Linda Randazzo – La carne e il sospiro
L’artista palermitana espone nella sua città natale dipinti e disegni di recente produzione.
Comunicato stampa
Il nuovo spazio culturale polivalente di Palermo “Magione Arts District”, nel locale in via Sant’Euno 1, è lieto di presentare la personale di Linda Randazzo (Palermo, 1979) dal titolo La carne e il sospiro. La mostra ripercorre, tra dipinti e disegni di recente produzione, l’evoluzione del percorso artistico dell’artista siciliana. «La componente narrativa che caratterizza sempre più i suoi lavori – scrive il curatore dell’esposizione, Cesare Biasini Selvaggi – per un verso riflette il superamento dell’assunto che per scrivere il futuro sia imprescindibile guardare solo avanti, per l’altro disvela un rapporto stretto con la memoria di vicende storiche recenti, prossime, interiorizzate e restituite su tele e carte con una gestualità virulenta, dolosamente antiaccademica, tra ricordi ermetici, flashback, allucinazioni di realtà. Tra una visione estetica della bruttezza, tra aderenze adipose di quella carne offerta alla vista che si coagula intorno al senso, tutto siciliano, per la morte, che non c’è verso di esorcizzare. Per la scelta del titolo di questa personale – aggiunge il curatore – mi è venuta subito in soccorso una poesia dell’indimenticabile Alda Merini, “La carne e il sospiro”, appunto. E, più ancora, mi ha spinto a questo “prestito letterario” un passaggio della poesia: “… Prima della poesia viene la pace, un lago sempiterno e pieno sopra il quale non passa nulla, neanche un veliero; prima della poesia viene la morte, qualche cosa che balza e rimbalza sopra le acque…”. Sì è proprio vero, prima della poesia viene la morte. E lo sa bene un’artista come Linda Randazzo che informa questa sua inquietudine nella ricerca continua di una fede che non sia solo estetica. Una “fede” che già contempla, tuttavia, concetti quali la redenzione e la resurrezione, seppure ancora in un alveo di laicità. Un approccio all’arte che trascende le superfici delle sue tele o dei suoi taccuini da disegno. E che, per esempio, conduce dritto nel ventre caldo della Vucciria palermitana. Esattamente a piazza Garraffello. O, meglio, nel prospiciente vicolo della Morte. Un tempo luogo di degrado e discarica di rifiuti, poi divenuto atelier a cielo aperto per artisti chiamati a raccolta a ripulirlo e a convertirlo in una galleria di strada. Un catalizzatore di energie (già dense nell’aria in un quartiere ad alta "complessità sociale” e, ormai, a rischio imminente di gentrificazione) alimentato dall’arte. Uno spazio di aggregazione. Tra i fondatori del manipolo di questi “Artisti del vicolo della morte”, figura appunto Linda Randazzo, per la quale infatti “la morte è intesa come rinascita, in una sorta di cerchio della vita”». Nei dipinti in mostra, da “Giuditta” a “Ciambella”, a “Lia”, il ductus è breve ed espressionista come sempre, indulgendo tuttavia in una misurata imperfezione del gesto che è sempre sul crinale dell’autocompiacimento (senza precipitare in esso). Il colore è esplosivo, quasi che la pittura dell’artista non voglia mai farsi contemplare pacificamente, ma agire, vedendo così di più, più cose e particolari di quanto l’occhio solitamente non riesca. Linda Randazzo nasce a Palermo nel 1979, dove vive e lavora. La sua formazione artistica inizia al liceo artistico, continua con il conseguimento di una prima laurea in scenografia con Enzo Patti, una specializzazione in pittura, presso l’Accademia di belle arti di Palermo, con Alessandro Bazan, per concludersi con un master in Design per il teatro presso il Polidesign di Milano. Dal 2016 collabora con lo spazio indipendente Putia Sicilian Gallery a Castelbuono, ed è presente al Museo delle arti e dei mestieri di Cosenza nella mostra a cura di Gianfranco Labrosciano. Espone al Caffè Internazionale di Stefania Galegati, spazio riconosciuto ad ArtVerona come indipendente e, nel 2017, è presente a “Imago Mundi”, mostra internazionale itinerante della collezione di Luciano Benetton. Nel 2018 espone all’Istituto Italiano di Cultura a Vienna in una collettiva a cura di Synne Genzmer, che vede protagonisti i giovani pittori di Palermo Capitale della cultura 2018.