Lina Pallotta – Porpora
La mostra è un ritratto fotografico di Porpora Marcasciano, attivista per la giustizia sociale e presidente del Mit (Movimento Identità Transessuale).
Comunicato stampa
La mostra è un ritratto fotografico di Porpora Marcasciano, attivista per la giustizia sociale e presidente del Mit (Movimento Identità Transessuale).
A partire dal 1990 e fino ad oggi, l’intimo viaggio visivo ci invita a partecipare al dispiegarsi del rapporto personale tra Lina e Porpora, rapporto iniziato ai tempi dell’università a Napoli, nel lontano 1977, all’interno di un movimento che hanno attraversato e dal quale si sono fatti attraversare: non tanto rappresentazione di singoli percorsi di vita ma stratificazione di livelli di significato e di percezioni che si intrecciano con il nomadismo di entrambi e anche con l’evoluzione, i cambiamenti sociali e culturali della nostra epoca.
Gli elementi documentaristici ma quasi diaristici ci rimandano a una riflessione sul ruolo delle immagini e alle problematicità della rappresentazione mediatica di situazioni marginali. Il lavoro, semplicemente, è una presentazione di esperienze condivise che solo la fotografia è in grado di carpire dall’incoscienza dell’attimo. È l’istantanea del momento, il frammento che sfida l'analisi razionale di ciò che pretende di documentare e si rifiuta di imporre un'interpretazione oggetiva e prevedibile della realtà. Le fotografie sono iconografie di momenti privati, che trovano ragione e valore al di là dell'ideologia.
“Ci siamo poste mille domande sulla responsabilità, il bisogno, il desiderio di riportare una storia troppo importante per rimanere schiacciata dalla paura del nostalgico. Troppe bocche senza testa, soprattutto senza cuore, hanno divagato sulla necessità di rimuovere epoche ed esperienze, facendo largo al nulla. Per poi trovarci in questo mondo, dove non c’è più poesia capace di raccogliere i senza voce della storia, quelli che di solito non hanno diritto di parola, perché sovrastati dalle parole e dai gesti di quegli uomini da cui dipende il rumore del mondo, troppo spesso scambiato col destino della terra.” Porpora
“Con la fotografia non esploro la distanza, ma anzi cerco di afferrare sentire e mostrare ciò che è là fuori. È nel caos delle emozioni, nel disordine effimero e imperfetto della vita personale che fugaci e mutevoli momenti di verità prendono forma. E, tra gli interstizi dei segni e simulacri della contemporaneità, spero si insinui la gioia della solidarietà e una timida sovversione.” Lina
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Lina Pallotta Fotografa documentaria nata a San Salvatore Telesino (BN), si trasferisce a New York alla fine degli anni ottanta, dove si diploma in “Fotogiornalismo e Documentario fotografico” all'International Center of Photography. Spinta da una forte motivazione a fare la differenza, è attratta dalla cultura underground, dalle sottoculture, dalle storie meno gridate, dalle donne del Messico, dalle persone che hanno storie di rivalsa da raccontare.
Tra i lavori più conosciuti: Porpora e Valerie (2013); BASTA - to Work and Die on the Mexican Border (1999), sulla vita delle lavoratrici messicane nelle fabbriche di frontiera. Ha esposto in mostre personali e collettive in Europa e negli Stati Uniti, e pubblicato in riviste nazionali e internazionali.
Dalla metà degli anni 2000 tiene regolarmente seminari e conferenze per l’International Center of Photography, l'Empire State College, di New York; Frontline Club, Londra; Spazio Labo’, Bologna; Limes, Cagliari; Minimum, Palermo; e "F.project - Scuola di Fotografia e Cinematografia”, Bari. Tiene il master annuale SHOOT! Narrazione e Ricerca ad Officine Fotografiche Roma ed è stata membro del comitato scientifico di Fotoleggendo, per cui ha curato le mostre di Morten Andersen, Birgitte Grignet, Jason Eskenazi, Katrien De Blauwer, Michael Ackerman e Igor Posner. È stata la direttrice artistica di Gazebook: Sicily Photobook Festival 2017.