L’immagine della fortuna

Informazioni Evento

Luogo
EX MACELLO
Via Alvise Cornaro 1, Padova, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al
Vernissage
07/06/2014

ore 18

Curatori
Carlo Silvestrin
Generi
arte contemporanea, collettiva

La mostra presenta una selezione di oggetti da una delle più vaste e complete collezioni esistenti al mondo dedicata a questo animale, seconda, forse, solo a quella esistente a Stoccarda presso il Museo del Maiale.

Comunicato stampa

L'immagine della fortuna. Le mille facce del maiale, la mostra che sarà inaugurata sabato 7 giugno alle ore 18.00 all'ex Macello di via Cornaro, presenta una selezione di oggetti da una delle più vaste e complete collezioni esistenti al mondo dedicata a questo animale, seconda, forse, solo a quella esistente a Stoccarda presso il Museo del Maiale.
La mostra, curata da Carlo Silvestrin, autore anche del catalogo, rimarrà aperta al pubblico fino al 6 luglio 2014 (con orario 15-19, lunedì chiuso; ingresso libero).

Renzo Battaglia, il lungimirante possessore di questa curiosa ed interessante collezione, è un simpatico odontoiatra veneto che da oltre quarant'anni raccoglie oggetti che si rifanno al suino, provenienti da ogni parte del mondo. Con la sua collezione convive quotidianamente, gli oggetti e le opere che ne fanno parte riempiono la sua casa e il suo studio.

La collezione raccoglie opere d'arte realizzate da grandi artisti contemporanei, quali ad esempio Rauschenberg, Nespolo, Cuoghi, Musante, Villeglé, Aubertin, Potenza, Chen Wenling, ed altri ancora. Accanto a queste opere, moltissimi gli oggetti d'uso comune come spazzole, piatti, bicchieri, oppure giocattoli, stampe, cravatte, soprammobili, libri, foto, gioielli, oggetti d'antiquariato e quant'altro si possa immaginare.

Un percorso affascinante che partendo dai ricordi dell'infanzia – quando si viveva il rito dall'arrivo a casa dei lattonzoli in primavera fino all'uccisione del maiale in inverno – fa capire quale sia stata nel tempo l'importanza di questo animale per la sopravvivenza dell'uomo in ogni parte del mondo, un viaggio alla riscoperta dei giochi dell'infanzia e degli ornamenti preziosi che questo animale ha ispirato, una mostra che non finirà di stupire ma invoglierà i visitatori a saperne di più, magari decidendo di andare a trovare questo eclettico collezionista che volentieri apre le porte della sua casa, quasi fosse un museo, ai curiosi che decidono di fargli visita.

La mostra, oltre a permettere al pubblico di conoscere i pezzi migliori di questa collezione, sarà un'importante occasione di riflessione sulle reali caratteristiche di questo animale, assolutamente sconosciuto nella sua vera essenza.

Colpisce il fatto che l’uomo abbia sentito la necessità di celebrare il maiale nelle più svariate forme, quasi ad esorcizzare un senso di colpa, un inconscio sentimento di "vicinanza" che si preferisce non far emergere, continuando a scindere l’immagine simpatica e gioiosa di un vivace porcellino, dalla crudele realtà dei processi produttivi a larga scala. Negli allevamenti di tipo intensivo i suini sono relegati in poco spazio, allontanati precocemente dal calore materno, castrati, privati della coda senza anestesia, ingrassati a forza, stipati nei camion per essere spediti ai mattatoi. Di questi luoghi la gente preferisce ignorare l’esistenza, eludendone la sottesa violenza e proteggendosi quindi dagli effetti destabilizzanti del provare empatia per le vittime del sistema; sono stabilimenti praticamente "invisibili", nascosti cioè alla vista dei consumatori, ai quali pare invece più giusto far pervenire l’ingannevole messaggio della pubblicità, che affianca alle fettine di saporiti prosciutti l’immagine idilliaca di maialini teneri e felici.

Pochi sanno infatti che il maiale è un animale intelligente, sensibile e molto comunicativo, che è curioso, dotato di buona memoria, che adora giocare ed essere coccolato, che distingue oggetti e rumori, che ha capacità cognitive superiori a quelle di un cane e abilità nel gioco pari a quella di un bambino di tre anni, che un piccolo di poche settimane impara il suo nome e sa già rispondere al richiamo. Pochi sanno che i maiali, quando le loro esigenze naturali vengono annullate, sviluppano atteggiamenti nevrotici e arrivano a mutilarsi, nello stesso modo in cui reagiscono gli esseri umani che hanno affrontato la prigionia, l’isolamento e la tortura.

Ci si augura che questa mostra possa non solo stupire per la varietà e particolarità degli oggetti esposti ma che induca anche ad una riflessione su questo animale quale soggetto degno del rispetto che si deve a ogni essere vivente.