Lillo Messina – Oltremare
Curata da Andrea Romoli Barberini, la mostra all’Ex (de) Po’ di Ostia presenta circa 40 recenti pitture ad olio di vario formato del maestro siciliano e, dal prossimo 20 luglio, verrà proposta al PDAC (Palazzo Ducale Arte Contemporanea) di Maierà (Cosenza) tra gli appuntamenti in cartellone per la programmazione estiva.
Comunicato stampa
Da sabato 29 giugno (fino al 13 luglio 2013) gli spazi dell’Ex (de) Po’ di Corso Duca di Genova a Ostia Lido (Roma), faranno da cornice alla mostra personale di Lillo Messina Oltremare.
Curata da Andrea Romoli Barberini, la mostra all’Ex (de) Po’ di Ostia presenta circa 40 recenti pitture ad olio di vario formato del maestro siciliano e, dal prossimo 20 luglio, verrà proposta al PDAC (Palazzo Ducale Arte Contemporanea) di Maierà (Cosenza) tra gli appuntamenti in cartellone per la programmazione estiva.
L’esposizione è supportata da un catalogo (ediz Fermenti) con testo critico di presentazione del curatore.
[…] A consolidare la coerenza del percorso di questo artista intervengono, in modo forse ancor più netto e distintivo, i ponderatissimi temi: il mare, le isole. Sempre ispirati a una mediterraneità raccolta e contemplata nel calore sotteso dei legami personali, dei miti millenari e nella variabile intensità di una luce che sembrerebbe essersi affrancata dall’obbligo della verosimiglianza, per esaltare la dimensione metafisica di questi luoghi ideali.
Caratteristiche, in parte, già timidamente annunciate nelle tele dipinte tra la fine degli anni Ottanta e per buona parte dei Novanta, attraverso quello zelo particolaristico che lo aveva spinto molto avanti nell’intenzione di restituire un’immagine severamente oggettiva, fino quasi ad accettare l’insidiosa sfida iperrealista.
E’ facile vedere nelle frastagliate isole di oggi l’evoluzione più aggiornata dei relitti metallici, le fiere e totemiche figure postindustriali di ieri, degli “arcipelaghi” di boe all’imbocco del porto, dei misteriosi residui di scafandri sugli arenili.
E se il colore si spendeva allora nell’ammiccante dimostrazione del più consumato mestiere, con la resa dell’odore di mare e di marcio delle cime sbiancate dal sole abbandonate sulla battigia o aggrovigliate alle bitte, nei riflessi cangianti dei metalli ossidati, al pari dei cirri impalpabili disseminati in cieli luminosi, già si potevano individuare profili e colori delle opere di là da venire.
Anticipazioni, conferme e corrispondenze di un repertorio iconografico che include anche l’idea del rifiuto, sebbene in una chiave vagamente ambigua e sorniona, come dimostra, nell’opera recente, la pressoché costante presenza di accumuli di oggetti misteriosi. Quasi dei balocchi, piccoli, coloratissimi e inoffensivi che si ammassano in prossimità delle coste o si ammonticchiano sulle spiagge, come accade dal vero per effetto delle correnti. {…]
Dal testo in catalogo di Andrea Romoli Barberini