L’invenzione della giovinezza
Fondazione smART – polo per l’arte presenta L’invenzione della giovinezza, un progetto educativo sperimentale, culminante in una mostra.
Comunicato stampa
José Angelino, Giulio Catelli, Gianluca Concialdi,
Lorenzo Modica, Marta Roberti, Caterina Silva
L’invenzione della giovinezza
a cura di Sarah Linford
in collaborazione con
Fondazione smART - polo per l’arte
Piazza Crati 6/7, Roma
Fondazione smART – polo per l’arte presenta L’invenzione della giovinezza, un progetto educativo sperimentale, culminante in una mostra, che coinvolge gli artisti José Angelino, Giulio Catelli, Gianluca Concialdi, Lorenzo Modica, Marta Roberti e Caterina Silva, a cura di Sarah Linford.
L’invenzione della giovinezza è uno dei progetti vincitori della call for ideas Didattica Contemporanea lanciata dalla Fondazione ad ottobre 2021, per sviluppare idee e iniziative educative nell'ambito delle arti visive contemporanee.
L’invenzione della giovinezza si interroga su: Cosa si intende oggi per “ricerca artistica”? Come viene promossa? Quali sono i suoi criteri? Attualmente, quelli derivati dai canoni standardizzati non sono più validi, né esteticamente né socialmente. Il sogno avanguardistico di creare un mondo nuovo è passato da tempo e la ricerca di un qualsiasi linguaggio visivo rivoluzionario ha lasciato il posto a pratiche che si articolano in dispositivi post-concettuali ed esperienze ibride.
Se deve esistere una forma di "radical pedagogy" nell'educazione e nella ricerca artistica, allora, occorre iniziare invertendo il modello di educazione artistica dall'alto verso il basso. Occorre non basarlo su una cognizione normativa o sull'acquisizione di abilità tecniche o su quadri concettuali da emulare. Tuttavia, una "radical pedagogy”, per quanto socialmente innovativa, non può avere come obiettivo finale la produzione di artisti che si limitano a rendere visibili dei "contenuti" radicali. Se deve esserci un cambiamento attraverso la pratica, la ricerca artistica deve ancorarsi nella radicalità delle azioni cognitive e fisiche poste in essere, non nel riflettere programmaticamente su una funzione sociale. La didattica radicale deve invece “indicare” modi per reinventare perennemente atti di creazione, sfidando i presupposti delle condizioni stesse della creatività e, in definitiva, spiazzare lo spettatore.
Questa non è di per sé un'idea nuova, ma è stata recentemente offuscata da una polarizzazione erronea soprattutto nell'educazione artistica: artigianato o impegno sociale. Questa opposizione binaria trascura ciò che i “modelli” alternativi più generativi della ricerca e dell'educazione artistica hanno fornito dal Bauhaus alla Black Mountain, dagli esperimenti del Brooklyn College al Central Saint Martins negli anni '60 e '70. Le Strategie Oblique di Eno, sebbene non destinate alle arti visive, hanno portato avanti questo approccio, così come alcuni dei Do It di Boltanski e Obrist da quasi trent'anni a questa parte. Nel contesto dell'educazione e della ricerca artistica oggi, quindi, come possiamo, parafrasando Groys, "essere contagiati dall’alterità" per evitare soluzioni standardizzate e processi meccanici?
L’invenzione della giovinezza è un progetto in tre parti che sperimenta la didattica radicale e le condizioni della ricerca artistica, riunendo sei artisti mid-career e trentasei partecipanti, quasi tutti iscritti ai Masters of Fine Arts promossi delle maggiori istituzioni locali di alta formazione in arti visive pubbliche e private: RUFA, NABA, Accademia di Belle Arti di Roma, John Cabot University e Temple University di Roma.
Nella prima parte, tre coppie di artisti affermati che hanno stabilito un dialogo, nonostante le loro pratiche radicalmente diverse, conducono un laboratorio sperimentale per dodici studenti. Gli spazi didattici e il giardino di smART forniscono l'ambiente fisico per queste esplorazioni pratiche di tre ore, in inglese per un'ampia rappresentanza geografica dei partecipanti: Stati Uniti, Germania, Italia, Ucraina, Russia, Azerbaigian, Iran, India e Cina. Il lavoro degli artisti, che insieme progettano e gestiscono il workshop, diventa un catalizzatore per la loro continua collaborazione al di là del laboratorio stesso, sia nella creazione di opere a quattro mani che nello stimolo reciproco a ripensare la loro pratica abituale. Questo secondo atto, che favorisce un'intensa collaborazione creativa, è l’occasione rinnovata per gli artisti di ripensare le proprie ricerche e i propri processi. La terza e ultima parte di questo progetto invita il pubblico a scoprire e riflettere sulle opere selezionate dei sei artisti che hanno raccolto la sfida della didattica e della ricerca radicale.
La mostra collettiva L'invenzione della giovinezza sarà inaugurata venerdì 13 maggio 2022, alle 15.00, accompagnata da pamphlets che ci ricordano allegramente come non scimmiottare.
- Sarah Linford
Laboratori:
Mercoledì16 marzo 2022, ore 15-18: Giulio Catelli e Lorenzo Modica
Il laboratorio è mediato da Claudia Evangelista.
Mercoledì 30 marzo 2022, ore 15-18: Marta Roberti e Caterina Silva
Il laboratorio è mediato da Michael Di Rosa.
Mercoledì 6 aprile 2022, ore 15-18: José Angelino e Gianluca Concialdi
Il laboratorio è mediato da Anica Huck.
Mostra:
L’invenzione della giovinezza, opening: venerdì 13 maggio 2022, dalle ore 15.00
José Angelino, Giulio Catelli, Gianluca Concialdi, Lorenzo Modica, Marta Roberti, Caterina Silva.
La mostra rimarrà aperta da martedì a venerdì, ore 11-13 e 15-18, fino a venerdì 3 giugno 2022.
Si ringraziano:
Savannah Shaon per la grafica del progetto.
Viviana Calvagno per la documentazione del progetto.
Sponsor tecnico:
Lefranc Bourgeois e Charbonnel
Fondazione smART - polo per l’arte | Piazza Crati 6/7 - 00199 Roma
Tel: +39 06 64781676 - e-mail: [email protected]
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UFFICIO STAMPA
Manuela Ruggeri
06 64781676
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José Angelino (1977) vive e lavora a Roma. Angelino indaga le complesse relazioni tra le componenti elementari della natura, ricercando regole nel disordine e viceversa. Nel 2011, dopo anni di sperimentazione appartata inizia a esporre e nel 2013 ottiene il Premio per le Arti Visive della Fondazione Toti Scialoja. Nel 2014 ha partecipato alla grande rassegna internazionale European Glass Experience. Nel 2016 gli viene riconosciuto il premio Arte Fiera 40 e nel 2017 il premio Artribune nell'ambito del festival NEXST di Torino. Mostre più significative: Resistenze, Palazzo Collicola, Spoleto, 2021; Real Utopias, Manifesta 13 Marseille, 2020; INSIEME, Mura Aureliane Roma, 2020; Sometimes It Leaps Forth, 2020, Seen, Antwerpen, 2020; Corteggiamenti, Galleria Alessandra Bonomo, 2019; Cinque mostre, American Academy in Rome, 2018; NEXST, Festival Torino, 2017; Artefiera 40, Pinacoteca di Bologna, 2016; Swing, Galleria Alessandra Bonomo Roma, 2015; There Is No Place Like Home, Roma, 2016; Fljotstunga Residency, Islanda, 2015; Lunghezze d'onda, Palazzo Sforza Cesarini Genzano, 2015; Scarecrows, Domaine Sigalas, Santorini, Greece, 2015; European Glass Experience, Museu do Vidro da Marinha Grande, Real Fábrica de Vidrio de la Granja Segovia, Museo del Vetro Murano, 2015; Confini Apparenti, Intragallery, Napoli; 519+40, Fondazione Pastificio Cerere Roma, 2015; Siderare, Forte Portuense Fondazione Volume Roma, 2015; Accesa, Palazzo Parissi Monteprandone, 2014; Unisono, Temple University Roma, 2013; Ho qualcosa da dire e da fare, Ex Mattatoio di Testaccio Roma, 2013.
Giulio Catelli (1982) vive e lavora a Roma. Catelli è particolarmente interessato ai soggetti concreti e i suoi dipinti sono intrinsecamente radicati nell'osservazione della vita quotidiana: cose che vede dalla finestra, passeggia per il quartiere o si immerge nella natura. Definisce questi frammenti "lampi visivi" che catturano principalmente momenti di svago che si svolgono su prati, piazze urbane, spiagge, luoghi di incontro e mediazione tra natura e civiltà. Mostre più significative: Cartografia sensibile, Museo Tornielli, Ameno, 2021; Quaderno, con Luca Grechi, Galleria Richter, Roma, 2021; Crafting Difference, Londra, 2021; L'aventure louche, Yudik one, Brescia, 2021; Doppio Ritratto, Galleria Richter, Roma 2021; Mistici, sensuali, contemplativi, Metodo Milano, Milano 2020; Le altre opere. Artisti che collezionano artisti, Museo Carlo Bilotti, Roma 2020; Fiore aperto / fiore chiuso, con Maurizio Bongiovanni, Galleria Richter, Roma, 2019; Selvatico [quattordici]/ atlante dei margini, delle superfici e dei frammenti, Museo Civico di San Rocco, Fusignano, 2019; Spiriti in Fermento, Galleria Civica d'Arte di Palazzo Moncada; Antonio Mercadante, un critico irregolare in mostra. Paesaggi umani, Accademia di Belle Arti di Roma, Roma 2019; Cats love birds, con Alessandro Finocchiaro, MARS, Milano 2019; Quotidiano emozionale, Galleria Centofiorini, Civitanova Marche, 2018. Birds, L'Officina e Galleria Ghelfi, Vicenza, 2018; Landina 2018, esperienze di Pittura en plein air, Museo Tornielli, Ameno, 2018; Eros, dal mito al contemporaneo, Museo Archeologico di Gela, 2018; Selvatico [dodici]/ foresta. Pittura Natura Animale, Galleria Marcolini, Forlì, 2017.
Gianluca Concialdi (1981) vive e lavora a Palermo. La sua pratica abbraccia territori posti tra pittura, scultura e installazioni. Con le sue opere indaga come gli spazi e le strutture architettoniche possano di per sé essere considerati elementi pittorici informali o minimali. Concialdi lavora principalmente con installazioni popolate da sculture, figure e immagini che sottolineano una dimensione surreale e metafisica nascosta nell'esperienza quotidiana. La sua ricerca indaga le tensioni e gli scambi tra locale e globale, in particolare in relazione al Mediterraneo e alla sua coesistenza di diversità. La sua pratica pittorica è una ricerca dell'effimero e della veridicità dell’esperienza. Mostre più significative: Holy Hillock, Amant Foundation, Chiusure, 2020; Enrico, Clima, Milano, 2020; Vagabondi Eccellenti, Casa Piena Microcentro, Petralia Soprana, 2019; Piatti Caldi, Almanac, Londra, 2019; The Collector's House, Molteni Flagship Store, New York, 2019; Il Mistico Palestrato, Polo Santa Marta, Verona, 2018; Signori prego si accomodadino, Casa Studio Lia Pasqualino Noto, Palermo, 2018; Curva di Gallo, Clima, Milano, 2018; Kapala, Localedue, Bologna, 2017; Park View, Francoforte sul Meno, Berlino, 2016; Caro Federico, GAM Palermo, 2016; JEITO, L'Ascensore, Palermo, 2015; MOODCLOTH, Ermes, Roma, 2014; Finché la giovinezza e gli anni geniali non sono volati, Zero…, Milano, 2014; Ah, si va a oriente!, Fondazione per l'Arte, Roma, 2014; T, Monza, 2014; Vincitore del Menabrea Art Prize, 2014; Fegato di Piacenza, Carico Massimo, Livorno, 2014; La Matte, Francoforte sul Meno, Berlino, 2014); Millequattrocentosessanta, Peep-Hole, Milano, 2013; VIR-Via farini in residence, Milano, 2013; Anonima Concialdi, Galleria Giuseppe Frau, Normann, 2012 e Penso con le mie ginocchia, studio Airò, Dugnani, Perrone, Milano, 2012.
Lorenzo Modica (1988) vive e lavora tra Londra e Roma. Modica lavora con pittura, scultura e video per esplorare la soglia dell'emergere di un'immagine, sondando come le immagini si generano a vicenda, meccanicamente e figurativamente modellando la nostra psiche. Per esplorare questa tensione si affida spesso a modelli formali e unità visive tratte da strutture narrative collettive, interrogando quelle strutture come narrazioni sottostanti di moralità, potere, sessualità e desiderio. Mostre più significative: Hidden in Plain Sight, con Franco Guerzoni, Galleria Studio G7, Bologna, 2021; Artefici del Nostro Tempo, Palazzo Bevilacqua la Masa, Venezia, 2021; Il castello dei destini incrociati, Galleria Dinamo, Porto, 2021; Masterless Eye, Yudik One, Brescia, 2021; Solo le persone buone non puzzano, i santi forse profumano, KH Lab, Roma, 2020; Via Farini in Residence, Milano, 2020; Galleria Slade Runner, ASC Gallery, Londra, 2020; Spaceship/Dungeon/Zoo, Hackney Project, Londra, 2019; B e C, Santa Maria della Vittoria, Mantova, 2018; Ieri Oggi Domani, Scuderie Aldobrandini, Frascati, 2018; Fenêtre jaune cadmium, Institut français - Centre Saint Louis, Roma, 2018; Now and Forward, Temple University Gallery, Roma, 2018; What You Not Understand is What Really Belongs to You, Amelia, 2016; A> Rete, Galleria il Ponte, Firenze; Il Cielo è di un azzurro cielo intenso, Galleria Arte e Pensieri, Roma, 2016; 13 Days, INEX Gallery, Belgrado, 2015; 3+2, Interno 14, Roma, 2015; Uscite di Emergenza, MACRO, Roma, 2015; Myths. Students/Artists/ Teachers, Fondazione Pastficio Cerere, Roma, 2015.
Marta Roberti (1977) vive e lavora a Roma. Dopo la laurea in Filosofia a Verona, si è diplomata in Arte Multimediale presso l’Accademia di Belle Arti di Brera. Il disegno è il mezzo principale che declina in installazioni e video animati, attraverso i quali esplora le relazioni tra Oriente e Occidente studiandone e rielaborandone i miti e la loro rappresentazione. La sua produzione artistica ha sempre trovato ispirazione nell'idea che l'io non ha confini e che non è soltanto umano. Nel 2020 ha vinto il bando Cantica del Maeci e Mibact e la sua opera è entrata nella collezione dell’Istituto Nazionale per la Grafica di Roma. Ha partecipato a mostre e festival internazionali, tra cui Encounter of Imagination. Dialogue between The Divine Comedy and Classic of Mountains and Seas, Pearl art Museum, Shanghai; I say I, Galleria Nazionale di Arte Moderna Roma, 2021; Galleria Monitor Roma, 2021; Visions in the Making, Istituto Italiano di Cultura di New Delhi (2020); Wall Eyes, Johannesburg, Capetown, 2019 e Auditorium Parco della Musica di Roma, 2020; Something Else, Biennal Off Cairo, 2019; Portrait Portrait, Taipei Contemporary Art Center, 2017; Scarabocchio, Kuandu Museum of Art Taipei, 2015. Ha vissuto in Asia per alcuni anni, dove ha partecipato a residenze in Cina, Taiwan e Vietnam.
Caterina Silva (1983) indaga le connessioni tra linguaggio e potere da una prospettiva silenziosa e anti-discorsiva con cui eludere le strutture canoniche di produzione di senso. Usa la pittura per sondare le parti oscure della mente, quello che non è possibile altrimenti spiegare a parole ma che esiste e diventa materia e poi oggetto reale. Genera immagini aperte, disponibili all’interpretazione dell’osservatore, conseguenza di un processo di decostruzione delle sue strutture interne sviluppato attraverso la materia della pittura e la sua traduzione in esperimenti coreografici e performativi. Residenze: Cité des arts, Parigi 2012; Rijkskakademie van beeldende kunsten, Amsterdam 2014-2015; Asia Culture Center, Gwangju 2016; NKD, Dale, Norvegia 2018; A R P, Cape Town 2018; Fondazione Spinola Banna, 2019; BOCS, Cosenza, 2019.Mostre e performance selezionate: Body en thrall, Rugby art gallery and museum, Rugby, UK (2022) Cartacoreana, Museo Carlo Bilotti, Roma, 2021; Pittura, Pittura, Pittura, Marignana Arte, Venezia; Ad ampio respiro, Rita Urso-Artopia, Milano, 2021; MACTE Digital, Fondazione MACTE, Termoli, 2021; Immersive Tantric Painting Awareness, Retramp Berlino, 2021; Pietre Volanti, Lunetta 11, Cappella della Sacra Famiglia di Dogliani, 2021; Unpowered, Bosse&Baum@Vortic London Collective, XR, 2020; Talent Prize, Museo Pietro Canonica, Roma, 2020; Due quadri e un tavolo, Richter Fine Arts, Roma; Present Future, Artissima, Torino, 2019; Diary tra diari, Fondazione Spinola Banna, Poirino, 2019; Graffiare il presente, Casa Testori, Milano 2018; Impressioni, Bosse&Baum, Londra, 2018; Finite-Infinite, Everard Read Circa, Cape Town 2018; Amor Proprio, Centrale Montemartini, Roma, 2017; SSOL/AP, Rozenstraat a rose is a rose e varie location, Amsterdam 2017; Münster, Galleria Valentina Bonomo, Roma, 2016; Senza Sistema, Bosse&Baum, Londra, 2016; Sacrosanctum, Oratorio di San Mercurio, Palermo, 2016; tbc(August), Bosse&Baum, Londra, 2015; Soggetto.Oggetto.Abietto, Galleria Riccardo Crespi, Milano, 2015, La paura mangia l’anima, l’anima mangia la paura, Riccardo Crespi, Milano 2014.
Sarah Linford (1971) vive e lavora a Roma. Storica dell'arte, curatrice e professoressa universitaria, Linford lavora a stretto contatto con artisti, storici dell'arte, critici, collezionisti, istituzioni culturali pubbliche e private. Ha insegnato nelle principali università e accademie in Italia: John Cabot University, RUFA, Accademia di Belle Arti di Roma; in Francia, all'Ecole normale supérieure, a Cachan, all'università di Paris-Ouest Nanterre, a quella di Paris-Est e all'Ecole du Louvre; in Canada, Università del Québec a Montréal; in Germania, Università di Monaco e Eichstätt-Ingolstad; negli Stati Uniti presso New York University. La sua formazione ha seguito percorsi paralleli in Francia e negli Stati Uniti.
A Roma dal 2013, Linford ha proseguito il lavoro museale e curatoriale intrapreso al Museum of Modern Art di New York, alla National Gallery of Art di Washington DC e al Petit Palais di Parigi. Qui ha curato: Transformers. Contemporary Art from DC, Contemporary Art from China presso l'Accademia di Belle Arti, 2016; Ricerca, trasmissione e creazione artistica nei secoli XIX-XXI in parallelo a 350 ans de création di Villa Medici. Les artistes de l'Académie de France à Rome de Louis XIV à nos jours e Accademie a confronto dell'Accademia di San Luca. L'Accademia di San Luca e gli artisti francesi, 2016-2017; Mezzogiorno di fuoco, con Donatella Saroli e Adrienne Drake, Campo Boario, 2017; Il Disegno dal vero come pratica storica e sapere contemporaneo al Museo Pietro Canonica, 2017; Fenêtre Jaune Cadmium presso l'Institut français - Centre Saint Louis, 2018; B e C o il linguaggio privato, Lorenzo Modica, Santa Maria della Vittoria, Mantova, 2018; Impronte romane: New Directions in Printmaking, con Devin Kovach alla Temple Gallery, 2018; La Mémoire des objets: Saint-Louis-des-français, 1518-2018. Pubblicazioni selezionate: cataloghi delle mostre di cui sopra, contributi a A Century of Drawing: Works on Paper from Degas to Lewitt, Systematic Catalogue della National Gallery, Le Génie dans l’art; Accademia, accademie; Force Fields: Rome and Contemporary Printmaking. Ha contribuito a volumi curati tra cui L'art de la caricature; Une Tradition révolutionaire, 1913-1939, Accademia di Francia a Roma, Villa Medici.