Lina Selander – Diagrams of Transfer
Seconda mostra personale nei suoi spazi di Lina Selander (Stoccolma, 1973), intitolata Diagrams of Transfer.
Comunicato stampa
La galleria Tiziana Di Caro è lieta di presentare la seconda mostra personale nei suoi spazi di Lina Selander (Stoccolma, 1973), intitolata Diagrams of Transfer, che inaugura sabato 30 novembre 2019 alle ore 19:30, in Piazzetta Nilo 7, Napoli.
Lina Selander utilizza il video e l'installazione come medium principali del suo lavoro. La storia, la politica e l'indagine antropologica sono solo alcune delle aree di interesse entro cui si muove. Il metodo che applica a tale indagine è di carattere “archeologico” nella misura in cui Selander scava nella realtà, fino a evidenziare la cultura umana attraverso l'analisi dell'ambiente e delle caratteristiche che la circondano. Nelle sue opere sequenze di repertorio si mescolano a riprese inedite e quasi mai narrative: attraverso immagini che ricerca accuratamente Selander mostra la realtà in maniera categorica e senza intermediazioni.
Il percorso espositivo si apre con l'installazione Notes For a Film on Nature, realizzata nel 2016 e composta dalla proiezione su una fotografia. La fotografia inquadra una ex aula di tribunale attualmente utilizzata per ospitare mostre. Il video è orientato dal punto di vista che fu del giudice. L'architettura dell'aula è come una scenografia con cui la proiezione interferisce in maniera più o meno incisiva a seconda dell'intensità delle luci dell'immagine. Si susseguono sequenze di riprese incentrate su elementi naturali di diverse entità: il volo degli uccelli, la luna che compie una piccola porzione di percorso orbitale, i fondali, così come il mare in superficie, rappresentazioni di fiori, oppure la terra. Ne deriva un descrizione per immagini da cui emerge una chiara riflessione sul confine così enigmatico tra la natura e la sua rappresentazione.
Nella seconda sala saranno installati gli ultimi due film di Lina Selander intitolati Diagram of Transfer No.1 (2018) e Diagram of Transfer No.2 (2019), che danno anche il titolo alla mostra e che sono stati realizzati, come molti altri progetti degli ultimi anni, in stretta collaborazione con Oscar Mangione. Diagram of Transfer No.2 si compone da una sequenza di riprese in 16mm. Le immagini che compongono il video sono eterogenee: vediamo succedersi la rappresentazione della Grande Muraglia, paesaggi differenti, interni desolati tra cui si riconosce la sala di controllo che sappiamo essere di una centrale nucleare mai utilizzata. Tra queste immagini c'è anche quella di un panda, che dipinge su un foglio situato all'esterno della sua gabbia, aiutandosi con un ramo di bambù intinto nella vernice nera. Il panda viene gratificato da una carota a ogni suo gesto. Diagram of Transfer No.2 riguarda una relazione: quella tra l'uomo sicuro manipolatore della natura e la natura che di fatto assiste alle conseguenze dell'esercizio del potere, i cui risultati saranno a discapito di ognuno di noi.
In Diagram of Transfer No.1 l'attenzione dello spettatore viene subito catturata da una rumorosa macchina distruggi libri. Alcuni titoli si riescono a leggere subito prima che la macchina li travolga. A queste sequenze si alternano fugaci immagini in cui si riconoscono: il busto del re di Uruk, una colomba e un pappagallo, un'incisione del XVII secolo, dei bambini che ballano, altri che disegnano, l'Ouroboros fermo nella ghigliottina, in una sequenza di soggetti apparentemente non connessi tra loro, ma che insieme costituiscono un universo caleidoscopico di suggestioni legate alla realtà e alla storia. Alle immagini dei libri strappati si contrappone quella del tentativo di rimettere insieme frammenti di carta. Ad un tratto compare la copertina de Il Discorso sulla servitù volontaria (Discours de la servitude volontaire ou le Contr'un) di Étienne de La Boétie, famoso testo che ruota intorno all'idea che un tiranno esercita il potere solo perché il popolo glie lo consente e nel contesto del film si formalizza quasi come un avvertimento (a non approfittare della grandezza della natura e delle sue innumerevoli possibilità).
Nell'ultima sala è esposta una installazione del 2019 intitolata The Weight of Images, realizzata per la prima volta in Inghilterra, al National Holocaust Centre and Museum (NHCM) . L'opera è composta da un tavolo poggiato su uno specchio, che si trasforma in schermo riflettendo le immagini di un video collocato nella superficie sottostante il piano. Nel video si susseguono immagini che scorrono lentissime, alcune delle quali prese da album di fotografie; sono citazioni di diversa intensità relative all'olocausto degli ebrei, spesso non del tutto visibili, ma solo frammentate. Alcune delle foto che vediamo susseguirsi sono state scattate nelle camere a gas. The Weight of Images è un lavoro sulla memoria e su come questa venga preservata nel tempo, oppure condizionata da esso. Più volte viene citata visivamente la Gorgone Medusa, colei che ha il potere di pietrificare. Se smettessimo di contemplare la storia (e in questo caso Selander ci induce a farlo attraverso le immagini) rischieremmo di imbatterci nello sguardo di Medusa, fossilizzando la nostra coscienza e cristallizzando la memoria.
Le opere in mostra, come sempre nel lavoro di Lina Selander possono essere considerate come modelli di pensiero, attraverso cui esplorare e analizzare idee, esaminando le relazioni tra la memoria e le percezione.
Lina Selander (Stoccolma,1973) vive e lavora a Stoccolma, Svezia.
I film e le installazioni di Lina Selander possono essere letti come composizioni o modelli di pensiero, dove idee e condizioni sono esplorate e pesate. Selander esamina le relazioni fra memoria e percezione, tra fotografia e film, tra linguaggio e immagine.
Le mostre personali di Lina Selander includono Kunst Haus Wien; Argos – Centre for Art and Media, Brussels; Iniva -Institute of International Visual Arts, Londra; Moderna Museet, Stoccolma; VOX – Centre de l’image contemporaine, Montréal. Ha rappresentato la Svezia alla Biennale del 2015. Un selezione di mostre collettive include: The Kyiv Biennale 2015; Seoul Media City Biennale 2014; Manifesta 2012 in Belgio.
Oscar Mangione (Lund, 1971) vive e lavora a Stoccolma, Svezia.
Oscar Mangione lavora con Lina Selander e ha partecipato con lei a diverse mostre. Dal 2006 al 2012 ha collaborato con la rivista, nonché progetto artistico, Geist, e ha preso parte a diverse mostre, performance e progetti in luoghi come il Reykjavik Arts Festival, il Moderna Museet di Stoccolma e la Biennale di Venezia.
Press Release
artist: Lina Selander
title: Diagrams of Transfer
exhibition opening: Saturday, November 30, 2019, from 7:30 p.m. To 9:30 p.m.
location: Galleria Tiziana Di Caro
address: piazzetta Nilo, 7 - 80134, Napoli
info: +39 089 0815525526 - [email protected]
opening times: from Tuesday to Saturday, from 2:00 to 7:00 P.M. and by appointment
exhibition closing: Saturday, January 11, 2020
The Tiziana Di Caro gallery is pleased to present the second solo exhibition in its spaces featuring Lina Selander (Stockholm, 1973), entitled Diagrams of Transfer, opening Saturday 30 November 2019 at 7:30 pm, in Piazzetta Nilo 7, Naples.
Lina Selander uses video and installation as her main work medium. History, politics and anthropological investigation are only some of the areas of interest within which she moves. The method she uses in her investigation is “archaeological” in the sense that Selander delves into reality to the point of highlighting human culture through the analysis of what typifies and surrounds it. In her works, footage mixes with unpublished and almost never narrative shots: through images that she carefully seeks and selects, Selander shows reality in a categorical manner and without intermediation.
The exhibition path opens with the installation Notes for a Film on Nature, created in 2016 and consisting of a projection on a photograph. The photograph shows a former courtroom currently used to host exhibitions. The video is shot from where the judge used to sit. The architecture of the courtroom is like a scenography with which the projection interferes more or less incisively depending on the intensity of the lights in the image. Sequences of shots follow one another, centred on natural elements of different kinds: the flight of birds, the moon that covers a small portion of its orbit, the sea depths as well as its surface, representations of flowers, or the Earth. The result is a description by images from which a clear reflection on the very enigmatic boundary between nature and its representation sticks out.
The second room will host the latest two films by Lina Selander entitled Diagram of Transfer No.1 (2018) and Diagram of Transfer No.2 (2019), which also give the title to the exhibition and which the artist has created, like many other projects in recent years, together with Oscar Mangione.
Diagram of Transfer No.2 consists of a sequence of shots in 16 mm film. The images that make up the video are variously assorted: we see a sequence that includes the Great Wall of China, various landscapes, desolate interiors among which we recognize the control room that we know is of a never-used nuclear power station. Among these images there is also that of a panda, who paints on a sheet placed outside its cage, using a bamboo twig dipped in black paint. The panda is awarded a carrot at every stroke. Diagram of Transfer No.2 is about a relationship: the one between man, who is definitely an exploiter of nature, and nature itself, which has to witness the consequences of the exercise of power, the results of which will be at our expense.
In Diagram of Transfer No.1, the viewer’s attention is immediately captured by a noisy book-shredding machine. Some titles can be read just before the machine tears them apart. These sequences alternate with fleeting images among which we detect the bust of the king of Uruk, a dove and a parrot, a 17th century engraving, some children dancing and others drawing, and a motionless Ouroboros in a guillotine, in a sequence of subjects apparently not connected with each other, but that together make up a kaleidoscopic universe of suggestions linked to reality and history. The images of the ripped-up books contrast with the attempt to put back together fragments of paper. Suddenly, the cover of The Discourse on Voluntary Servitude (Discours de la servitude volontaire ou le Contr’un) by Étienne de La Boétie appears, a famous essay that revolves around the idea that a tyrant exercises power only because the people allow him to, and in the context of the film this almost turns into a warning (against taking advantage of the greatness of nature and its countless possibilities).
In the last room there is a 2019 installation entitled The Weight of Images, first exhibited in Britain, at the National Holocaust Centre and Museum (NHCM). The work consists of a table placed on a mirror, which reflects a projection whose source is underside of the table. In the video, images flowing very slowly follow one another, some of which are taken from photo albums: they are quotations of varying intensity relating to the Holocaust, often not shown fully but only in fragments. Some of the photos were shot in the gas chambers. The Weight of Images is a work on memory and how it is preserved over time, or conditioned by it. The Gorgon Medusa, who has the power to petrify, is mentioned several times. If we stopped contemplating the story (and in this case Selander leads us to do it through images) we would risk meeting Medusa’s gaze, petrifying our consciousness and crystallizing memory.
The works on exhibition, as always in Lina Selander’s work, can be seen as models of thought, through which to explore and analyse ideas, examining the relationships between memory and perception.
Lina Selander (b. 1973 in Stockholm) lives and works in Stockholm, Sweden.
Selander’s films and installations can be read as compositions or thought models, where ideas and conditions are explored and weighed. She examines relationships between memory and perception, photography and film, and language and image. Lina Selander’s solo shows include Kunst Haus Wien; Argos – Centre for Art and Media, Brussels; Iniva -Institute of International Visual Arts, London; Moderna Museet, Stockholm; VOX – Centre de l’image contemporaine, Montréal. She was the Swedish representative at the Venice Biennale 2015. A selection of her group shows include: The Kyiv Biennale 2015; Seoul Media City Biennale 2014; Manifesta 2012 in Belgium.
Oscar Mangione, b. 1971 in Lund, lives and work in Stockholm, Sweden.
Oscar Mangione works with Lina Selander and has participated with her in several exhibitions. From 2006 to 2012 he edited and wrote for the magazine and art project Geist and took part in numerous exhibitions, performances and projects in venues such as the Reykjavík Arts Festival, the Museum of Modern Art in Stockholm and the Venice Biennale.