Lilyana Karadjova – La distanza ravvicinata
In mostra le fotografie di Lilyana Karadjova che hanno come soggetto le Sacre Reliquie esposte nel Museo dell’Opera del Duomo a Firenze.
Comunicato stampa
Giovedì 5 dicembre 2024, alle ore 15.00, presso la Libreria Brunelleschi dell’Opera di Santa Maria del Fiore (Piazza San Giovanni 7, Firenze), si inaugura la mostra “LA DISTANZA RAVVICINATA” di Lilyana Karadjova” a cura di Vincenzo Circosta e Giuseppe Giari. All’inaugurazione, oltre ai curatori, saranno presenti Timothy Verdon, direttore del Museo dell’Opera del Duomo, e l’artista Lilyana Karadjova.
Organizzata dall’Opera di Santa Maria del Fiore con la collaborazione del National Fund for Culture of Bulgaria e Sofia Municipality Culture Programme, si tratta della terza mostra organizzata nello spazio espositivo della Libreria Brunelleschi.
In mostra per la prima volta dieci fotografie di Lilyana Karadjova che hanno come soggetto le Sacre Reliquie esposte nel Museo dell’Opera del Duomo a Firenze. Si tratta di immagini uniche, stampate in cianotipia su vetro invece che su carta, come da tradizione. Una tecnica che esalta la radiosità di questi oggetti sacri, mentre il caratteristico colore blu evoca il Regno Celeste. “Una tecnica fotochimica – spiega l’artista - che raramente veniva utilizzata in passato, frutto di un mio lungo lavoro di ricerca”.
“Queste fotografie stampate su vetro da Lilyana Karadjova - spiega Timothy Verdon - rappresentano alcune delle reliquie per le quali la fede dei fiorentini d’altri tempi ha fornito splendidi reliquiari, oggi esposti al Museo dell’Opera del Duomo. Ma laddove al Museo l’attenzione del visitatore tende a focalizzarsi sull’argento, sull’oro e sulle gemme dei contenitori, qui l’occhio viene portato sul contenuto: i frammenti di ossa dai corpi di questi testimoni di Cristo e alcuni pezzi del legno della sua croce. Questo è il vero ‘tesoro’ del Duomo, come insistevano gli antichi scrittori, che sempre iniziarono il racconto della grande chiesa col ricordo delle reliquie ivi venerate. Si lasciarono ispirare dagli storici bizantini che, più di mille anni prima, affermavano che nei mosaici della basilica imperiale di Costantinopoli, Hagia Sophia, eretta nel VI secolo, commisti alle tessere vitree c’erano frammenti ossei dei martiri. Lilyana Karadjova ha impresso le sue fotografie nel vetro reso colorato dal processo cianotipico, evocando sia le mura della Gerusalemme Celeste, costruite con pietre preziose, sia l’atmosfera variopinta all’interno del Duomo Fiorentino, le cui più di cinquanta vetrate del Tre e Quattrocento inondano lo spazio di tinte gemmate. Ma mentre la luce che ravviva la penombra del Duomo passa attraverso figure di santi, nelle vetrate, qui la luce ci raggiunge attraverso le loro ossa e addirittura attraverso il legno scuro del patibolo del Redentore, per un processo a sua volta basato sulla luce: la fotografia”.
“Usando questa antica tecnica - spiega Vincenzo Circosta - Lilyana Karadjova stampa su vetro immagini uniche su un supporto desueto e fragile, come fragili appaiono i frammenti ossei fotografati che, per processo chimico, assumono un colore blu a ricordo tangibile del Regno Celeste. Il suo lavoro dedicato alle reliquie dei Santi, conservate nel Museo dell’Opera del Duomo di Firenze, sembra riecheggiare i supplizi dei dipinti seicenteschi di Jusepe de Ribera e Giovan Battista Langetti, interpretandoli in maniera del tutto personale”.
“La fotografia è sempre una questione di distanza - afferma Giuseppe Giari - la distanza delle lenti dell’obiettivo, che avvicinano o allontanano il soggetto; la posizione stessa del fotografo che sceglie il punto di ripresa, determinando la distanza dalla scena che vuol rappresentare. Robert Capa, il più noto tra i reporter di guerra, affermava che «se le tue foto non sono abbastanza buone, vuol dire che non sei abbastanza vicino». Nelle foto di Lilyana il tema della distanza ha una declinazione ancora diversa. La fotografa ha già chiara la posizione dove stare, il cavalletto è stabile e non si sposterà. La distanza qui è tutta metafisica e ci parla del ruolo stesso dell’opera d’arte quando si confronta col divino: l’artista è medium attraverso il quale la distanza tra Terra e Cielo, tra Uomo e Dio, si avvicina”.
INFO
Lilyana Karadjova è una fotografa, storica dell'arte e filosofa bulgara. Assistente alla cattedra di Fotografia alla New Bulgarian University e docente presso l'Accademia Nazionale d'Arte di Sofia, tiene lezioni di teoria e storia della fotografia, fotografia e arte, fotografia nel graphic design. È visiting professor all'Accademia di Belle Arti di Napoli, all'Accademia di Brera di Milano, all'Università Abat Oliba CEU di Barcellona e all'Università di Notre Dame du Lac. Ha esposto in musei e gallerie nel suo Paese di origine, Europa e Usa.