Liliana Livneh / Florencia Martinez – Mondo
Gilda Contemporary Art, in occasione dei 40 anni dalla scomparsa dello scrittore argentino Julio Cortazar, in
collaborazione con il Consolato Generale di Argentina a Milano, presenta la mostra dal titolo Mondo con
opere di Liliana Livneh e Florencia Martinez e a cura della direttrice artistica Cristina Gilda Artese.
Comunicato stampa
Gilda Contemporary Art, in occasione dei 40 anni dalla scomparsa dello scrittore argentino Julio Cortazar, in
collaborazione con il Consolato Generale di Argentina a Milano, presenta la mostra dal titolo Mondo con
opere di Liliana Livneh e Florencia Martinez e a cura della direttrice artistica Cristina Gilda Artese.
Julio Cortàzar nato nella periferia di Bruxelles da genitori argentini, con un padre diplomatico che abbandona la
famiglia quando Cortázar è ancora bambino, tascorrerà la vita tra Argentina e Francia, luoghi che diventano
scenario di molti dei suoi racconti e romanzi, come Rayuela, gioco del Mondo, una sorta di antiromanzo, la cui
lettura può incredibilmente partire da più punti della narrazione senza nuocere alla lettura, in un
fantasmagorico gioco di specchi.
Il gioco del mondo è un gioco che si fa da bambini, basta avere un gessetto, qualche piccola pietra e tanta
voglia di saltare. Alcuni lo conoscono anche come La campana o La settimana.
Rayuela - Il gioco del mondo è anche il titolo del più famoso romanzo di Julio Cortázar, scritto nel 1963.
Nel libro, il riferimento a questo gioco è sia letterario che metaforico. L’autore infatti, già prima dell’inizio della
sua opera, vuole che sia il lettore a scegliere se optare per una lettura tradizionale o di “balzare”, nel vero
senso del termine, da una parte all’altra del romanzo. Negli ultimi dieci anni Julio Cortázar è diventato autore
di culto di una cerchia di adepti non più tanto ristretta, dedita a un particolare tipo di devozione. Vi è
indubbiamente nella letteratura dello scrittore argentino una qualità peculiare che produce identificazioni,
tesse sodalizi, propizia incontri: qualcosa che favorisce il sentirsi affiliati di una setta di eletti.
Cortázar, difatti, non si limita a raccontare storie: offre piuttosto una visione, un sentimento dello stare al
mondo. Lui stesso sosteneva di non aver mai ammesso una netta differenza tra vivere e scrivere.
Tale lezione risuona dunque in tutta la sua opera, ripetendo incessantemente l’invito a fare della vita e
della letteratura un gioco, a scardinare tutto ciò che viene considerata abitudine, ad esplorare il mondo,
andando sempre alla ricerca di risposte.
Le due artiste argentine, Livneh e Martinez, della stessa generazione e cresciute in gioventù tra le letture di
Cortàzar, portano in mostra opere ispirate a romanzi e racconti dello scrittore, la cui visione libera e
destrutturante della lingua, fatta di contaminazioni letterarie e fascinazioni transoceaniche, si riflettono anche
nello stile di vita e nella biografia.
Così come fu per Cortazàr, le due artiste per scelta esistenziale hanno lasciato il proprio paese di origine e
portato avanti il proprio progetto altrove.
La passione per la letteratura e la poesia che accomuna entrambe le artiste, pur condividendo la lettura e
l’analisi dello stesso autore, sfocia in artefatti totalemnte differenti sia da un punto di vista techinco e formale,
sia poetico.
Vivneh presenta una serie di opere su carta di piccola e media dimensione ispirate perlopiù a Rayuelha ed al
personaggio della Maga, figura femminile e musa di Oliveira, protagonista del romanzo.
Nella figura della maga si trova inoltre la chiave degli archetipi di Cortázar. La ricerca dello scrittore va in
questo senso verso un realismo più tangibile ma non per questo necessariamente meno profondo.
Inoltre, sono presenti anche dei libri di artista e delle opere tridimensionali a tecnica mista su legno e carta.
Martinez presenta opere made specific per la mostra dedicate ai racconti del Bestiario e realizzate con la
tecnica della cianotipia e l’utilizzo dell’intelligenza artificiale.
Sempre di Martinez è presente un libro d’artista realizzato in arte tessile dal titolo Il libro di Pablo, ispirato
all’opera di Cortàzar Il libro di Manuel e al supplemento del Corriere della Sera ideato da Elisabetta Soglio sin
dal 2017 e intitolato Buone notizie.
Come scrive Martinez: “Ho voluto realizzare un libro con buone notizie, semplici, a portata di bambino,
fiducioso, con materiali di recupero, materico, un libro per un bambino eterno, speculare al Libro di Manuel,
per rincuorare Cortázar e rallegrare un bambino di nome Pablo affinché abbia ancora e sempre fiducia nelle
parole e nella forza della poesia.”
La bipersonale intende guidare il pubblico all’approfondimento ed alla conoscenza dell’autore argentino
attraverso le arti visive e lo sguardo di due sensibili artiste che da sempre fanno della letteratura uno spunto
per la propria ricerca creativa.
L’allestimento della mostra è stato pensato per coinvolgere i visitatori con modalità immersive ed esperienziali.
La mostra rientra inoltre tra le iniziative promosse e divulgate dal CNR, l’Istituto di Studi sul Mediterraneo, già
Centro per lo Studio delle letterature e delle culture delle Aree Emergenti, a sostegno dell’approfondimento e
divulgazione dell’opera letteraria di Julio Cortazar, in occasione della sua scomparsa.
BIOGRAFIE
Florencia Martinez, artista italo-argentina, nasce a Buenos Aires nel 1962. I nonni italiani la fanno crescere in
una little italy e questo spaesamento, questa appartenenza all’ “altrove”, la memoria da conservare e indagare
sono visibili nella sua opera e sono una delle tematiche maggiormente presenti.
Questa ricerca costante l’ha portata a utilizzare il tessuto, il suo materiale primordiale. Negli anni, il tessuto, da
contenitore e co-protagonista nelle opere fotografiche è diventato soggetto nei suoi ultimi lavori: è diventato
tridimensionale, è diventato scultura.
Liliana Livneh, artista plastica diplomata alla Scuola Nazionale di Belle Arti di Buenos Aires, ha completato i suoi
studi accademici in Arte e Filosofia presso l'Università di Tel Aviv, che l'hanno distinta nel 1993 con il Premio del
Decano per l'Opera Originale e borse di studio per approfondire la conoscenza dell'arte gotica e rinascimentale
a Firenze e in Alsazia. Le viene anche assegnata una borsa di studio dal governo francese per studiare all'Ecole
de Beaux Arts di Parigi.
Liliana Livneh è l'ideatrice del logo del Centro Peres per la Pace della Cattedra Shimon Peres dell'Università di
Anáhuac, Città del Messico, ha collaborato con il Centro Pignatelli per la Pace di Saragozza, nonché in numerosi
progetti nell'ambito della Pace , Comprensione, Inclusione e Bellezza della Diversità.
Nata e cresciuta a Buenos Aires, ora, dall'Atelier di Tel-Aviv, Liliana porta con sè nel proprio lavoro di artista, la
visione di più culture.