformarsi da realtà industriale a città del turismo e della vocazione sperimentale; Roma, da parte sua, raccoglie l’eredità della Transavanguardia con diverse figure significative e anche il Sud, in altri momenti poco considerato, si mostra vitale e stimolante. Poiché l’Italia è tradizionalmente un paese senza centro, fondamentale è il ruolo della provincia: molte gallerie e spazi espositivi di rilievo sorgono fuori dalle aree metropolitane e va segnalato il nuovo ruolo assunto dai musei di arte contemporanea, la cui nascita si data proprio tra la fine degli anni Ottanta e l’inizio dei Novanta.
Liberi tutti! vuol essere dunque una ricognizione puntuale di quegli artisti e quelle opere che hanno segnato un lungo decennio che ha lasciato in eredità un’immagine dell’arte italiana, fluida, trasversale, dinamica, oltre gli steccati e incredibilmente contemporanea. I curatori Luca Beatrice e Cristiana Perrella, che negli anni Novanta pubblicarono due testi di critica militante, Nuova Scena (G. Mondadori, 1994) e Nuova Arte Italiana (Castelvecchi, 1998), hanno selezionato 62 artisti per un totale di oltre 70 opere prodotte tra il 1989 e il 2001.
Artisti in mostra
Mario Airò, Stefano Arienti, Matteo Basilé, Massimo Bartolini, Alessandro Bazan, Vanessa Beecroft, Elisabetta Benassi, Simone Berti, Betty Bee, Monica Bonvicini, Botto & Bruno, Paolo Canevari, Monica Carocci, Maurizio Cattelan, Umberto Cavenago, Loris Cecchini, Marco Cingolani, Sarah Ciracì, Roberto Cuoghi, Cuoghi Corsello, Mario Dellavedova, Bruna Esposito, Lara Favaretto, Flavio Favelli, Giovanni Frangi, Giuseppe Gabellone, Stefania Galegati, Angiola Gatti, Daniele Galliano, Francesco Jodice, Massimo Kaufmann, Thorsten Kirchhoff, Luisa Lambri, Armin Linke, Marcello Maloberti, Miltos Manetas, Domenico Mangano, Margherita Manzelli, Eva Marisaldi, Marco Mazzucconi, Marzia Migliora, Liliana Moro, Adrian Paci, Luca Pancrazzi, Diego Perrone, Alessandro Pessoli, Cesare Pietroiusti, Perino&Vele, Cristiano Pintaldi, Paola Pivi, Pierluigi Pusole, Andrea Salvino, Lorenzo Scotto di Luzio, Rudolf Stingel, Grazia Toderi, Tommaso Tozzi, Patrick Tuttofuoco, vedovamazzei, Maurizio Vetrugno, Francesco Vezzoli, Massimo Vitali, Luca Vitone, Sisley Xhafa.
Biografie dei curatori della mostra
Luca Beatrice
Critico d'arte, docente all’Accademia Albertina e allo IAAD di Torino, nel 2009 Luca Beatrice ha curato il Padiglione Italia alla Biennale di Venezia. Ha pubblicato volumi e saggi sulla giovane arte italiana, tra cui Nuova Scena. Artisti italiani degli anni Novanta (Mondadori 1995), Nuova Arte Italiana (Castelvecchi 1998), la monografia dedicata a Renato Zero, dal titolo Zero (Baldini Castoldi Dalai 2007). È autore del libro Da che arte stai? Una storia revisionista dellʼarte italiana (Rizzoli 2010) e del volume incentrato sul rapporto tra musica e arte Visioni di suoni (Arcana 2010), mentre nel 2011 ha curato con Marco Bazzini Live! (Rizzoli 2011) e realizzato Gli uomini della Signora (Dalai 2011), un omaggio alla “sua” Juventus. Nel 2012 ha pubblicato per Rizzoli Pop. L’invenzione dell’artista come star, nel 2013 Sex. Erotismi nell’arte da Courbet a YouPorn (ed. Rizzoli) e nel novembre del 2014 il libro Write on the Wild Side, una raccolta di articoli scritti dal 2007 al 2014 (Barney Edizioni). Nel marzo 2015 è uscito il suo ultimo libro Nati sotto il Biscione. L’arte ai tempi di Silvio Berlusconi (ed. Rizzoli). Collabora con il quotidiano Il Giornale; è Presidente del Circolo dei lettori di Torino.
Cristiana Perrella
Curatrice e critica d’arte, Cristiana Perrella ha diretto dal 1998 al 2008 il Contemporary Arts Programme della British School at Rome, dove ha realizzato mostre di artisti come Cerith Wyn Evans, Francesco Vezzoli, Richard Billingham, Martin Creed, Mark Wallinger, Yinka Shonibare, Mike Nelson, Ian Kiaer, Jonathan Monk, Douglas Gordon, presentando numerosi progetti legati alla video-arte tra cui Sweetie – Female Identity in British Video e VideoVibe – Art, Music and Video in the UK. Come curatrice indipendente ha collaborato con istituzioni italiane e internazionali, tra cui il MAXXI, per cui ha curato, nel 2010 la personale di Kutlug Ataman Mesopotamian Dramaturgies, nel 2012 il festival di performance VIVA performance lab, nel 2014 la mostra Fair Play e nel 2015 la personale di Adrian Paci e Roland Sejko Sue Proprie Mani. Dal 2007 al 2009 e dal 2013 al 2014, ha ideato e curato per Riso Museo d’Arte Contemporanea della Sicilia il progetto SACS -Sportello per l’Arte Contemporanea in Sicilia, per lo sviluppo e la promozione della scena artistica siciliana. Dal 2009 è curatrice per la Fondazione Marino Golinelli del progetto Arte e Scienza. Ha pubblicato con Luca Beatrice Nuova Scena. Artisti italiani degli anni Novanta (Mondadori 1995) e Nuova Arte Italiana (Castelvecchi 1998). Insegna Fenomenologia dell'arte contemporanea allo IED di Roma.