Lidia Bagnoli – Docks
Mostra DOCKS di Lidia Bagnoli, in collaborazione con Fondazione Giorgio Cocchi.
Comunicato stampa
Sabato 8 aprile alle ore 18 alle Torri dell’Acqua di Budrio (Bo) inaugura la mostra DOCKS di Lidia Bagnoli, in collaborazione con Fondazione Giorgio Cocchi.
Così scrive di Lidia Bagnoli e delle sue opere Valerio Dehò: «La pittura si innamora dei luoghi abbandonati, accarezza paesaggi industriali, cerca soggetti nel mondo della produzione che non
hanno caratteristiche di bellezza particolari o che non l’avevano prima che gli artisti lo scoprissero.
La bellezza è qualcosa che deve essere rivelato dentro le pieghe di un mondo sempre più complesso, qualcosa che appare dall’inaspettato e che possiede la sorpresa del non visto. Lidia Bagnoli ha dipinto una serie di docks, di scali marittimi, in una città degli Stati Uniti di cui può anche non interessare il nome.
I porti si assomigliano, i nomi potrebbero interscambiarsi senza problemi. Può variare il paesaggio attorno tra Rotterdam e Genova, ma i moli con il loro hardware gigantesco, con le gru e i carriponte tentacolari, sono un elemento comune che esalta la funzione di questi non-luoghi.
Tutto transita, le merci si muovono in continuazione e ormai anche gli uomini fanno lo stesso, forse tutto è diventato merce e lo scambio economico è l’unica energia vitale. Ma questi apparati produttivi quando sono colti nei loro momenti di pausa, diventano degli scenari strani, un po’ surreali come di una
grande potenza messa in pausa, paesaggi industriali sospesi tra il naturale e l’artificiale, tra l’organico e l’inorganico. Sono dei mostri in stand by, appaiono “innaturali” nel loro star fermi, immobili.
Lidia Bagnoli ha messo insieme una serie di opere di grande forza. La sua pittura veloce e meditata insieme, il suo segno quasi graffiato e il colore/noncolore, danno a queste tele un senso di meditazione malinconica sulla vita e sul tempo che scorre. Il fatto che abbia scelto un non-luogo come i docks di un porto qualsiasi, esalta questo senso di straniamento perché nulla si frappone tra i sentimenti suscitati e il soggetto dell’opera.
Ancora una volta l’arte è “espressione di emozioni” e lo stesso soggetto, come la sua scelta da parte dell’artista, non è in sé rilevante e assoluto. La Bagnoli restituisce qualcosa che l’ha
profondamente colpita, ci trasmette l’emozione estetica di un momento della sua vita».
Lidia Bagnoli ha studiato al Liceo Artistico e all’Accademia di Belle Arti di Bologna. Ha iniziato la sua attività espositiva nel 1974 e da allora ha continuativamente svolto la sua attività artistica allargandola alla scenografia, alla pubblicità, al design, alla produzione multimediale. Ha insegnato per più di vent’anni all’Accademia di Brera di Milano; attualmente è docente di Scenografia del Melodramma all’Accademia di Belle Arti di Bologna.
Ha lavorato con molte gallerie in Italia e all’estero fra cui ricordiamo la Galleria Forni a Bologna e Milano, la Galleria Cramer a Bonn, la Tatistcheff Gallery a New York. Nel settembre 2016 ha presentato un video collegato al film Broken Blossoms di D.W. Griffith alla National Gallery di Washington, DC, facendo seguito ad altre performance e conferenze collegate al rapporto tra musica e immagine alla University of Illinois (2000), Parma (2001), New York University (2001), National Gallery, Washington, DC (2003). Nel maggio 2017 parteciperà alla conferenza annuale su Music and the Moving Image alla New York University, NYC.
Contemporaneamente ha progettato diversi allestimenti per opere ed eventi di cui si ricorda in particolare la collaborazione con il Conservatorio di Milano per una recente messa in scena de I Promessi Sposi di Ponchielli (2015).
Nelle campagne a nord di Bologna ha restaurato un antico oratorio trasformandolo nel suo studio, dove vive in compagnia dei suoi amici a quattro zampe e altri graditi, occasionali ospiti.