Life and Herstories (Autobiografia come Dialogo)
Life and Herstories (Autobiografia come Dialogo) è un ciclo di mostre, azioni e incontri che propone una riflessione sull’approccio autobiografico come pratica prevalentemente femminile, tesa al dialogo e ad una narrazione prevalentemente anti-eroica; alla creazione piccole e grandi comunità; alla riscrittura della Storia ufficiale.
Comunicato stampa
Life and Herstories (Autobiografia come Dialogo) è un ciclo di mostre, azioni e incontri che propone una riflessione sull'approccio autobiografico come pratica prevalentemente femminile, tesa al dialogo e ad una narrazione prevalentemente anti-eroica; alla creazione piccole e grandi comunità; alla riscrittura della Storia ufficiale.
La presenza del Soggetto, e le strategie attraverso le quali questo si manifesta, sono materia di indagine a partire (almeno) dalla costruzione della modernità. Il punto di vista interno e situato - artistico e letterario - è ormai completamente assimilato, soprattutto dopo che il 1989 ha portato con sé, nei paesi occidentali, il racconto di chi non era incluso (sia internamente che esternamente a quel mondo finora dominante). Il taglio autobiografico non è prerogativa esclusivamente femminile, non è intento del progetto proporre una storia della differenza, ma è una lente di osservazione che premette di esplorare metodologie ricorrenti. La riflessione sul ‘Soggetto imprevisto’ di lonziana memoria e le ricerche femminili e femministe dagli anni ’60 ad oggi hanno molto ragionato sulla costruzione di un’altra soggettività nel contesto della cultura dominante patriarcale, un soggetto che si è costruito in opposizione alla nozione del soggetto astratto e universale maschile ereditato dalla tradizione modernista e dal pensiero filosofico moderno. Queste riflessioni hanno generato molte conseguenze anche al di fuori dei circoli femministi autogestiti, del pensiero della differenza, dei femminismi in genere, informando molta ricerca artistica contemporanea.
La seconda mostra del ciclo, cominciata con la mostra di Chiara Camoni e Stefania Galegati (25.9 - 25.10), presenta i lavori di Ottonella Mocellin /Nicola Pellegrini e Helen Cammock e indaga come i racconti autobiografici si intrecciano con altre vicende umane scardinando e riscrivendo la storia ufficiale. Le complesse narrazioni ricompongono memorie personali e collettive offrendo un diverso racconto che ridefinisce il nostro sguardo sul mondo. Nelle pratiche degli artisti il racconto familiare e personale risuona in un’umanità più grande che si incontra nelle vicende della vita. La forma del dialogo e la costruzione del racconto, realizzata anche attraverso il montaggio di fonti diverse, sono elementi fondanti nei lavori degli artisti in mostra; sono espressione di un punto di vista interno ma, allo stesso tempo, testimoniano l’urgenza di una tensione verso l’altro. Le vicende familiari e sociali raccontate offrono la possibilità di una nuova riflessione sulle tensioni del tempo presente e sulle sue radici nel tempo passato. Queste gettano nuova luce su dinamiche geopolitiche fortemente radicate nel territorio ma allo stesso tempo portatrici di una dimensione globale. Nelle opere di Mocellin/Pellegrini e di Cammock il punto di vista autobiografico si esprime in una narrazione attenta alla quotidianità degli eventi e connotata da un timbro anti eroico, che permette, raccontando le storie, di fare la Storia.
Life and Herstories (Autobiografia come Dialogo) propone anche due appuntamenti che esplorano i temi della mostra attraverso diverse tipologie di scrittura autobiografica. Una lecture di Rachel Cusk, scrittrice e saggista, una delle voci più importanti del panorama letterario contemporaneo, in collaborazione con La città dei lettori (Festival Letterario, Firenze) e Talk a Villa Bardini (progetto della Fondazione CR Firenze) che esplorerà i temi legati al progetto attraverso la sua opera letteraria (romanzi e saggi brevi) e una lecture di Natalia Cangi, Direttrice Fondazione Archivio Diaristico Nazionale (Pieve Santo Stefano, Arezzo) che racconterà dell’importanza della forma diaristica nell’ambito del racconto autobiografico.
Bio artisti e lecturer:
Ottonella Mocellin e Nicola Pellegrini sono nati a Milano nel 1966 e 1962. Nel 1984 si sono trasferiti a Londra dove sono rimasti fino al 1993 e hanno studiato Arte Pubblica e Architettura presso la Chelsea School of Art e la Architectural Association. Dal 2012 vivono a Berlino con * loro due figl* Rosa Dao e Tito. Centrata sul tema dell’identità, la loro ricerca si interroga sulla natura emotiva e conflittuale delle relazioni. Attraverso l'uso di fotografia, video, voce, suono, testo, ricamo, disegno e performance, la loro produzione comprende una serie di progetti condivisi che indagano il confine tra narrazione e identità, memoria e storia, personale e collettivo, biografia e autobiografia. Nel 2020 sono stati tra i vincitori dell'ottavo bando Italian Council.
Helen Cammock è nata nel 1970. Lavora con una varietà di media tra cui incisione, film, fotografia, poesia, parole e canzoni. Il suo lavoro esplora i ruoli che assumiamo nei momenti di crisi, sia come individui che collettivamente. Usa l'esperienza vissuta per parlare di questioni strutturali più ampie ed esplora come la natura ciclica della storia e le strutture del potere siano alla base del nostro modo di vivere. Utilizzando più voci, registri e dialoghi, il suo lavoro crea narrazioni frammentate e non lineari che forniscono una condizione per un diverso tipo di pensiero. Cammock è stata la vincitrice del Turner Prize 2019 e del 7° Max Mara Art Prize for Women.
Rachel Cusk, scrittrice e saggista nata in Canada nel 1967, vive e lavora nel Regno Unito. Ha pubblicato vari libri di narrativa e saggistica. Nel 2015 ha iniziato un'opera in tre parti che l'ha confermata come una delle voci più innovative e importanti del panorama letterario internazionale. Resoconto, primo romanzo del ciclo pubblicato da Stile Libero nel 2018, è stato inserito da La Lettura tra i migliori dieci libri dell'anno. Nel 2019 è uscito il secondo volume, Transiti e nel 2020 il terzo volume, Onori. Per Einaudi ha pubblicato anche Il lavoro di una vita. Sul diventare madri (2021).
Natalia Cangi, attuale direttrice organizzativa della Fondazione Archivio Diaristico Nazionale, è stata membro del Consiglio di Amministrazione della Fondazione negli anni dal 1995 al 2010 e vice-presidente della stessa nel periodo 2005-2009. Oltre ad assolvere a responsabilità direttive e gestionali in ambiti trasversali, Natalia Cangi ricopre vari ruoli a livello scientifico ed editoriale. In particolare è: membro del Comitato editoriale dell’Archivio diaristico, membro della redazione della rivista “Primapersona-percorsi autobiografici”, membro del Comitato scientifico del progetto DIMMI Diari Multimediali Migranti, membro della direzione artistica del Premio Pieve, curatrice del Piccolo museo del diario.
Villa Romana e il Premio Villa Romana sono sostenuti dall'associazione Villa Romana e.V.
Sponsor principale è il Commissario Federale Tedesco per la Cultura e i Media.
Altri sostenitori sono Deutsche Bank Stiftung, BAO Stiftung e - in relazione a specifici progetti - anche numerosi soggetti privati, società e fondazioni da ogni parte del mondo.
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