Liliana Maresca – Un’identità multiforme
La mostra riunisce otto sculture di matrice minimalista realizzate dall’artista poco tempo prima di morire, stroncata dall’AIDS, a soli 43 anni.
Comunicato stampa
La Galleria Spazio Nuovo è lieta di presentare la prima retrospettiva in Europa dell’artista argentina Liliana Maresca (1951-1994), curata da Ludovico Pratesi.
La mostra, patrocinata dall’Ambasciata della Repubblica Argentina in Italia, riunisce otto sculture di matrice minimalista realizzate dall’artista poco tempo prima di morire, stroncata dall’AIDS, a soli 43 anni. Le sculture, realizzate come raffinati ed essenziali assemblaggi di oggetti comuni come rami d’albero, giocattoli, sfere metalliche o gusci d’uovo, assemblati secondo accostamenti inattesi, enigmatici ed esoterici, si riferiscono a concetti simbolici come la metamorfosi, l’alchimia e i diversi stadi di trasformazione della materia.
Dense di riferimenti al surrealismo e al new dada, queste opere –alcune delle quali in prestito dal MALBA (Museo de Arte Latinoamericano de Buenos Aires)– si caricano di allusioni più o meno esplicite alla situazione sociopolitica dell’Argentina tra gli anni Settanta e Novanta, vissuta da Maresca con straordinaria energia sovversiva.
Figura di spicco dell’avanguardia intellettuale di Buenos Aires, promotrice di azioni trasgressive e performance, l’artista utilizzava il proprio corpo come strumento identitario e politico, come dimostra la serie fotografica esposta in mostra, che riunisce sedici immagini in bianco e nero scattate dal fotografo Marcos López che la ritraggono in ambienti urbani, in pose che presentano interessanti analogie con le opere di artiste come Francesca Woodman e Cindy Sherman. “Per Maresca, così come per Sherman e Woodman, l’identità si trasforma in un territorio di analisi e riflessione sul femminile inteso come territorio di auto rappresentazione, nutrito da una dimensione esistenziale in bilico tra pubblico e privato” scrive Ludovico Pratesi.
Un’esistenza borderline che è stata ricostruita solo di recente grazie al lavoro di Adriana Lauria, curatrice di Transmutaciones, una importante retrospettiva di Liliana Maresca ospitata, nel 2008, dal Museo Castagnino + Macro (Rosario, Argentina) e dal Centro Cultural Recoleta (Buenos Aires, Argentina). Una testimonianza di questa bruciante e drammatica esistenza è rappresentata in mostra dal video Frenesì, realizzato da Adriana Miranda, che ricostruisce le diverse fasi della vita artistica di Maresca.
In occasione della mostra verrà pubblicato un catalogo con testi di Adriana Lauria e Ludovico Pratesi e sarà organizzato un incontro – martedì 22 maggio alle 18 presso MAXXI BASE – dedicato alla personalità di Liliana Maresca in relazione al contesto internazionale.
La mostra è sponsorizzata da Furdess, San Gemini e St Regis-Grand Hotel Rome
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Liliana Maresca, “E.T.A.”, 1988, Collezione Eduardo F. Costantini (Buenos Aires)
Liliana Maresca nasce ad Avellaneda, in provincia di Buenos Aires, nel 1951. Studia ceramica, pittura, e scultura. Dopo un matrimonio fallito e una figlia, Almendra, Maresca si dedica interamente all’arte all’inizio degli anni Ottanta, e trasforma il suo appartamento nel centro di Buenos Aires in un luogo di feste, happening e riunioni aperto agli artisti. Realizza le sue prime sculture nel 1982, all’inizio di un decennio di attività artistica frenetica e fulminante, scandito da mostre collettive come La Kermesse (1986), performance di denuncia politica e azioni contro la classe dirigente argentina. Interessata ad esprimere la propria creatività in spazi non convenzionali, Maresca organizza un serie di azioni e happenings che culminano con Ouroboros, una scultura di libri eseguita presso la facoltà di Lettere e Filosofia nel 1991. Nel 1989 espone presso la galleria Adriana Indik una serie di sculture geometriche di bronzo, in una personale intitolata No todo lo que brilla es oro, seguita dalla grande installazione Eldorado esposta in una mostra collettiva al Centro Culturale Recoleta nel 1991. Nello stesso spazio, l’anno seguente presenta Espacio Disponible, un’installazione contenente dei messaggi legati alla propria disponibilità dell’artista accompagnati dal suo numero telefonico, seguita dall’opera Maresca se entrega a todo destino, che includeva alcuni scatti del suo corpo nudo, realizzati per la rivista El Libertino. Malata di AIDS, Maresca muore a Buenos Aires nel 1994, poco prima di assistere all’apertura della sua prima mostra antologica Frenesì.