Licalbe Steiner – Alle origini della grafica italiana
Dopo il Museo del Novecento di Milano, il Museo degli Innocenti di Firenze e la Sinagoga di via dell’Aquila di Reggio Emilia, Ravenna ospita questa interessante mostra che propone una panoramica sul lavoro di quello che è riconosciuto come uno dei sodalizi professionali e personali più fecondi della grafica italiana, ovvero quello Lica e Albe Steiner.
Comunicato stampa
Dopo il Museo del Novecento di Milano, il Museo degli Innocenti di Firenze e la Sinagoga di via dell’Aquila di Reggio Emilia, Ravenna ospita questa interessante mostra che propone una panoramica sul lavoro di quello che è riconosciuto come uno dei sodalizi professionali e personali più fecondi della grafica italiana, ovvero quello Lica e Albe Steiner.
Un percorso suggestivo tra materiali, testimonianze, lavori grafici, fotografie e video sulla vita e l'opera di entrambi protagonisti, ciascuno con una storia e un'identità proprie, ma legati dal 1938 in maniera indissolubile nel privato e nel lavoro.
Viene presentata la produzione del loro Studio L.A.S. (Lica Albe Steiner) dai primi lavori del 1939 fino alla fine della Guerra e al viaggio in Messico (1946-1948), in una narrazione scandita dalle diverse sezioni – ricerca grafica e foto-grafica, editoria, pubblicità e allestimenti, marchi, presentazione di prodotto, manifesti e grafica di impegno civile, formazione professionale – fino alla morte di Albe, scomparso nel 1974.
La loro storia personale, la loro unione “intellettuale” li ha visti così inseparabili da essere chiamati da loro stessi e dagli amici i ‘Licalbe’, un’unica identità. Il loro lavoro fu caratterizzato da quella che spesso è stata definita una poetica dell’ottimismo, da una fiducia dichiarata nel presente e nel futuro, credendo che l’impegno in prima persona, professionale, didattico potesse segnare la differenza e una distanza abissale dal buio della guerra e del fascismo.
Nel 1939 aprono insieme uno studio di grafica e lavorano alla stampa clandestina antifascista. Appena terminata la guerra sono tra i fondatori dei Convitti della Rinascita, curano due mostre a Palazzo Reale sulla Liberazione e sulla Ricostruzione e sono redattori grafici de “Il Politecnico” diretto da Elio Vittorini. Partono, poi, alla volta del Messico per riunire la famiglia di Lica, e si trovano a lavorare con i muralisti tra cui Siqueiros, Rivera e altri e Hannes Meyer, tra gli esuli della scuola Bauhaus. Rientrano in Italia per partecipare alle prime elezioni libere del 1948, dove riprendono il loro lavoro professionale.
Gli Steiner furono, senza dubbio, protagonisti e interpreti della rinascita culturale italiana nel dopoguerra, insieme a intellettuali come Vittorini e Calvino. Proprio a Calvino si deve un ricordo speciale di Albe all’indomani della sua morte sulle pagine dell’Unità “per Albe il piacere dell’invenzione formale e il senso globale della trasformazione della società non erano mai separati”.
I materiali esposti provengono dalla collezione privata dello Studio Origoni Steiner. La mostra è stata realizzata grazie alla partecipazione di Coop, che ha saputo vedere in questo progetto un momento importante per la storia e la memoria del suo marchio, disegnato da Steiner nel 1963, poi ridisegnato da Bob Noorda d’accordo con Lica Steiner.
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Enti organizzatori:Comune di Ravenna - Assessorato alla Cultura, MAR Ravenna
Con il contributo di: COOP Alleanza 3.0