Lino Strangis – Altre musiche per altri mondi
Altre musiche per altri mondi è la nuova performance legata all’omonimo album di musica elettronica sperimentale di Lino Strangis in uscita nel 2019.
Comunicato stampa
Altre musiche per altri mondi è la nuova performance legata all'omonimo album di musica elettronica sperimentale di Lino Strangis in uscita nel 2019. Come in altre esperienze proposte negli ultimi anni si tratta infatti di un'azione intermediale e transmediale basata sulla messa in scena di una particolare dimensione liminale tra improvvisazione sonora e perlustrazione in tempo reale di un ambiente visivo costruito in realtà virtuale (realizzato ad hoc dallo stesso artista). Ad affiancare l'artista, alle prese con il sonoro dal vivo, la performer d'eccezione (Veronica D'Auria) al centro del palco, relazionando liberamente le movenze con il libero flusso sonoro, indaga visivamente e con il corpo (con headset Oculus Rift) un mondo psichedelico e metaforico contemporaneamente video-proiettato in tempo reale come grande fondale sul quale il pubblico può condividere visivamente l'esperienza in svolgimento, spezzando così l'abituale condizione di distacco dall'ambiente esterno connotativa dell'immersione in mondi virtuali. Una danza dello sguardo che diviene modo alternativo di interagire con le immagini video come forma di dispositivo scenico o video scenografia interattiva. La scena è trasformata inoltre in luogo rituale dalla presenza sul palco di una gruppo di sculture della serie denominata Partiture Spaziali, intese appunto come forma tridimensionale di scritture per improvvisazioni libere (in cui le note sono scappate dal pentagramma) ma anche come oggetto votivo nei confronti della sacralità dell'arte stessa o se si vuole di un qualche dio del libero suono.
La musica, definibile forse come post ambient di matrice sperimentale oscillante tra atmosfere noise e residui di rock/metal “ripassati” in elettronica, ritmiche compulsive e visioni sognanti, è “carburante” dell'azione tutta, si trasforma e si riforma su un canovaccio legato ai cambi di scena e la drammaturgia dell'ambiente virtuale, reinventando dal vivo le strutture sonore dell'album omonimo con il medesimo set di sintetizzatori utilizzati per l'improvvisazione registrata in studio.
Al termine della performance il pubblico potrà salire sul palco (uno per volta) e visitare a sua volta la realtà virtuale tramite l'headset usato per l'azione.