Libertà

Informazioni Evento

Luogo
CASTELLO DI LAJONE
Strada vicinale di Piana Lunga, 1 Frazione Piepasso. 15028 , Quattordio, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

La mostra resterà aperta fino al 1 novembre 2020 con i seguenti orari:
tutte le domeniche dal 5 luglio al 2 agosto, dalle 12 alle 20
Dal 5 settembre al 1 novembre, il venerdì e il sabato su prenotazione, le domeniche dalle 11 alle 17.

Vernissage
04/07/2020

sabato 4 e domenica 5 luglio 2020, dalle 12 alle 20, per due giornate d’inaugurazione

Curatori
Luca Beatrice
Generi
arte contemporanea, collettiva

Arte contemporanea al Castello di Lajone.

Comunicato stampa

“Il prezzo della libertà è la solitudine” Jonathan Franzen, Libertà
Dopo anni passati ad alimentare un mondo virtuale onnicomprensivo, ci siamo accorti di quanto quel mondo reale che abbiamo cercato di sostituire ci manca come l’aria. Per quanto l’esperienza della percezione differita abbia cercato di affiancare non solo le relazioni interpersonali, ma anche le arti e la cultura, è mancato quell’indicibile senso di umanità dell’esperienza e della condivisione. Che cos’è l’arte se non ponte tra persone ed esperienze diverse?
Dopo i necessari e inevitabili ripensamenti, le discussioni e le idee venutesi a sovrapporre di settimana in settimana, questa mostra ha preso il titolo in una sola parola: Libertà. Può essere l’omaggio al bellissimo romanzo di Jonathan Franzen oppure può voler dire tante cose e portarsi dietro altrettanti significati. Ognuno si sceglierà il proprio.
È certo che l’arte trovi terreno fertile nella libertà, non solo “io ho la libertà di fare”, ma libertà intesa come “io ho libertà di essere”, relazione sociale in continuo divenire fra individui. La libertà, è confronto, dialogo, componenti che stanno alla base del nostro essere umano, è arte, a sua volta quindi l’arte è essere liberi.
Oggi tende a prevalere un concetto di libertà semplificato e di facile accesso che tende spesso a essere riproposto in maniera ossessiva come uno slogan. È necessario distaccarsi dall’idea della libertà come proprietà dell’individuo che termina dove inizia la libertà dell’altro, perché questo concetto neutralizza la caratteristica principale della libertà, cioè l’essere una relazione sociale tra individui ugualmente liberi.
La libertà in relazione con l’arte è quindi confronto diretto tra opera e pubblico, opera e spazio e opera e natura.

A cominciare dallo spazio, bellissimo. Il Castello di Lajone, sito sulle colline del Monferrato vicino a Quattordio (Alessandria), le cui prime notizie storiche risalgono al 1624 e che la nuova ristrutturazione, armonizzando i segni del tempo con elementi del contemporaneo, ha realizzato una sorta di ecosistema con l’impatto ecologico della tenuta prossima allo zero. Ciò è possibile grazie a un connubio composto da una falda acquifera totalmente autosufficiente, impianti fotovoltaici che riducono l’apporto energetico e un sistema geotermico all’avanguardia, oltre alla protezione di oltre 40 ettari tra foreste e campi a uso agricolo e la piccola produzione di vino.
Dal 2017 il Castello di Lajone ospita mostre d’arte contemporanea, progetti speciali e residenze internazionali per giovani artisti emergenti. Lajoneart, nome dell’associazione culturale che ivi ha sede, nasce da un progetto artistico culturale ideato nel 2016 dal fondatore Marco Farronato e dalla sua famiglia. Per dare forma a questo progetto alcune aree del castello vengono ristrutturate nel completo rispetto della plurisecolare storia stratificata attraverso opere permanenti, arredi e architettura amalgamati con elementi contemporanei. Allo stesso modo Lajoneart sviluppa l’idea di un consapevole dialogo tra contemporaneo e storico, proponendo un intrecciarsi di arte attuale arricchita da una forte impronta storico- culturale. Racconti e leggende passate affascinano e ispirano gli artisti di ogni luogo invitati a vivere la Residenza, come è stato nelle edizioni precedenti.
In questa stagione così particolare il programma si arricchisce e si articola di nuove e interessanti proposte. Gli artisti, selezionati da Luca Beatrice in collaborazione con la giovane curatrice Francesca Vitale, sono stati chiamati al confronto sul tema e sulla suggestione della parola Libertà con opere installate all’interno del castello e negli ampi spazi esterni del parco e dei giardini.
Gli artisti
Mirko Baricchi è nato a La Spezia nel 1970 e, trasferitosi a Firenze, frequenta l’Istituto per l’Arte e il Restauro a Palazzo Spinelli. La sua carriera da artista viene fortemente influenzata da un viaggio in Messico. Dopo oltre due anni torna in Italia e si trasferisce dapprima a Milano, dove lavora nel campo dell’editoria e della pubblicità, e in seguito nel 1998 torna a vivere a La Spezia. Mirko Baricchi ricrea nelle sue opere pittoriche un’atmosfera onirica e un’emotività che invade lo spettatore sorprendendolo grazie a colori e figure delineate con un semplice segno.
Lula Broglio, nata a Sanremo nel 1993, raggiunge la sua formazione artistica diplomandosi all’Accademia Albertina di Torino, città dove attualmente vive. Nel 2017 allestisce la sua prima mostra personale allo spazio Buonasera di Torino, in un ambiente interamente colorato che vede protagonisti tre carri artigianali, per un ibrido linguistico tra scultura e pittura.
Edoardo Manzoni, nato a Crema nel 1993, basa la sua ricerca sulla rielaborazione del contesto rurale. È il tema della caccia ad affascinarlo in particolare. Le sue opere da una parte si ispirano ad antichi predatori e ne riproducono il rimando a una forma estetica, dall’altra evocano la forza dell’arte come “trappola di bellezza”.
Matteo Montani, nato a Roma nel 1972, dopo essersi diplomato all’Accademia di Belle Arti di Roma lavora ai suoi paesaggi immateriali e rarefatti su fogli di carta abrasiva, ragionando sul concetto della visione, della memoria e della transitorietà. Nel 2000 Montani vince ex aequo il Premio Suzzara e un anno dopo partecipa alla Biennale dei Giovani Artisti dell’Europa e del Mediterraneo a Sarajevo.
Francesco Pacelli, artista perugino nato nel 1988, vive e lavora a Milano dopo aver frequentato nel 2013 l’Università del Politecnico indirizzo Design. Nel 2016 lavora come assistente di Roberto Cuoghi ed entra a far parte del gruppo Dimora Artica a Milano. L’arte di Francesco Pacelli, tra argilla e poliuretano, si preoccupa di definire una sorta di ecosistema. La tecnologia entra a far parte del suo lavoro, strumento capace di potenziare l’uomo.
Aurora Paolillo, classe 1990, nasce a Torino dove vive e lavora. Dopo aver frequentato fino al 2015 l’Accademia Albertina, nel 2016 inaugura la sua prima mostra personale “Mirror Project #7 – Sensible Objects” presso l’Associazione Barriera di Torino. La sua ricerca artistica si concentra principalmente nel dare forma a dei legami esistenti ma quasi invisibili come dei piccoli dettagli a cui non facciamo caso, mediante un’attenta osservazione della realtà quotidiana.
Massimiliano Pelletti apprende fin da bambino le tecniche di lavorazione del marmo a Pietrasanta, città in cui nasce nel 1975 e lavora. Dopo aver studiato al Liceo Artistico e aver continuato gli studi in ambito filosofico all’Università di Pisa, esordisce nel 2006 partecipando alla XII Biennale dei Giovani Artisti d’Europa e del Mediterraneo. Il suo lavoro si sviluppa attraverso l’uso di copie antiche fatte direttamente su calchi delle sculture originali. Si amplia attraverso la ricerca dei materiali, a partire dalla scelta del blocco di pietra. Dopo essere stata tagliata in situ, l’opera viene trasferita nel suo studio, dove verrà poi terminata.
Edoardo Piermattei, classe 1992, è nato nelle Marche e da sempre subisce il fascino delle strutture architettoniche antiche della sua terra. A partire da questa osservazione l’artista lavora avvalendosi della tecnica dell’affresco e usando pigmenti colorati come omaggio ai grandi maestri della pittura italiana. Attualmente vive e lavora a Torino.
Matilde Sambo, classe 1993, nasce a Venezia e si laurea in arti visive all’Università IUAV di Venezia; ora vive e lavora a Milano. Nel 2019 espone nella aA29 Project Room la sua prima mostra personale dal titolo “Falsità in buona coscienza”. L’artista lavora ragionando su dicotomie quali sacro – profano, naturale – artificiale, umano – animale. Le sue opere trasmettono una forte sensazione di atmosfera sacra, esibendo oggetti di natura misteriosa, simili a delle reliquie.
Francesco Schiaparelli, in arte Snote, è nato a Biella nel 1991 e vive e lavora a Torino, dove ha frequentato l’Accademia Albertina di Belle Arti. La sua scultura si concentra sulla relazione tra uomo e ambiente e sull’incontro tra terra e cielo. Guarda ai modelli
antropologici dell’arte antica e classica in cui esiste una concezione ideale di bellezza.
Ivano Troisi nasce a Salerno nel 1984. Dopo essersi formato all’Accademia di Belle Arti di Roma rimane affascinato dai processi di mutamento della natura, che considera punti di partenza per il suo lavoro artistico. Il percorso che nasce dalla contemplazione per l’oggetto natura si realizza concretamente, attraverso una manualità per certi versi scultorea, tramite xilografie, disegni su carta, timbri e filigrane.
La collezione
Al primo piano del Castello, corollario di Libertà, viene esposta una selezione di opere appartenenti alla collezione Lajoneart e tra questi pastelli ed oli di dame dei secoli XVIII e XIX, il novecento italiano (De Pisis, Carrà) e spagnolo (Picasso, Mirò).
Inaugurazione e orari
Libertà apre al pubblico sabato 4 e domenica 5 luglio 2020, dalle 12 alle 20, per due giornate d’inaugurazione.
La mostra resterà aperta fino al 1 novembre 2020 con i seguenti orari:
tutte le domeniche dal 5 luglio al 2 agosto, dalle 12 alle 20
Dal 5 settembre al 1 novembre, il venerdì e il sabato su prenotazione, le domeniche dalle 11 alle 17.
Norme di accesso e sicurezza
Al fine di garantire la sicurezza del pubblico, il personale sanitario in capo a Lajoneart, impegnato nella ricerca e nella lotta contro qualsiasi agente patogeno, sarà a disposizione dei visitatori per far loro vivere l’esperienza secondo le più avanzate conoscenze.
1) Prenotazione: per garantire la sicurezza di tutti e gestire al meglio i flussi di visite non è consentito l’accesso senza
prenotazione. Attraverso i canali ufficiali o social sarà possibile verificare la disponibilità di posti e gli orari di apertura.
2) Anamnesi: ai visitatori verrà richiesto di compilare questionari prima dell’accesso.
3) Monitoraggio: ai visitatori verranno misurate costanti vitali quali la temperatura e la saturazione oltre alla presenza di eventuali sintomi.
4) DPI: l’accesso è consentito anche senza DPI, che verranno forniti all’ingresso a chi ne fosse sprovvisto.
5) Distanziamento: la mostra è strutturata per svolgersi principalmente in spazi aperti, tutti gli spazi chiusi avranno senso unico e sito di entrata ed uscita differenziati.
6) Guide: il nostro personale è stato testato sierologicamente, inoltre non sarà necessario avere contatti in quanto saranno disponibili esaustive audioguide.
Come arrivare
Strada vicinale di Piana Lunga, 1 Frazione Piepasso. 15028 Quattordio (AL)
Coordinate: 44° 55' 17.27" N 8° 22' 24.87"
Da Torino

Dall’autostrada A6 (Turin-Savona), seguire le indicazioni per A21 / E70 (Alessandria) per 65,6 km – uscire a Piacenza / Genova poi Felizzano-Quattordio. Girare a destra e prendere via Padana Est / SR10 per 900 m. Girare a destra e prendere Via Circonvallazione / SP247 per 3,3 km. Girare a sinistra e continuare per 1,2 km. La destinazione è sulla sinistra.

Da Milano

Dall’autostrada A7 (Milan-Serravalle), seguire le indicazioni per A21 / E70 (Alessandria) per 102 km – uscire a Felizzano-Quattordio. Girare a destra e prendere via Padana Est / SR10 per 900 m. Girare a destra e prendere Via Circonvallazione / SP247 per 3,3
km. Girare a sinistra e continuare per 1,2 km. La destinazione è sulla sinistra.