Light My Fire. Dante e l’arte: una lunga storia d’amore
‘Light My Fire. Dante e l’arte: una lunga storia d’amore’, la mostra a cura di Marcello Smarrelli che rappresenta una delle iniziative cardine con cui Pesaro celebra i 700 anni dalla morte del Divino Poeta.
Comunicato stampa
Rimandata per l’emergenza sanitaria e finora visibile solo dall’esterno, giovedì 29 aprile apre al pubblico la mostra della Fondazione Pescheria che rientra nel programma di celebrazioni di Pesaro per i 700 anni dalla morte di Dante Alighieri. Tra chiesa del Suffragio e loggiato, le visioni dantesche di Dalì e Rauschenberg più una video installazione di Claire Fontaine.
LIGHT MY FIRE. DANTE E L’ARTE: UNA LUNGA STORIA D’AMORE
Rimandata per il passaggio in zona rossa della città (avrebbe dovuto inaugurare il 12 marzo) e visibile finora solo dall’esterno, giovedì 29 aprile apre al pubblico ‘Light My Fire. Dante e l’arte: una lunga storia d’amore’, la mostra a cura di Marcello Smarrelli che rappresenta una delle iniziative cardine con cui Pesaro celebra i 700 anni dalla morte del Divino Poeta. La Pescheria diventa ‘luogo dantesco’ della città e accoglie due famose serie di incisioni realizzate da Salvador Dalì e Robert Rauschenberg per illustrare la Divina Commedia e una video installazione dell'artista Claire Fontaine. L’evento della Fondazione Pescheria-Centro Arti Visive è promosso in collaborazione con il Comune di Pesaro.
Il titolo della mostra prende spunto da una delle canzoni più famose dei Doors (1966) per sottolineare la capacità della poesia - quella dantesca più di ogni altra - di trascendere la realtà e condurci in una dimensione altra. Light My Fire rappresenta infatti uno dei primi e più eloquenti esempi di Psychedelic Rock, sviluppatosi in contemporanea negli Stati Uniti e Regno Unito fra gli anni sessanta e settanta: una tendenza musicale nata dalle esperienze di alterazione della coscienza derivanti dall'uso di sostanze psichedeliche.
La Divina Commedia è un'opera a carattere teologico-morale-enciclopedico, non è fantasy, non è horror e tanto meno fantascienza; questo si dice di solito ma forse non è esattamente così, perché in Dante sono presenti elementi riconducibili un po' a tutti i generi letterari con le loro varianti. Non è un caso che la Divina Commedia venga citata in ben cinque punti della produzione di Philip K. Dick. La grandissima diffusione e l’interesse che da secoli accompagnano la Divina Commedia sono dovuti, oltre che al valore letterario assoluto, anche alle illustrazioni nate fin da subito per quelle rime. Dai primi sconosciuti miniatori ai più grandi artisti del ‘900 fino ai contemporanei, moltissimi si sono cimentati con il testo dantesco, dando forma a suggestioni profonde con cui ricreare visivamente l’incredibile mondo ultraterreno ideato da Dante.
Ecco allora che nello spazio della chiesa del Suffragio sono allestite scenograficamente le 100 tavole ad acquarello di Dalì che fondono simboli, magie e allegorie, richiamando i vari aspetti della sua ricerca stilistica, dall'estetica del molle ai miti classici al metodo pittorico paranoico-critico fino alla surrealtà, alla dimensione onirica alle prospettive irrazionali. Dalì ci lavora per nove anni e le tavole, esposte nel 1960 al Museo Galliera di Parigi, vengono poi tradotte in xilografie: lontanissime dalle interpretazioni conosciute del testo dantesco, hanno una fascinazione unica. Ad offrire un’esperienza completa di sensi, le incisioni sono accompagnate dal sound piece "Dalla selva oscura all’amor che muove il sole e l’altre stelle’: le più famose terzine della Commedia", a cura dell’associazione culturale APS ‘Le Voci dei Libri’; lettori: Marilena Alessi, Corrado Capparelli, Cristian Della Chiara, Giuseppe Esposto, Lucia Ferrati, Elisabetta Liz Marsigli, Silvia Melini, Luca Sinelli; tracce musicali: Luca Marzi, Paolo Marzocchi; recording e produzione, Tobe Stubio..
Nel loggiato, invece, l’interpretazione ancora più personale e innovativa dell’Inferno di Robert Rauschenberg precursore della Pop Art: 34 incisioni eliografiche, ricche di riferimenti alla società del secondo novecento americano. Per queste tavole Rauschenberg usa la tecnica del Transfer Drawing, trasferendo sul foglio immagini fotografiche da giornali e riviste e intervenendo poi con matite, tempere e inchiostri; un lavoro complesso che lo impegna per due anni e viene presentato per la prima volta nel 1960 alla Galleria Leo Castelli di New York.
Ancora nel loggiato, su un maxischermo, è visibile tutti i giorni dalle 19 alle 23, la documentazione video di una performance iconica dell’artista collettiva ready made Claire Fontaine, intitolata P.I.G.S. acronimo che unisce i paesi dell’Europa più indebitata: Portogallo, Italia, Grecia e Spagna. L'opera (2011) è composta da centinaia di fiammiferi piantati in fori praticati manualmente sul muro e poi bruciati; l'incendio metaforico di queste nazioni si riferisce ironicamente all'instabilità socio-politica globale causata dalle diverse crisi economiche ma vuole essere anche un commento poetico alle vite sacrificate dalla corruzione del sistema: un incendio che ritrae l’“inferno” terrestre del nostro presente fragile.
Ben consapevoli della delicatezza del momento vista l’emergenza sanitaria in corso ma saldi nella volontà di non fermare arte e cultura, l’allestimento del loggiato e il video su maxischermo sono pensati per essere sempre fruiti in modo agile anche dall’esterno.
Completa il percorso espositivo un murale dell’artista Ermes Bichi con una sua personale interpretazione del colophon di mostra.
Le opere grafiche sono state prestate da The Art co..